Dopo la confisca del bar Libeccio, avvenuta in seguito all’inchiesta che ha coinvolto i gestori e che ha portato alla condanna per sei persone, il locale attende di avere una nuova vita. A riportare al centro del dibattito la questione è il consigliere comunale Filippo Bruzzone che, attraverso un’interpellanza, ha richiesto all’assessore con delega alla Gestione del Patrimonio comunale non abitativo e alla Valorizzazione del patrimonio immobiliare comunale Francesco Maresca aggiornamenti sulla situazione dell’infrastruttura, definita “strategica per il quartiere”.
“Si tratta di un bene strategico anche come postazione per la pubblica amministrazione, per un uso associativo e istituzionale - ha confermato Maresca -. Quando ho avuto l’interlocuzione con il presidente dell’Agenzia Antimafia a Roma avevamo parlato di alcuni beni, tra cui anche di questo: al momento non è ancora stato indetto il bando per riunire la Commissione dove saranno presentate le richieste di diversi enti, fra cui il Comune di Genova e la Prefettura, per poter avere la gestione di questo bene”.
“Siamo in continuo contatto perché su Genova ci sono tanti altri beni sequestrati, soprattutto nel centro storico, con magazzini liberati che sono già oggetto di concessione - prosegue Maresca -. Continuerò a sentire l’Agenzia antimafia di Roma per capire quando potrà essere inserito questo bene, e nel momento in cui ci sarà la commissione il Comune potrà farsi promotore per poter darlo in concessione e ci candideremo per averlo”.
Per quanto riguarda le tempistiche, l’assessore ha ipotizzato che entro il mese di giugno si potrebbero avere aggiornamenti sul bando.
“Pegli e il ponente hanno un tessuto associativo vitale, con tanti comitati e voglia di partecipare, e all’interno di questa cornice si colloca il bene sequestrato - spiega Filippo Bruzzone, contattato al termine dei lavori da La Voce di Genova -. Pur essendo un elemento non positivo per la città, perché ci ricorda che purtroppo Genova è terra di mafia e che la pubblica amministrazione deve sempre alzare le difese, questo può essere utilizzato come elemento positivo proprio grazie al tessuto associativo molto vivo e attivo.
L’assessore Maresca ha dato una risposta che, allo stato dell’arte, è corretta: è l’Agenzia nazionale che deve produrre il bando e siamo in attesa, se sarà entro giugno i tempi saranno corretti ed è sicuramente positivo che il Comune voglia essere protagonista in questo e manifestare il proprio interesse.
Quel che mi preoccupa è la gestione dei beni: ho suggerito a Maresca di utilizzare questo periodo per fare una serie di incontri con le realtà territoriali, con il Municipio, la pro loco e i comitati del territorio per rendersi conto delle esigenze reali del quartiere. Se il Comune partecipa al bando e poi deve dare i locali in concessione deve arrivare preparato e sapere cosa vuole la cittadinanza per poi realizzare quello che le persone ci chiedono. L’obiettivo è far sì che da un’esperienza purtroppo triste nasca un elemento positivo per il territorio, ma per farlo il territorio lo devi ascoltare, altrimenti accadono situazioni come quella della vecchia stazione di Pra’, dove all’interno è stata creata la Casa delle Tecnologie: un manufatto completamente ristrutturato, ma la gente non sa cosa c’è dentro”.