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Botteghe storiche e locali di tradizione | 17 giugno 2024, 08:00

Botteghe storiche e locali di tradizione - La vetreria Bottaro, l'arte e la passione per il vetro (e non solo)

In piazza delle Scuole Pie dal 1936, l’attività della famiglia Bottaro è iniziata alla fine dell’Ottocento con il primo stabilimento vetraio in distacco Marsala. Oggi alla guida della bottega ci sono i fratelli Marco e Paola

Botteghe storiche e locali di tradizione - La vetreria Bottaro, l'arte e la passione per il vetro (e non solo)

Continua con questo lunedì, e andrà avanti per tutti i lunedì successivi, un servizio seriale de ‘La Voce di Genova’ dedicato alle Botteghe Storiche e ai Locali di Tradizione della nostra città. Siamo partiti con il punto di vista dell’assessora comunale al Commercio, Paola Bordilli, e del segretario generale della Camera di Commercio di Genova, Maurizio Caviglia.Vogliamo raccontare, di volta in volta, quelle che sono le perle del nostro tessuto commerciale, e che ci fanno davvero sentire orgogliosi di appartenere a questa città. Buon viaggio insieme a noi! 

Una quiete, interrotta dal rumore del tintinnio degli strumenti da lavoro, avvolge piazza delle Scuole Pie, un angolo di centro storico destinato a essere raggiunto da chi sa avere pazienza.

Qui dal 1936 si affaccia la vetreria Bottaro, una delle più antiche botteghe storiche della città, uno di quei luoghi che sa tenere accesa la scintilla dello stupore e l’arte del saper fare che deriva dall’esperienza.

Qui, tra lavorazioni storiche e manufatti che hanno oltre un secolo, i fratelli Paola e Marco Bottaro sono gli eredi di una tradizione iniziata attorno al 1870.

Capostipite fu Edoardo, bisnonno di Paola e Marco, a fine Ottocento mandato a Parigi dal padre Giuseppe, sarto genovese, per imparare nuovi tagli e conoscere nuovi modelli da portare in città.

Li aveva visto le vetrate delle cattedrali - racconta la pronipote Paola - e ne era rimasto così affascinato da decidere di cambiare mestiere e mettersi a fare vetrate rilegate in piombo e in tutte le altre lavorazioni Liberty dell’epoca”.

Paola racconta ancora: “In quel periodo erano di moda le decorazioni floreali per gli appartamenti, si erano riscoperte la decorazione e il valore delle vetrate in casa”.

Un avvio che ha visto la vetreria peregrinare per la città prima di trovare la sistemazione definitiva in piazza delle Scuole Pie: “Il bisnonno ha fondato l’azienda attorno al 1870, abbiamo stimato - racconta ancora Paola -. Abbiamo un documento del 1901 e sappiamo che a inizio Novecento si trovavano in distacco Marsala, in un vero e proprio stabilimento vetrario. Da li, per motivi vari, si sono spostati in piazza della Stampa, poi in vico dei Tintori, una delle vie della vecchia Piccapietra che oggi non esiste più”.

Lasciata piazza dei Tintori per piazza Scuole Pie, è iniziata l’attività per come la si conosce ancora oggi, tanto che nella bottega si trovano ancora numerosi documenti e antichi strumenti per la lavorazione.

Bottaro prosegue: “Qui i miei nonni hanno fatto la guerra e accoglievano le famiglie a cui era stata bombardata la casa preparando da mangiare. Qui avevano il gas necessario per alcune lavorazioni ma quando serviva, si ritrovavano in piazza per aiutarsi, come accadeva in quasi tutta la zona”.

Vetrate colorate, creazioni artistiche, ma anche produzioni moderne per complementi d’arredo, ancora oggi, nella bottega Bottaro si preparano come una volta: “Quando richiesto, si preparano dei bozzetti da far vedere ai clienti; si prepara poi un cartone e si procede a tagliare i vetri che saranno poi rilegati con l’ottone, con il piombo o con la tecnica Tiffany ma ci sono anche altre lavorazioni”.

Faccio tanti restauri - continua Paola - mi chiedono anche qualche vetrata nuova ma, a differenza dell’anno scorso dove ne abbiamo fatte tante, quest’anno c’è meno richiesta. Tutto è collegato in modo molto stretto a quello che accade nel mondo. Il fatto di fare lavorazioni diverse, non soltanto quelle artistiche, come specchi, mensole, finestre, vetri per quadri e qualche piccola riparazione, ci permette di stare a galla. Stiamo lavorando tanto con i bar che chiedono banconi. Stanno nascendo nuove attività che però sono sempre legate al turismo”.

Sotto gli antichi soffitti voltati a padiglione lunettato sono conservati numerosi oggetti appartenuti alla famiglia, testimoni non soltanto delle vicende dei Bottaro. Tagliavetri, tiralinee, smerigliatrici, se non ancora in uso, sono riposti in apposite vetrine. 

Ma su tutti, c’è un oggetto che ha lasciato numerosi interrogativi: “Si tratta di uno specchio, che si può chiamare manopola, su cui è inciso il negativo di una fotografia di mio nonno bambino, poi argentata. Abbiamo anche la foto originale. Io non ho ancora capito com’è stata realizzata [dal bisnonno n.d.r.], mio fratello dice di aver capito. In qualche maniera, è stato passato il negativo su una lastra di vetro ma, ancora, non siamo sicuri di come ci sia riuscito”.

Isabella Rizzitano

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