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Attualità | 23 maggio 2024, 12:16

Cinque anni di cantieri per raggiungere il pronto soccorso di San Martino in metropolitana: l’ipotesi del Comune

Oggi la commissione a Palazzo Tursi sull’estensione della linea in direzione levante. Il progetto, dal costo di circa ducentottanta milioni di euro, sarà sottoposto al Mit a ottobre 2024. Previste due fermate dopo piazza Martinez: una in via Benedetto XV e ‘capolinea’ in via Mosso

Cinque anni di cantieri per raggiungere il pronto soccorso di San Martino in metropolitana: l’ipotesi del Comune

Nel 2029 la metropolitana di Genova potrebbe arrivare fino a San Martino. Questa la stima presentata durante la commissione consiliare di questa mattina a Palazzo Tursi dedicata all’estensione della tratta da piazza Martinez a San Fruttuoso al pronto soccorso dall’assessore ai Trasporti del Comune Matteo Campora

Si tratta di una stima e non di una certezza, visto che al momento il progetto sottoposto ai consiglieri è ancora modificabile in vista della presentazione al MIT alla fine del mese di ottobre di quest’anno. “L’obiettivo è aprire entro il 2026 la stazione di San Fruttuoso/Martinez - spiega l’assessore - ed essere poi pronti a proseguire il tracciato verso Levante. Questa estensione aiuterebbe a gestire il trasporto pubblico locale, togliendo migliaia di persone dai bus su gomma, e permetterebbe alle persone di raggiungere dalla Valpolcevera l’ospedale e l’università”. Un progetto di importanza cruciale per risolvere problemi di trasporti che caratterizza la città, in una zona dove spesso mancano le corsie riservate agli autobus e densamente abitata. 

Il progetto è stato spiegato Manuela Sciutto, ingegnera e project manager del Comune, che ha raccontato nel dettaglio come sarà strutturato il percorso. Partendo dalla stazione Martinez (che recentemente ha subito una modifica sul suo posizionamento rispetto ai piani iniziali, per non interferire con le officine ferroviarie di piazza Giusti di Trenitalia, con un relativo aumento di costi) si prosegue verso viale Benedetto XV, dove è prevista una prima fermata, andando poi a terminare la corsa in prossimità dell’accesso del Pronto Soccorso dell’ospedale San Martino in via Mosso. Si tratta di un tracciato di 1,8 chilometri, comprensivo del tronchino necessario ai mezzi per effettuare l’inversione di marcia alla fine della corsa. 

Si tratta di un’area complessa dal punto di vista morfologico - spiega Sciutto - con rivi tombinati e con i lavori per lo scolmatore del Bisagno e del Fereggiano, ma nel progetto sono state valutate tutte le interferenze. Il lavoro di studio è stato sviluppato internamente dagli uffici AMT con il supporto degli uffici del Comune, ed è stata interpellata direttamente Regione per acquisire i progetti aggiornati degli scolmatori. Anche se il piano necessiterà di essere sviluppato ancora per poterlo sottoporre al finanziamento, siamo confidenti sulla fattibilità”. 

I costi a chilometro per la realizzazione del percorso variano a seconda della tipologia del tracciato nei vari punti, visto che il primo tratto è a raso, poi si scende per un breve tratto scavato tra due muri, poi si prosegue in galleria sotterranea. La stima complessiva di spesa è di circa duecentottanta milioni di euro, di cui centottanta per i lavori, settanta per la risoluzione di imprevisti e per le spese tecniche trenta milioni per l’acquisto di ulteriori treni visto l’ampliamento della tratta. Il progetto “dovrà essere confermato e dettagliato maggiormente con la valutazione di fattibilità nelle prossime settimane” precisa Sciutto. 

La fermata di viale Benedetto XV, con i suoi trentaquattro metri di profondità, diventerebbe la stazione più profonda della metropolitana di Genova - aggiunge Fabio Gregorio di AMT e responsabile della parte tecnica del progetto - attualmente il primato spetta alla stazione di Sarzano / Sant’Agostino, che si trova a ventisette metri. La fermata Duomo a Milano arriva a quaranta metri, è normale trovare profondità di questo genere nelle stazioni”. 

Nel 2025 il Ministero dovrà effettuare le valutazioni sulle opere da finanziare, quindi la prossima primavera sapremo  se il progetto potrà partire - sottolinea Campora -. Da lì comincerà la definizione del progetto di fattibilità tecnico economica rafforzato, a cui poi seguiranno i cantieri”.

"Oggi la metropolitana di Genova copre una tratta di circa sette chilometri, l’obiettivo è triplicarla - aggiunge l’assessore ai Trasporti - Se tutti i progetti nel cassetto fossero finanziati ci vorrebbe circa un miliardo di euro comprendendo l’estensione vero la Fiumara oltre quella verso San Martino”. Presentare però un progetto troppo oneroso comporterebbe il rischio di una bocciatura, visti gli importi messi a disposizione dal MIT per progetti nazionali: “Si potrebbero chiedere finanziamenti su tratte più lunghe, ma i fondi sono due miliardi su tutta Italia ed è quindi difficile ottenere finanziamenti per importi troppo grandi, meglio procedere a lotti”. 

Il progetto di estensione verso Sampierdarena prevederebbe, partendo dalla stazione di Dinegro, ulteriori fermate in via Dino Col, nei pressi di Villa Scassi e in piazza Montano, per poi terminare la corsa alla Fiumara. 

Durante la commissione non sono mancate le richieste da parte dei consiglieri presenti in sala rossa: la possibilità di estendere il tracciato della metropolitana ulteriormente verso Levante, raggiungendo almeno l’ospedale Gaslini, ipotizzata dal commissario Falcone, è stata però smontata dall’assessore Campora: “A oggi non esiste una valutazione per andare oltre San Martino, ma abbiamo anche le ferrovie che svolgeranno una funzione sempre più importante come ‘metro a mare’ lungo la litoranea”. E promette: “A giugno ci sarà una commissione sui Quattro Assi del trasporto pubblico, che già abbiamo svolto nei vari Municipi interessati dal progetto”.

Oltre al prolungamento della metropolitana, cruciali per il trasporto pubblico locale e per la viabilità cittadina saranno le opere di completamento: parcheggi di interscambio, posizionamento delle uscite pedonali per facilitare i collegamenti tra le fermate dei bus e quelle della metro

Chiara Orsetti

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