Attualità - 25 maggio 2024, 08:15

Tiglieto, vendesi abbazia cistercense più antica d’Italia. Lo storico dell’arte Montanari: “I beni monumentali devono essere per tutti"

L’annuncio della vendita del complesso millenario di proprietà degli eredi della famiglia Salvago Raggi ha scosso gli animi del mondo culturale e non solo. L’area, nel parco del Beigua già tutelato dall’Unesco è vincolata ma l’inserzione fa pensare alla possibilità di realizzare un resort extralusso

È uno dei complessi più affascinanti giunti fino ai giorni nostri, l’architettura cistercense più antica d’Italia che dal XII secolo svetta con la sua maestosità tra le distese verdi della val d’Orba, proprio alle spalle del genovesato. Ma da qualche giorno, l’abbazia di Tiglieto è in vendita su un sito specializzato in immobili di lusso.

Vastissime potenzialità” recita l’inserzione che propone agli interessati una trattativa riservata. Addirittura, forse per sbalordire e senza pensare alle conseguenze, in un primo momento la descrizione dell’immobiliare citava la possibilità di ‘eliporto’, frase sparita dall’annuncio nel giro di alcune ore.

Il maestoso complesso - si poteva leggere - si compone di casali, un fienile a una chiesa consacrata con campanile, per una superficie interna complessiva di oltre quattromila e duecento metri quadrati. Tutto intorno, solo la natura incontaminata. I terreni di proprietà, ta giardini, campi e boschi, contano un totale di settantotto ettari, uno spazio che si presta perfettamente alla realizzazione di un eliporto”.

Ma la possibile vendita della Badia di Tiglieto ha suscitato numerose reazioni, a cominciare da quelle del mondo culturale.

A sollevare il velo su quanto sta accadendo è stato Giacomo Montanari, storico dell’arte e professore universitario nonché coordinatore del Tavolo della Cultura del Comune di Genova: “Questa modalità di vendita è solo in apparenza un legittimo cambio di proprietà. Il problema non è, infatti, che il bene passi di mano, bensì il tentativo evidente di sottrarlo alla pubblica fruizione. In questi ultimi due anni, prima di questo improvviso annuncio, sempre meno persone lo hanno potuto vedere, conoscere, amare. Questa, a mio parere, è una pratica molto scorretta, tesa a svincolare il patrimonio dalla conoscenza dei cittadini e dalla relazione con il territorio. Una pratica non solo scorretta, ma anche lesiva del pubblico interesse, perché la Badia è un bene che ha fruito negli anni di milioni di euro di finanziamenti da parte degli enti territoriali e quindi ci si aspetta che si debba godere di una certa reciprocità. Lo stato e gli enti locali intervengono giustamente a sostegno di quelli che sono i beni monumentali di interesse pubblico, ma i beni monumentali di interesse pubblico devono avere appunto interesse pubblico quindi essere fruiti dai cittadini”.

Sulle modalità di fruizione, secondo Montanari, si possono studiare diverse formule soprattutto considerando il fatto che la badia si trova all’interno del parco del Beigua, parco già tutelato dall’Unesco, e soggetta a vincoli novantennali firmati alla metà degli anni Novanta dall’allora proprietaria marchesa Camilla Salvago Raggi, scomparsa nel 2022.

Bisogna preservare il ruolo che questo spazio ha avuto per la cittadinanza allargata, per il territorio, per la storia e per l’arte ligure. Sembra che l’intento sia di farlo sparire dalla memoria condivisa per poterne fare quel che si vuole rendendolo, di fatto, un luogo elitario”.

Una riflessione che scatena, inevitabilmente, altre considerazioni, portate alla luce dallo storico dell’arte: “Se diventerà un resort extralusso – come dall’annuncio si evince con chiarezza – potrà andarci solo chi se lo può permettere, consolidando l’idea terrificante che la cultura è solo per i ricchi mentre i poveri rimangono fuori”.

I riferimenti sono, per esempio, all’aumento del prezzo del biglietto d’ingresso agli Uffizi o, per rimanere entro i confini regionali, all’innalzamento delle tariffe per la tratta ferroviaria delle Cinque Terre.

Scelte, quelle relative alla Badia, che lasciano con l’amaro in bocca anche alla luce degli importanti investimenti economici fatti negli ultimi anni da Regione Liguria, Soprintendenza e Fondazione Carige che hanno permesso un recupero di spazi di eccezionale interesse, tra cui la sala capitolare o la biblioteca con antichi codici dei monaci cistercensi.

Non posso pensare che la Badia venga sottratta alla pubblica fruizione - continua Montanari - questo fine settimana, forse per l’ultima volta, la badia sarà aperta in occasione degli Oltregiogo Days. Questa concomitanza colpisce ancora di più. È un vero dispiacere”.

La messa in vendita del complesso, passato in eredità a un nipote da parte di marito della marchesa, non è da escludere possa essere un modo per smuovere le acque e far esercitare allo Stato il diritto di prelazione ma i contorni sono ancora poco chiari.

Credo molto nella mobilitazione delle persone - ha concluso Montanari - Bisogna che i cittadini sappiano farsi guidare dagli esperti alla conoscenza dei beni monumentali per poter ribadire con forza non solo quello che sta accadendo nel singolo caso, ma anche che il patrimonio culturale e artistico – per effetto della sua essenza condivisa e garantita dalla Costituzione – non può subire trasformazioni o alienazioni così significative senza che queste stesse siano da tutti condivise. La consapevolezza e la conoscenza sono i primi strumenti – fondamentali – per poter dettare l’agenda politica alle amministrazioni, troppo spesso sorde a questi temi, in campo culturale”.

In tema di mobilitazione, la comunità di Tiglieto è stata scossa dall’annuncio tanto che il Comune stesso è intervenuto: “In queste ore circola sui social la notizia di messa in vendita del Complesso monumentale della Badia di Tiglieto. Badia, come noto, apparteneva alla famiglia Salvago Raggi e, con la scomparsa della Marchesa, è passata per successione ad un nipote del marito che, quale nuovo proprietario, ha deciso di venderla. Si tratta di una decisione mai resa ufficialmente nota al Comune ma, di fatto prospettata da comportamenti della nuova proprietà intesi a privare il Comune ed i cittadini, non solo di Tiglieto, del diritto di accedervi e fruirne per quelle manifestazioni e quegli scopi garantiti  dagli intercorsi contratti di comodato. Contratti che hanno la loro ragion d'essere negli importanti finanziamenti delle rilevanti opere di restauro che sono state effettuate con denaro pubblico proprio in fruizione della fruibilità pubblica del monumento.                                                                                                                   Per dovere di completezza occorre sottolineare che la Marchesa Camilla Salvago Raggi ha sempre confermato la sua volontà che Badia rimanesse ai Tiglietesi, anche se di proprietà dei suoi eredi. Il Comune ha coinvolto già da tempo la città Metropolitana, e anche la Regione, con la quale si sta adoperando per garantire  la disponibilità pubblica di Badia. La reazione di tanti alla notizia rincuora l'amministrazione in ordine all'amore che tutti abbiamo per la "nostra Badia" e sarà ulteriore stimolo, anche per la nuova giunta, qualunque essa sia, per proteggerne l'utilizzo pubblico. La Badia di Tiglieto è stata, è e sempre sarà la Badia d Tiglieto”.