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Eventi | 13 giugno 2024, 14:30

Zena Hip Hop Connection, la musica che unisce le periferie: “Il nostro obiettivo? Rendere accessibili a tutti i concerti” (Video)

Otto appuntamenti da giugno a settembre che toccheranno varie location tra cui Cep, Voltri e Sampierdarena, coinvolgendo diverse associazioni locali. “Spesso i festival hanno dei costi elevati e non tutti se lo possono permettere, noi lavoriamo per eventi completamente gratuiti"

Zena Hip Hop Connection, la musica che unisce le periferie: “Il nostro obiettivo? Rendere accessibili a tutti i concerti” (Video)

Il festival Zena Hip Hop Connection prende il via con due serate gratuite a Villa Bombrini domenica 16 e venerdì 21 giugno.

Organizzato da Genova Hip Hop Festival e Duemilagrandieventi, l'evento comprende esibizioni di artisti storici dell'hip hop internazionale come Apollo Brown, Philmore Green, Masta Ace e Marco Polo, oltre a talk ed esibizioni di artisti emergenti locali.

“Il Genova Hip Hop Festival è nato nel 2018 quando Elisa Serafini, che ai tempi era assessora alle politiche giovanili, ha voluto investire su di noi e mi chiese di organizzare un festival sulla trap - ci racconta Anis Tesh Hafaiedh, direttore artistico del festival - Noi abbiamo subito ribattuto dicendo che la trap nasce dalla cultura hip hop e che ha dei valori di base. Quindi abbiamo voluto fare un festival sulla cultura hip hop che sposasse i valori di aggregazione, unione, condivisione, collaborazione e rivalsa sociale”

Il programma della prima serata, il 16 giugno, include la presentazione del libro "Testi Espliciti" con gli autori Paola Zukar e Claudio Cabona, seguita dalle performance di artisti locali come Joe Black, Impe e Giulia Wha. La serata culmina con i concerti di Apollo Brown e Philmore Green, aperti dal rapper Johnny Marsiglia, con DJ Kamo alla console.

La seconda serata, il 21 giugno, vede esibirsi artisti locali come Ignoranza Urbana e HellsY, e si conclude con le performance di Kaos e DJ Craim per il Fastidio Tour 2024, Masta Ace e Marco Polo, seguite dal dj set di Mr. Phil.

Come è cresciuto, come si è sviluppato in queste sei edizioni il festival?

“Tra alti e bassi - spiega Anis Tesh Hafaiedh - La prima edizione è stata subito una bomba, abbiamo fatto 3500 ingressi, iscritti da 13 nazioni diverse al contest di breakdance, abbiamo avuto acquisti online da tutta Italia. Poi la seconda e la terza edizione sono state un pochino più scariche, poi c'è stato il Covid che ci ha tenuti fermi per un annetto abbondante. Si è ripartiti con la quarta edizione che è stato l'evento di Prua Pra'. Invece, la quinta edizione è stata fatta ai Giardini Baltimora e anche lì abbiamo fatto 4000 persone, è stato un evento molto bello.

La particolarità di questi ultimi anni è che siamo riusciti, sempre attraverso dei bandi comunali, a fare degli eventi gratuiti. Questa cosa per noi è un messaggio molto forte perché l'idea di rendere accessibili i concerti o i festival, che spesso hanno dei costi elevati e non tutti se lo possono permettere, è una cosa che ci piace e ci rende orgogliosi del lavoro che facciamo”. 

Il festival, che ha ottenuto il finanziamento del Comune di Genova, mira a portare eventi culturali gratuiti di qualità in diverse zone cittadine, con otto appuntamenti da giugno a settembre che toccheranno varie location tra cui Cep, Voltri e Sampierdarena, coinvolgendo diverse associazioni locali.

Eventi gratuiti quasi tutti o tutti che si svolgono in periferia. Questa è una scelta precisa che avete preso dall'inizio?

“Esatto, in questo caso questa sesta edizione dell'Hip Hop Festival nasce grazie a una collaborazione con Duemila Grandi Eventi con la quale abbiamo partecipato al bando delle periferie e abbiamo vinto questi fondi con cui riusciremo a realizzare 8 eventi gratuiti, tutti nelle periferie, quasi tutti nel ponente genovese. Ci saranno varie iniziative di vario genere per cercare di creare un festival che in qualche modo tocchi anche un pubblico diverso, magari i più adulti che vengono per ascoltare artisti un po' più storici della cultura hip hop, ma anche i bambini che vengono a fare breakdance o a partecipare al torneo di basket.

Di base, il nostro pubblico è tra i 20 e i 30 anni, ma ci piace anche l'idea di aprirci a generazioni diverse”.

Marco Garibaldi

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