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Attualità | 06 giugno 2024, 10:19

Esselunga a Sestri Ponente, sbloccata la pratica in Regione

La realizzazione del terzo punto vendita in città aveva subito uno stop nelle scorse settimane. Ora il via libera arriva dalla giunta, con il vincolo della realizzazione degli interventi di messa in sicurezza del Chiaravagna

Un render del progetto

Un render del progetto

La pratica per portare avanti il progetto della realizzazione del nuovo punto vendita a marchio Esselunga a Sestri Ponente è stata sbloccata dalla giunta regionale. 

Dopo lo stop della Conferenza dei Servizi prevista per lunedì 27 maggio e sospesa, probabilmente, per la vicenda giudiziaria che ha visto coinvolti il presidente della Regione Giovanni Toti e l’ex manager del colosso della Grande Distribuzione Francesco Moncada, l’iter burocratico va avanti con il parere favorevole della giunta al rilascio dell’autorizzazione commerciale richiesta dal colosso della grande distribuzione. 

Il progetto prevede la creazione di uno store di ben 3.400 metri quadrati. Il nuovo edificio, sito tra via Hermada e via Albareto nell’area della ex Cognetex, ormai demolita, misurerà complessivamente 6.434 metri quadrati, secondo il progetto elaborato dallo studio di architettura Fabio Nonis di Milano e dallo studio Canepa Associati di Genova, e comprenderà anche l’area destinata ai parcheggi: 184 al primo piano, 184 al secondo piano, suddivisi in due comparti; e 146 per auto più 16 posti moto sulla copertura. 

Il via libera della Regione prevede il rispetto degli accordi per eseguire gli interventi di messa in sicurezza del torrente Chiaravagna, e a questo punto il Comune può convocare nuovamente la seduta per la Conferenza dei Servizi e portare avanti l’approvazione definitiva del progetto. 

Le vicende giudiziarie che vedono coinvolti il presidente della regione e l’ex consigliere di amministrazione sembrano quindi non essere legate al prosieguo dell’iter burocratico, che secondo l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Alessio Piana ha subito un rallentamento per ragioni di tempi tecnici e non per i possibili sviluppi legati all’inchiesta. 

La sempre più probabile apertura del terzo punto vendita Esselunga continua a far storcere il naso ai commercianti della zona, ai comitati e al Civ, oltre a Confcommercio e Confesercenti che, nelle scorse settimane, avevano espresso la loro preoccupazione. Il presidente Provinciale di Confesercenti Massimiliano Spigno aveva duramente commentato la decisione di sospensione della seduta dello scorso 27 maggio: “Sarebbe stato opportuno non svolgere nemmeno la seduta di 15 giorni fa, non perché ovviamente questo equivalga ad una sentenza, ma perché non è possibile esaminare una pratica del genere con questa situazione a livello mediatico e istituzionale. Già dal primo esame sono peraltro emersi alcuni elementi che meritano sicuramente un approfondimento e per i quali sarà indispensabile richiedere un accesso agli atti: il verde pubblico sul tetto è effettivamente accessibile ai cittadini a prescindere dagli acquisti in struttura? E' rispettata la normativa prevista dalla programmazione commerciale regionale (centri storici commerciali, ecc...)? ecc...Ma prima ancora della contrarietà al progetto di per sé, rispetto alla situazione economico-sociale e alla stato della rete distributiva, nonché ai rilievi puntuali al progetto, c'è un tema di chiarezza imprescindibile”.

Dello stesso avviso anche Alessandro Cavo,  presidente di Ascom Confcommercio: “Come Ascom Confcommercio, anche questa volta avremmo nuovamente richiesto il rinvio della seduta anche per le citate ragioni di opportunità e di verifica di quanto ultimamente emerso, ribadendo inoltre la nostra posizione assolutamente negativa a tale insediamento. Infatti stiamo portando avanti in merito azioni legali.  Negli ultimi decenni la città di Genova ha sperimentato una significativa diminuzione della popolazione. Una delle conseguenze più evidenti è la diminuzione del numero di acquirenti locali. Con meno residenti, la domanda di beni e servizi è calata, influenzando negativamente le vendite dei negozi del territorio. Questo trend è particolarmente preoccupante per i piccoli esercizi commerciali, che fanno affidamento principalmente sulla clientela locale per la loro sopravvivenza. Stiamo assistendo alla chiusura di numerosi negozi  e la saracinesche abbassate  non solo impoveriscono  il tessuto commerciale cittadino, ma creano situazioni di degrado urbano, rendendo sempre più concreto il fenomeno della desertificazione  dei centri storici della nostra policentrica Genova”.

Per il presidente di Ascom Confcommercio, inoltre, è necessario tenere in considerazione la minore capacità di spesa dei cittadini soprattutto alla lice dell’aumento delle spese fisse a carico di ognuno, elemento che pesa ulteriormente nella contrazione dei consumi: "Riteniamo pertanto che una grande struttura di vendita come quella che si vuole insediare a Sestri Ponente di 3370 mq di cui 2259 di alimentare e 1011 di non alimentare, dotata di ampi parcheggi, ristorazione, zone ludiche , ecc. non possa sicuramente essere considerata come un intervento di rigenerazione urbana  ma  che  inevitabilmente modificherà i flussi dei clienti, causando un danno irreversibile alle imprese  del centro storico di Sestri Ponente e della città”.

Chiara Orsetti

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