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Attualità | 27 giugno 2024, 08:30

Il ‘vascello’ di San Pietro: dalla tradizione il metodo casalingo per prevedere come andrà il futuro

Realizzato con un albume d’uovo inserito in una bottiglia d’acqua, viene lasciato all’aperto durante la notte. In base alla forma che andrà a crearsi all’interno si può scoprire se si avrà o meno fortuna

Foto Facebook

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Acqua e albume d’uovo sono in grado di aiutarci a scoprire che cosa ha in serbo il futuro? 

Secondo la tradizione, proprio in questi ultimi giorni di giugno, si tratta di alleati preziosi per cercare di avere indizi su quanto accadrà, ma solo dal punto di vista metereologico. In che modo? Creando il cosiddetto ‘vascello di San Pietro’, che proprio nella notte tra il 28 e il 29 giugno viene realizzato per avere le idee un po’ più chiare sul tempo che farà.  

Per realizzarlo occorre prendere un vaso o una bottiglia, rigorosamente di vetro e di forma panciuta, e riempirla per metà d’acqua fredda; all’interno andrà poi fatto scivolare l’albume di un uovo. Il contenitore va posizionato all’aperto, possibilmente sotto un albero o in un prato, ma va bene anche il balcone di casa: l’importante è fare attenzione e muovere il meno possibile la bottiglia. 

 

Durante la notte l’albume assumerà una forma particolare, da cui deriva il nome di ‘vascello’ o ‘barca’: i filamenti bianchi si saranno allungati, tanto da creare quelli che possono sembrare vele spiegate e alberi maestri. La previsione, a questo punto, va interpretata secondo la tradizione contadina: se le vele sono aperte annunciano l’arrivo del sole, mentre le vele chiuse e sottili sono presagio di maltempo e pioggia. Inoltre, se la forma del veliero è particolarmente aggraziata, si dice che sia un buon auspicio per i raccolti nei campi. Secondo il folklore popolare, sarebbero prodotte proprio da San Pietro che, soffiando nel contenitore di vetro, farebbe assumere all'albume la giusta conformazione. Spesso, nonostante vengano seguite scrupolosamente le indicazioni, accade però che dentro la bottiglia non si venga a creare nessuna forma particolare, con la comparsa di filamenti di difficile interpretazione: questo dipende dal fatto che l’uovo, pesando poco più dell’acqua, tende ad appoggiarsi sul fondo della bottiglia, prendendo poi il calore dalla superficie su cui viene adagiato, scaldandosi in maniera differente in base alle temperature del periodo. Una volta trascorsa la notte, durante le prime ore del mattino, l'albume si riscalda nuovamente, diminuendo la sua densità e tentando di risalire verso l’alto, issando così, in un certo qual modo, le vele. Le credenze popolari sono da sempre molto legate ai fenomeni atmosferici: da questi dipendevano non solo i raccolti stagionali, ma l’intera sussistenza di famiglie e villaggi. 

E, sempre nella giornata dei Santi Pietro e Paolo, esistono alcuni detti genovesi che raccomandano ai bagnanti di evitare di fare tuffi, in mare per non fare una brutta fine:  

“San Pé u ne veu un pe lê" (San Pietro ne vuole uno per lui)

"San Pé te tia pe’ i pê" (San Pietro ti tira per i piedi) 

La motivazione va ricercata nell’attività svolta da San Pietro: il pescatore. Si narra quindi che, storicamente, abbia ‘pescato’ alcuni bagnanti sventurati proprio nella giornata che lo celebra, creando una superstizione che ancora oggi trova spazio.  

Chiara Orsetti

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