Nove ore di risposte davanti ai pm più una lunga memoria difensiva, diciassette pagine nelle quali il governatore della Regione Liguria - ora sospeso - Giovanni Toti, ai domiciliari dallo scorso 7 maggio nell'inchiesta sulla corruzione in Liguria ripercorre ogni accusa contestata e ribadisce la priorità data all'interesse pubblico e la liceità dei finanziamenti ricevuti.
Ieri una giornata fiume per il presidente ligure, arrivato davanti agli inquirenti in una sede protetta da occhi indiscreti, compresi quelli elettronici delle telecamere di tv e giornalisti, per essere sentito dai pm che coordinano l'inchiesta sulla corruzione in Liguria, Federico Manotti, Luca Monteverde e l'aggiunto Vittorio Ranieri Miniati.
Un colloquio, quello svolto nella sede del Roan della Guardia di Finanza dentro le aree portuali a Molo Giano, iniziato alle 11 e terminato alle 20,30, nel quale sono state poste quasi 200 domande selezionate dai magistrati sulla base dei filoni di indagine, da quello legato alla presunta corruzione elettorale alle ipotesi di finanziamenti illeciti ricevuti dalla sua fondazione e in occasione delle elezioni in Liguria dal 2020 ad oggi.
Toti - che davanti al gip inizialmente si era avvalso della facoltà di non rispondere, per approfondire prima le carte - ha risposto a tutto, affiancato dal suo legale, Stefano Savi. E poi ha consegnato diciassette pagine di memoria difensiva, dove ripercorre le accuse e aggiunge quella che è la sua posizione in merito a quanto contestato, argomento per argomento, dal voto di scambio ai rapporti con i 'riesini' passando per i rapporti con Spinelli e gli altri imprenditori portuali e rispondendo all'accusa di aver utilizzato la sua posizione per favorire l'interesse privato.
Oggi il suo legale ritirerà il verbale dell'interrogatorio e non si esclude possa anche concretizzarsi un ulteriore passaggio, non confermato, quello di una eventuale istanza per la revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari, in seguito all'interrogatorio.
Scenario che potrebbe aprire le porte anche ad un eventuale confronto con le forze e i partiti di maggioranza che hanno sostenuto in questi anni il suo governo della Regione Liguria. Oggetto del confronto l'ipotesi di dimissioni, argomento sul quale - come più volte ha ribadito il suo avvocato Savi - Toti non può esprimersi da solo ma soltanto in seguito ad un confronto politico con i suoi alleati.