Il prossimo 4 ottobre il Teatro Sociale di Camogli riaprirà i battenti con la stagione teatrale 2024/2025 e sul palco ci sarà ancora Tullio Solenghi con la mitica commedia goviana ‘Pignasecca e Pignaverde’, nuova produzione dopo il successo enorme dei ‘Maneggi per maritare una figlia’. Ai portoni principali, nel foyer, in sala e dovunque ce n’è e ce ne sarà bisogno, ci saranno invece quelle persone, uomini e donne, ragazzi e ragazze, camogliesi e non camogliesi, che il ‘loro’ teatro lo fanno funzionare sin da quando è ripartito dopo il lungo restyling.
Loro sono l’Associazione Volontari Teatro Sociale di Camogli e sono l’unico esempio in Italia di un gruppo di ‘maschere’ che fanno operare il teatro a puro titolo di amore, di passione, di riconoscenza e di senso di appartenenza verso il proprio territorio e verso una delle sue più prestigiose istituzioni.
Vittorio Mantero, uno degli elementi del gruppo, racconta la genesi di quest’avventura che è cresciuta nel corso degli anni, in termini di numeri, di entusiasmo, ma anche di esperienza, di preparazione e di formazione. “Siamo l’unica realtà in Italia che fa tutto questo e lo diciamo con orgoglio perché anche grazie al nostro contributo pratico il teatro vive e riesce ad aprire per così tanti pomeriggi e per così tante sere durante l’anno. Siamo partiti in quindici, appena il Teatro Sociale tagliò il nastro della sua seconda vita, e poi ci siamo sempre stati. In ogni spettacolo, ad ogni rappresentazione, ogni volta che ce n’è stato bisogno. Oggi siamo quaranta e ci sono altre persone che desiderano entrare: le selezioniamo con cura perché il nostro gruppo deve restare unito e affiatato. È questa una delle formule del nostro successo e della nostra longevità”.
Nessuno, tra l’Associazione Volontari Teatro Sociale di Camogli (che non è assolutamente da confondere con gli Amici del Teatro Sociale, che è un altro collettivo), è stato una ‘maschera’ professionista: “Ma abbiamo tutti imparato: facendo formazione, seguendo i corsi, anche quelli dei Vigili del Fuoco, guardando il nostro vicino più esperto. Oggi collaboriamo con il teatro in maniera viscerale”.
A presiedere l’associazione è Michele Maisano. “È la persona che ha fondato il gruppo all’origine - prosegue Vittorio Mantero - e tutti noi lo portiamo avanti con grande passione ma anche con grande precisione. A ogni turno c’è un coordinatore, ci sono le scadenze precise, c’è il numero delle persone che servono per garantire l’apertura, bisogna essere puntuali e sempre attenti”. A rinforzare il senso di appartenenza, anche una bella divisa: “Ce le ha acquistate il Comune, ci consentono di essere riconoscibili per ogni evenienza. Molte e molti di noi seguono gli spettacoli in programma, ma l’aspetto più importante è un altro: ed è la gioia di vedere aperto il nostro teatro, è un’emozione impagabile tutti i giorni in cui avviene, dopo che abbiamo aspettato così tanto”.
Dalle altre parti d’Italia l’Associazione Volontari Teatro Sociale di Camogli ha iniziato a diventare oggetto di studio: “Ma farlo come noi non è semplice”, conclude con un sorriso Mantero. Tenacia tutta ligure? Forse anche. Di certo, un infinito amore per il proprio territorio.