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Videogallery | 23 maggio 2024, 08:15

Testimonial del dialetto - Beppe Gambetta: un artista internazionale, figlio di una lingua ligure altrettanto internazionale (Video)

Tutto pronto per il tour estivo. Il suo brano in lingua ‘Dove Tia O Vento’ scala le classifiche degli ascolti anche in Alaska: “Tanti all’estero mi chiedono di eseguirlo. Significa che, anche se non capiscono il testo, sentono che questa canzone ha una sua poesia. La poesia che entra nel cuore della gente”

Testimonial del dialetto - Beppe Gambetta: un artista internazionale, figlio di una lingua ligure altrettanto internazionale (Video)

Continua il ciclo di servizi de ‘La Voce di Genova’ che abbiamo voluto chiamare ‘Testimonial del dialetto’. Ogni giovedì vi faremo conoscere, o riscoprire, persone e personaggi che promuovono la lingua e la cultura genovese, con orgoglio, impegno, passione e tanto amore. E lo fanno sia in televisione che sui libri, che sui palchi di un teatro, sui social, alle conferenze, con la musica e le canzoni. Mirabile è l’azione di chi spende il proprio tempo per conservare una tradizione, ed ecco perché ci fa enorme piacere raccontarla. Anche attraverso video… ovviamente in genovese! 

Dopo l'intervista a Gilberto Volpara (si può leggere qui), al professore Franco Bampi (si può leggere qui), ad Anto Enrico Canale (si può leggere qui), a ‘Cito’ Opisso (si può leggere qui), a Francesco Pittaluga, (si può leggere qui), ai Buio Pesto: Massimo Morini e Nino Cancilla (si può leggere qui), al rapper genovese Mike fC (si può leggere qui), a Rita Bruzzone (si può leggere qui), ad Andrea Di Marco (si può leggere qui), a Giampiero Cella (si può legge qui), a Paolo Regati (si può leggere qui) e a Marco Carbone, in arte “U Carbun” (si può leggere qui), allo storico e archeologo Ennio Cirnigliaro (si può leggere qui), il direttore di bande musicali Cesare Garibaldi (si può leggere qui), il giovane rapper Giovanni Cambiaso, in arte Garsonetto (si può leggere qui), Carlo Sparviero, titolare dell’Ottica Sparviero (si può leggere qui), oggi abbiamo incontrato il compositore e chitarrista genovese Beppe Gambetta.

La nostra rubrica oggi si apre con un testimonial del dialetto internazionale, per una lingua che potremmo definire altrettanto internazionale: Beppe Gambetta. Una lingua che ha fatto il giro del mondo: pensiamo ai tempi della Repubblica di Genova o all’emigrazioni quando il dialetto è arrivato fino in America.

Possiamo quindi definirla una lingua internazionale?

“Penso sia stata parlata in tanti luoghi. E la parlano ancora oggi. Io il genovese non lo parlo bene e per questo mi scuso. Mia moglie è di Milano, noi siamo sempre in America e non c’è nessuno che parli il genovese. 

Quando sono in giro spesso trovo persone che parlano il genovese. La storia più bella è quella di una signora che è nata in California da padre e madre genovesi e, fin da piccola, ha sempre parlato il genovese. Qualche anno fa le è stato diagnosticato l’alzheimer e non parlava più in inglese ma solo in genovese. Nessuno la capiva. Suo figlio allora mi ha detto: ‘Puoi venire a trovarla e a parlarle che io il genovese non lo parlo?’. Allora ero in tour a Kalamazoo, sono andato dalla signora e le ho detto: ‘Come sta? Mi hanno detto che parla in genovese molto bene’. Lei mi ha guardato e mi ha detto, con accento americano: ‘Sì, mi piace tanto parlare il genovese. È da un po’ di tempo che non so come mai ma mi sento come se fossi sempre ubriaca’. Poverina, era l’alzheimer”.

Com’è il suo rapporto con questa lingua? L’ha sempre parlata fin da piccolo oppure l’ha riscoperta da più adulto?

“Da piccolo non la parlavo perché mio papà è nato al civico 24 di via del Molo ma mia madre era austriaca. Quindi solo nella famiglia di mio padre si parlava il genovese. Lo sentivo spesso ma non lo parlavo normalmente. 

Penso che il lavoro di Fabrizio De André e di tanti altri artisti mi abbia fatto entrare il genovese nel cuore. Ho fatto molti studi sulla musica dei genovesi, per esempio il grande chitarrista Pasquale Taraffo, sulla musica della nostra città. Allora ho pensato di essere in dovere a scrivere anch’io una canzona in genovese. Ho chiesto consigli a un po’ di amici per avere un po’ di correzioni. Alla fine è arrivata la canzone ‘Dove Tia O Vento’. Ho impiegato quattro anni ma mi hanno detto che Leonard Cohen per scrivere ‘Hallelujah’ ha impiegato dieci anni. Ci ho messo quattro anni perché provavo tante parole, non sapevo bene che storia raccontare. Alla fine ha prevalso questa idea di raccontare come la nostalgia e la città ti chiamino sempre indietro, c’è questo carattere che ti fa ritornare indietro. Questo è successo nel 1800, durante la guerra e succede oggi, ai tempi nostri. 

Sono molto contento che ‘Dove Tia O Vento’ abbia avuto dei riconoscimenti: è entrata nella cinquina delle Targhe Tenco

Per l’occasione abbiamo preparato anche un videoclip insieme a Sergio Farinelli. È stato un lavoro importante perché era nel periodo Covid e non si poteva uscire di casa. Ho dovuto dunque e preparare un sacco di immagini direttamente in casa. Addirittura per la scena della flotta genovese ho realizzato delle barchette di carta nella vasca da bagno e la scena ha reso benissimo. Farinelli ha trovato numerose immagini antiche di Genova. Sono proprio soddisfatto per questo video”.

IL VIDEOCLIP

“Questo brano ha anche un riconoscimento internazionale: pensa che una radio in Alaska ha fatto entrare ‘Dove Tia O Vento’ nella classifica delle sue canzoni preferite. Evidentemente in Alaska ci sono tanti genovesi. È conosciuta anche in Germania, in Austria. Tanti miei fan mi domandano di eseguire ‘Dove Tia O Vento’. Significa che molti, anche se non capiscono la lingua, sentono che questa canzone ha una sua poesia. La poesia che entra nel cuore della gente.

Anche Fabrizio De André diceva che il genovese è ottimo per scrivere canzoni perché ha molte parole tronche e quindi è adatto per chiudere il fraseggio. Va bene anche per quelle canzoni che hanno un ritmo più rock. Pensiamo a ‘Mégu megún’ ad esempio.

Magari con un po’ di aiuto, penso continuerò a riprovarci perché è una soddisfazione portare Genova nel mondo. Il sindaco mi ha dato il titolo di ambasciatore di Genova nel mondo, mi ha fatto un grande piacere riceverlo ma lo sempre stato ambasciatore. Penso di aver portato Genova con me e molta gente che mi segue mi dice di aver sentito parlare di Genova da me e di esserci poi andata”. 

A Genova si è da poco conclusa la ventiquattresima edizione l’Acoustic Night ’24, un evento musicale ideato dal compositore e chitarrista genovese che quest’anno è stato dedicato alle donne nella musica e che ha visto la partecipazione di artiste di fama internazionale (QUI L’ARTICOLO). Adesso, dopo una piccola pausa, si parte per il tour estivo.

“Ora partiamo con questa nuova avventura con questo nuovo CD che si chiama ‘Terra Madre’. Qui non c’è nessuna canzone in genovese ma ho tante canzoni in genovese in repertorio: canto una versione speciale de ‘'Â çímma’, di ‘Jamin-a’, di ‘Sinàn Capudàn Pascià’ e così Genova è sempre con me.

Ora parto e vado in America ma quest’estate, a luglio, ritorno qui in concerto. Suonerò nell’ Oltregiogo, a Ricaldone dove è nato Luigi Tenco, a Lerma, a Gavi e anche a Santa Margherita Ligure

Spero di incontrare tante persone e se hanno paciere possiamo parlare anche in genovese”.

QUI TUTTE LE DATE DEL TOUR

 

Marco Garibaldi

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