Attualità - 31 maggio 2024, 08:00

Oltre il canestro: Dan Peterson, ottantotto anni dedicati al basket che oggi ripercorre a Chiavari

Di recente è entrato ufficialmente nella Hall of Fame di questa disciplina: “Una notizia che mi ha sorpreso e, allo stesso tempo, mi ha fatto piacere”. Appuntamento presso l'Auditorium San Francesco dalle 17 in occasione de “Le Giornate di Chiavari”

Dan Peterson, figura iconica del basket mondiale che ha lasciato un'impronta indelebile non solo in Italia ma anche a livello internazionale, sarà presente a Chiavari in occasione de "Le Giornate di Chiavari", un festival che celebra le identità storiche della cittadina. 

La presenza di Dan Peterson a Chiavari è un'opportunità unica per incontrare una leggenda del basket e ascoltare le sue storie. La sua carriera, ricca di successi e riconoscimenti, continua a ispirare appassionati di basket e sportivi di tutto il mondo.

Durante il viaggio di arrivo in Liguria siamo riusciti a parlargli.

Nella sua lunga carriera è già stato nel Tigullio e Chiavari?

“Sono già stato in Liguria a Genova per le partite, per visionare alcuni giocatori. A Rapallo il mio presidente Bogoncelli aveva una casa, sono stato anche a Chiavari ma, del resto, ho visto un po’ tutta l’Italia”.

Nato nell'Illinois 88 anni fa, Peterson è arrivato in Italia nel 1973 per allenare la Virtus Bologna, segnando l'inizio di una carriera che avrebbe trasformato il panorama del basket italiano. Il suo passaggio all'Olimpia Milano nel 1978 ha portato a un periodo di incredibili successi: quattro campionati italiani, due Coppe Italia, una Coppa Korac e la Coppa dei Campioni nel 1987. Dopo aver conquistato tutto, si è ritirato dall'attività di allenatore per dedicarsi al ruolo di commentatore sportivo, diventando anche una figura popolare nelle campagne pubblicitarie.

Prima del suo arrivo in Italia, Peterson aveva già accumulato esperienze significative. Ha iniziato la sua carriera come capo allenatore in un college di terza divisione, McKendree, per poi diventare assistente alla Michigan State sotto Forddy Anderson e successivamente eccellente coach all'università del Delaware. Il suo lavoro con la Nazionale cilena dal 1971 al 1973 ha segnato il periodo migliore della storia del basket cileno.

Recentemente è entrato nella Hall of Fame della Fiba. È ufficialmente uno dei personaggi più rappresentativi del mondo cestistico. Che effetto le fa?

“Questa notizia mi ha sorpreso e, allo stesso tempo, mi ha fatto piacere. Sono molto riconoscente alla Fiba che mi ha premiato per la mia carriera internazionale che non si limita a Milano o Bologna ma penso anche alla guida della nazionale cilena dal ’71 al ’73. Questa avventura mi ha trasformato da allenatore americano ad allenatore internazionale”.

Come si è evoluto il basket negli anni? C’è stato un miglioramento nel gioco e nella tattica?

“Il grande cambiamento è avvenuto dal 2000 in poi con questa esasperazione del tiro da tre punti e del gioco pick and roll (fase di gioco che libera al tiro guardia e playmaker). Non c’è più la varietà che c’era ai miei tempi. Una volta usavamo tutto il campo, oggi invece nessuno fa tiri da due punti. Molte squadre oggi rinunciano a 2/3 della zona d’attacco. Per me questo è un suicidio. Il palleggio-arresto-tiro era l’arma più importante mai inventata. Ora invece c’è l’esasperazione del gioco da tre punti”.

La tappa chiavarese è in programma presso l'Auditorium San Francesco, via Entella 7, dalle 17:00 alle 19:00. Durante l'incontro, Peterson terrà un intervento e saranno disponibili copie autografate del suo libro, grazie alla collaborazione con Randstad.

Le Giornate di Chiavari, organizzate da Massimiliano Finazzer Flory, includono anche incontri con illustri ospiti come lo storico Ernesto Galli della Loggia, il direttore della fotografia Vittorio Storaro, il filosofo Elio Franzini e l'economista Alberto Mingardi. Il festival offre anche mostre dedicate alla Divina Commedia, arte contemporanea e radio d'epoca, tra altre attività culturali.