Via libera della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio, non senza riserve, alla discussa Funivia del Lagaccio, l’infrastruttura che nelle intenzioni di progetto, dovrebbe collegare la Stazione Marittima con il Forte Begato attraversando il quartiere genovese.
La Soprintendenza, dopo aver visionato la documentazione e aver chiesto integrazioni e approfondimenti, ha rilasciato il parere indicando modifiche e ‘bocciando’ senza riserve alcune proposte presentate.
Su tutte, nessun via libera alle bandiere decorative con lo stemma di San Giorgio, simbolo della città, ritenute un elemento disturbante che rischia di accentuare la verticalità dell’opera.
I pennoni che il sindaco Bucci sognava, ribadendo l’identità genovese, sono stati eliminati.
Via anche le pareti vetrate dalle fermate, che diventeranno zone all’aperto con meccanismi a vista; ancora, strutture in cemento ridotte al minimo necessario per ‘abbattere’ l’impatto sul contesto urbanistico in cui la funivia sorgerà.
A proposito delle fermate, la Soprintendenza ha chiesto che le colorazioni siano tali da renderle riconoscibili ma siano anche meno evidenti, accantonando così il rosso del progetto numero uno.
Diverso è il caso dei piloni, discussi sin dalla prima presentazione. Per le Belle Arti, stando alla prima indicazione rilasciata, si sarebbe dovuto cercare di abbassarne l’altezza, richiesta tuttavia impossibile perché, come si legge nel documento, ‘la posizione, l’altezza e la configurazione è di fatto immodificabile’.
Su questo, gli uffici torneranno a esprimersi più avanti, quando il progetto avrà ulteriori e puntuali elementi tanto che sono stati richiesti foto e video con inserimenti reali delle stazioni e dei piloni in modo da poter effettivamente comprendere quali saranno gli impatti visivi.
La Soprintendenza vuole ‘vederci chiaro’ e comprendere, una volta ultimata la costruzione, come cambierà l’area con particolare accento su Villa del Principe, Museo del Mare e non solo. Basti pensare alla zona di Principe e alla Commenda di Pre e, ovviamente, a Forte Begato dove sarà disposta la stazione di arrivo e dove gli scavi saranno eseguiti con metodo archeologico.
Chiare anche le disposizioni sul verde che dovrà essere salvaguardato e, in caso di mancanza di alternativa agli abbattimenti, dovrà essere ripristinato.
Non è il primo parere che la Soprintendenza rilascia.
Lo scorso anno le indicazioni arrivate dagli uffici per la tutela del patrimonio avevano imposto pesanti modifiche bocciando il primo progetto e imponendo un ridisegno dell’impianto, finanziato con oltre quaranta milioni di fondi complementari al Pnrr.
In particolare, gli uffici delle Belle Arti avevano chiesto un abbassamento e una modifica alla forma dei piloni per ridurre l’impatto sul panorama che, come evidenziato dal secondo parere, non è possibile soddisfare a meno che non si aumenti il numero dei piloni stessi.
Indicazioni recepite dal Comune e dalle imprese coinvolte nel progetto e tradotte nella riformulazione del progetto che ora entrerà in una fase esecutiva prima dell’avvio dei lavori su cui pendono due ricorsi al Tar.
Il comitato No Funivia - Con i piedi per terra, resta contrario al progetto posizioni indicando l’infrastruttura come inutile ed economicamente insostenibile. “Manca un’analisi costi-benefici”, è stato ribadito, sottolineando come non siano mai state prese in considerazione alternative già esistenti come la Cremagliera.
Si attende ora la decisione del Tar.