Cultura - 14 giugno 2024, 08:00

Alla scoperta dei Rolli - Palazzo Agostino Pallavicino, il primo gioiello di una lunga epopea

Voluta dal senatore della Repubblica, la dimora è la prima di Strada Nuova a essere stata costruita. Al suo interno sono conservati i bellissimi affreschi dei fratelli Semino

Inizia oggi, e andrà avanti per tutti i venerdì successivi, ‘Alla scoperta dei Rolli’, un servizio seriale de ‘La Voce di Genova’ dedicato a una delle caratteristiche principali della nostra città, che è valsa anni fa il riconoscimento Unesco come Patrimonio dell’Umanità. Si tratta del sistema dei Palazzi dei Rolli: edifici che sono vere e proprie perle del centro storico e non solo. Vi accompagneremo dentro con i nostri racconti, ve li faremo scoprire con le fotografie, vi illustreremo aneddoti e curiosità. Sempre per amore di Genova e delle nostre eccellenze. Buon viaggio insieme a noi!

Dal lato di via Garibaldi più vicino a Fontane Marose, la Strada Nuova di fine Cinquecento, iniziarono i lavori per la costruzione del nuovo asse viario che avrebbe composto poi ‘l’ossatura’ di quel giardino architettonico che ancora oggi è la via.

Si iniziò con lo sbancamento del promontorio di Montalbano che, da Castelletto, scendeva fino alla parte bassa della città; quasi parallelamente, di fronte, non si risparmiò la demolizione di alcuni vecchi edifici medievali che ‘concludevano’ il centro storico.

Un lavoro importante, propedeutico a creare lo spazio su cui far sorgere le lussuose dimore delle famiglie di commercianti e banchieri, notabili, politici e uomini illustri che la Repubblica annoverava tra le sue mura e che ne fecero il loro ‘biglietto da visita’.

Il primo a impegnarsi nella costruzione di un importante palazzo e iniziare a comporre l’elenco dei Rolli fu Agostino Pallavicino, senatore e ambasciatore della Repubblica di Genova presso Carlo V.

I lavori per la sua nuova residenza iniziarono nel 1558 sotto la direzione di Bernardino Cantone. Il progetto venne fortemente influenzato dalle opere dell’architetto Galeazzo Alessi, molto attivo in città, tanto che per diversi anni la critica volle pensare che il progetto fosse proprio del perugino.

Il palazzo di Agostino Pallavicino fu dunque il primo a prendere forma: l’atrio, il cortile e il giardino (oggi perduto) si susseguivano nella più consueta catena che, ai giorni nostri, risulta fortemente modificata.

Un bugnato di pietra di Promontorio caratterizza la facciata su cui non mancano citazioni michelangiolesche con le mensole ‘inginocchiate’, alterata dalla metà dell’Ottocento dall’apertura di via Interiano, a opera dell’architetto Ignazio Gardella senior.

Un intervento che ha decentrato le simmetrie e che ha regalato al palazzo un doppio affaccio.

Ma, quasi fosse uno schema, le meraviglie sono conservate lontano dagli occhi di chi non ha voglia di scoprire.

All’interno, infatti, si trovano due cicli di affreschi realizzati da Andrea e Ottavio Semino, fratelli figli di pittore e nomi tra i più celebri del panorama del tempo.

Al pian terreno, i due fratelli raccontano storie di Alessandro e di Scipione mentre, al secondo piano, raccontano le storie di Psiche e del grande Convito per le nozze con Amore. Il tuto, mentre sulle pareti si trovano scene di paesaggio raffiguranti i piaceri della vita in campagna.

Una ricchezza che valse subito al palazzo e ad Agostino l’inserimento nel primo bossolo, il più importante, già nel primo censimento. Uno status che, tuttavia, nel 1588 subì un declassamento, subito compensato undici anni più tardi con il terzo censimento che portò stabilmente il palazzo tra i più importanti.

Tra gli amici illustri, la famiglia Pallavicino potè annoverare Peter Paul Rubens, celebrato lo scorso anno per i quattrocento anni dalla pubblicazione del suo libro ‘Palazzi di Genova’. I figli di Agostino, infatti, sono protagonisti di numerose vicende legate all’artista fiammingo, una su tute quella che li vede coinvolti nella costruzione della Chiesa del Gesù dove sono conservate due tele del pittore.

Passato alla famiglia Cambiaso alla metà del Settecento, il palazzo venne tagliato su un fianco dall’apertura di via Interiano del 1854, il prospetto venne tagliato su un fianco e rivestito da un paramento in pietra e marmo a modello di quello preesistente.

Oggi proprietà di una nota banca, il palazzo è visitabile solo in occasione delle aperture in concomitanza dei Rolli Days.