L’incontro con Giovanni Toti nella sua casa di Ameglia, gli equilibri interni al centrodestra regionale, la vittoria di Rapallo, la sconfitta di Sanremo, il Partito Democratico che in Liguria pareggia i conti alle europee e un nome condiviso da trovare per le elezioni regionali, anticipate o meno che siano.
Sono tanti i temi sul tavolo della segreteria regionale di Fratelli d’Italia nei giorni che si incastrano tra i risultati elettorali da commentare e un incontro a dir poco atteso con il presidente ai domiciliari dal 7 maggio scorso con le accuse di corruzione e falso. E poi c’è il rapporto con il mondo civico, cruciale nei dieci anni di amministrazione Toti.
Ne abbiamo parlato con Matteo Rosso, deputato di FdI e numero uno del partito in Liguria, proprio nei giorni che portano al faccia a faccia con Toti e, quindi, alle possibili prime manovre in vista di un “dopo” che prima o poi dovrà essere disegnato.
Partiamo dal risultato delle europee. Fratelli d’Italia su scala nazionale si conferma primo partito, mentre in Liguria è un sostanziale pareggio con il Partito Democratico. Vi preoccupa in ottica elezioni?
“Siamo il primo partito d'Italia, dato affatto scontato considerando che sono trascorsi quasi due anni da quando siamo al governo. E siamo il primo partito anche in Liguria. Una grande soddisfazione in una terra in cui il PD è sempre stato partito dominante”
Capitolo ballottaggi. A Rapallo è arrivata la vittoria con Elisabetta Ricci, mentre a Sanremo Gianni Rolando non è riuscito ad avere la meglio sulla coalizione civica alleata con il centrosinistra. Cosa ha funzionato da una parte e cosa non è andato per il verso giusto dall’altra?
“A Rapallo è stata premiata la compattezza del centrodestra unito, mentre a Sanremo questa compattezza non c’è stata. Mi dispiace molto e porterò il punto all'ordine del giorno durante l’incontro che faremo con i coordinatori regionali. Non è accettabile che i partiti si siano schierati da una parte e che, invece, ci siano stati esponenti di giunta regionale del movimento di Toti che abbiano festeggiato, anche pubblicamente, la vittoria di Alessandro Mager. Si vince e si perde insieme ma, soprattutto, non si fanno alleanze a macchia di leopardo a seconda delle convenienze. Nella mia storia politica ho imparato ad accettare le indicazioni che arrivano dal mio partito, anche quando non sono propriamente condivise in prima persona. È una questione di coerenza e lealtà”
Tornando alle dinamiche regionali, Toti non fa passi indietro in merito alle dimissioni e il presidente ad interim Alessandro Piana dice che si può andare avanti fino a fine mandato mentre lei nei giorni successivi all’arresto era stato tra i pochi nel centrodestra a parlare di elezioni anticipate. Come la vede ora?
“Quella è stata solo un’interpretazione giornalistica. A margine di un comunicato in cui davo la piena solidarietà a Toti, ho affermato che, se il presidente avesse voluto dimettersi per difendersi in modo più sereno da pressioni mediatiche, lo avremmo compreso. Poi, un giornalista ci ha fatto il titolo. Da quel giorno, il rapporto di stima con quel giornalista da parte mia è venuto meno. Oggi confidiamo fortemente che il presidente possa tornare nella sua piena agibilità. Quando tornerà, sarà necessario un confronto con i vertici nazionali. Non escludo che si possa arrivare fino alla fine del mandato prevista per ottobre 2025”
Nei prossimi giorni incontrerete Toti nella sua casa di Ameglia insieme agli altri leader dei partiti di governo. Si può andare avanti così, con riunioni “a domicilio”?
“Attendiamo con fiducia la revoca dei domiciliari per proseguire con determinazione questo mandato. La giunta regionale sta lavorando con grande impegno e mi sembra che i liguri non abbiano risentito di ciò che sta accadendo. A loro interessa che la Regione continui a lavorare in sinergia con il sindaco Bucci”
Vi siete sentiti esclusi dal vertice con Piana, Giampedrone e Scajola?
“No, perché c’erano il presidente ad interim e due uomini di Toti. Venerdì lo incontrerò come coordinatore regionale di Fratelli d’Italia e, quindi, rappresenterò tutto il partito, compresi i nostri assessori membri della giunta regionale”
Intanto in ottica elezioni la sinistra vira su Andrea Orlando, voi avete un nome pronto?
“Abbiamo un paio di nomi, sono persone vicine al centrodestra ma senza una tessera di partito. C’è la loro disponibilità ma al momento i tempi sono prematuri in quanto bisognerà prima capire quando durerà questa legislatura. Abbiamo un nome di alto profilo, accreditato nel mondo civico, attediamo solo di vedere quando ci saranno le elezioni”
Giampedrone ha detto che la ‘gamba’ civica è fondamentale, come la vedete?
“È fondamentale se mantiene una coerenza di rapporti e alleanze. Se succede come a Sanremo non è utile ma diventa dannosa. Su questo voglio essere chiaro e diretto: se la "gamba" civica va dove la porta il vento, allora sono assolutamente contrario”
La vostra idea di Liguria è in continuità con il modello Toti nei rapporti tra civismo e partiti o punterete a ribaltare gli equilibri?
“In questo momento sono i partiti che stanno sorreggendo Toti. Nel primo mandato c’era un civico fortissimo in tutte le province, ora i partiti sono tornati forti e ad avere il loro ruolo naturale. Gli stessi partiti che stanno decidendo di continuare a far governare Toti. Noi rispettiamo il modello Toti-Bucci e deve essere un esempio per andare avanti, non in chiave civica ma come modello di rilancio per la nostra Liguria”