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Attualità | 16 giugno 2024, 08:30

Una vita dedicata agli animali, l’ispettore Alessandro Pilotto ora si gode la pensione: “Le unità cinofile? Sono un coda, sei zampe e un unico vero cuore”

Dopo trent’anni di attività, il 31 maggio scorso si è conclusa la sua avventura lavorativa: “Gli animali ci insegnano l'amore incondizionato, qualcosa di fondamentale che spesso manca nella nostra vita”

Una vita dedicata agli animali, l’ispettore Alessandro Pilotto ora si gode la pensione: “Le unità cinofile? Sono un coda, sei zampe e un unico vero cuore”

Il 31 maggio scorso si è conclusa l’avventura lavorativa dell’ispettore Alessandro Pilotto, responsabile della squadra cinofili della questura di Genova

Alessandro ha lavorato per trent’anni in questo reparto, è stato prima conduttore, poi assistente dei cinofili antiesplosivi, e infine responsabile. La sua lunga carriera è stata caratterizzata da grande professionalità e qualità umane, che lo hanno reso un comandante e cinofilo di esperienza apprezzato da tutti.

Come hai iniziato e come sei entrato nella polizia?
“È successo un po' per caso. Ho partecipato a un concorso con la Monte dei Paschi di Siena e con la società Autostrade, e poi ho vinto il concorso in polizia. È stato un po' come un gioco del destino. Ho fatto la domanda per entrare in polizia l'ultimo giorno prima che scadesse il bando. Una volta entrato in polizia, ho seguito il corso e poi sono diventato agente.

Perché hai scelto proprio la squadra cinofili?
Anche questa scelta è stata abbastanza casuale. Quando ho iniziato il corso in polizia, sono entrato nel reparto mobile, che è l'unità di ordine pubblico. Poi, dopo un anno e mezzo, ho scoperto l'unità cinofila e ho capito che mi piaceva lavorare con gli animali. Sono cresciuto in campagna, nella zona delle Valli Borbera e Scrivia e ho sempre considerato gli animali una parte fondamentale del mio mondo”.

Da dove vieni di preciso?
“Il paese da cui provengo si chiama Dego. È famoso per una battaglia napoleonica”. 

Quindi hai scelto l'unità cinofila un po' per caso?
Sì, un po' per caso. Sono finito nel reparto mobile, l'unità di ordine pubblico. Eravamo quelli che intervenivano rapidamente in caso di disordini. Ho fatto la scuola a Piacenza da agente, e poi sono arrivato a Genova. Dopo un po' di tempo, ho scoperto l'unità cinofila e ho capito che mi piaceva lavorare con gli animali, perché vengo dalla campagna e considero gli animali una parte fondamentale del mio mondo. Non si tratta solo di addestramento, ma di creare un modo di comunicare con gli animali”.

Il lavoro di Alessandro con i cani antiesplosivo e antidroga non si è mai basato su un addestramento rigido, ma piuttosto sul gioco e sulle capacità naturali degli animali. Pilotto sottolinea che il lavoro con i cani non riguarda solo l'addestramento tecnico, ma anche la costruzione di un modo di comunicare unico con gli animali.
La ricerca di droghe e esplosivi è basata sul gioco. Non si tratta di addestramento in senso stretto, ma di sfruttare le capacità naturali dei cani. Lavorare con i cani mi ha permesso di ritrovare una naturalezza che spesso manca nella nostra vita quotidiana”.

C'è un'operazione che ricordi in particolare con l'unità cinofila?
“Ci sono state molte operazioni, ma una che ricordo con piacere è stata quando siamo saliti sul palco di Sanremo. Due delle nostre unità cinofile, i cani antiesplosivo, sono state presentate in diretta televisiva. È stato un riconoscimento importante per il nostro lavoro. Sanremo è seguitissimo e vedere i nostri cani in prima serata per noi è stato un successo”.

Nella sua lunga carriera Pilotto ha maturato una profonda comprensione del ruolo della polizia nella società moderna: la repressione dei reati non può essere l'unica risposta ai problemi sociali.

"Penso che la repressione da sola non basti. Serve più educazione alla legalità. La polizia può fare molto, ma è la scuola che deve formare le coscienze. La nostra società è complessa e spesso disconnessa dalla natura e dalla vera comunicazione umana. Gli animali ci insegnano l'amore incondizionato, qualcosa di fondamentale che spesso manca nella nostra vita. Ad esempio, i cani non giudicano in base alla tua posizione sociale o al tuo lavoro. Riconoscono e amano la tua essenza. Questo è ciò che manca nella nostra società moderna. Vorrei sottolineare l'importanza del rapporto naturale e autentico che possiamo avere con il mondo e con gli animali. È un legame che ci riporta alla nostra essenza più vera e ci insegna tanto. La nostra società spesso ci distacca da questo, ma è importante ritrovare questi valori”.

In tutti questi anni di attività c’è qualcosa di cui vai particolarmente orgoglioso?
Il Comune di Genova ci ha regalato la cremazione gratuita dei cani matricolati, quelli affidati ai loro conduttori. Prima, quando un cane della polizia veniva a mancare, era considerato quasi come un rifiuto speciale. Noi avevamo chiesto che questi cani, dopo anni di servizio, venissero trattati con il rispetto che meritano. Ora, grazie a questa iniziativa, la cremazione è gratuita per i cani che sono stati matricolati e affidati ai loro conduttori. È stato un gesto di grande sensibilità e rispetto per il nostro lavoro e per i nostri compagni a quattro zampe”.

Tra i progetti per il futuro per l’ispettore in pensione c’è quello di realizzare un canile etico. Più che un sogno nel cassetto è una vera e propria richiesta che gli arriva da più parti.

“Il concetto di canile etico va oltre il semplice accudimento degli animali. Si tratta di un luogo dove il benessere e la dignità degli animali sono prioritari”.

Marco Garibaldi

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