Il nodo politico da sciogliere, i punti dell'inchiesta da verificare alla luce delle risposte raccolte da giudice e pm negli interrogatori fin qui resi, e la ripresa delle audizioni chiave nella maxi indagine sulla corruzione in Liguria.
Tre le direttrici su cui si muovono gli sviluppi in questi giorni interlocutori, dove da un lato si incrociano gli elementi di inchiesta, quanto emerso dalle intercettazioni con le spiegazioni fornite dai principali indagati, dall'altro si calendarizzano i prossimi testimoni e si attendono gli sviluppi sul fronte politico.
Il primo, già annunciato da giorni, si è concretizzato ieri con le dimissioni rassegnate con effetto immediato dal capo di gabinetto di Regione Liguria Matteo Cozzani, ex sindaco di Portovenere e già braccio destro di Giovanni Toti, come lui finito agli arresti domiciliari lo scorso 7 di maggio.
Cozzani, 39 anni, è accusato di corruzione elettorale con l'aggravante mafiosa per i rapporti con la comunità 'riesina', a sua volta legata ai clan siciliani, per uno scambio tra voti a favore delle liste per le elezioni e posti di lavoro.
Cozzani ha ufficializzato le dimissioni dopo la richiesta del suo legale a comunicare con l'esterno, dati i divieti imposti dalla misura cautelare, e l'autorizzazione ricevuta da parte dei gip di Genova e Spezia, passo indietro trasmesso via pec alla presidenza della Regione Liguria e agli Affari generali.
Tutto tace invece al momento sulla posizione del governatore ligure Toti, che secondo fonti politiche sarebbe intenzionato a 'resistere' per poter chiarire la sua posizione al meglio. Al momento dai suoi legali non è stata inoltrata alcuna istanza relativa alla revoca della misura dei domiciliari, questione che si potrebbe porre nei prossimi giorni ma sulla quale potrebbe incidere anche un'altra tempistica, legata alla sussistenza delle esigenze cautelari. Quella relativa ai tempi elettorali.
A citarlo all'interno dell'ordinanza è stato direttamente il gip di Genova che nel motivare le esigenze cautelari di sottolineava il concreto rischio di reiterazione "in occasione delle prossime elezioni", vale a dire quelle del prossimo 8 e 9 di giugno.
Misure cautelari ritenute idonee a salvaguardare lo svolgimento delle indagini, ancora in corso, anche dal rischio di inquinamento probatorio.
Mentre il nodo resta da sciogliere da domani intanto si riparte con un nuovo giro di testimoni e persone informate sui fatti. Non ancora fissati ci sono altri personaggi chiave, non indagati, ma utili a spiegare snodi centrali per delineare il quadro completo.