È stato inaugurato questa mattina il point elettorale di Brando Benifei, europarlamentare, capo delegazione del Pd in Europa, nuovamente candidato tra le fila del Partito Democratico per le prossime elezioni dell’8 e 9 giugno.
L’apertura dei locali di vico Campetto 3r, a cui hanno partecipato anche gli esponenti del Pd del Comune e della Regione, è stata l’occasione per ribadire l’importanza del voto, sottolineata anche da Donatella Alfonso, ex giornalista e oggi consigliera comunale, anche lei candidata alle Europee.
Non un voto semplice, quello delle Europee, come ha ribadito proprio Alfonso ricordando l’importanza dei piccoli centri. “La gente deve sapere che ci siamo, che non siamo un’illusione”.
“Da veterano delle campagne elettorali europee - dichiara Benifei -, non solo sono ancora l’eurodeputato più giovane del Pd, ma dei candidati maschili sono ancora il più giovane. Sono nella situazione di essere uno dei più esperti, ho fatto anche il capogruppo per cinque anni, tutto sommato ancora rappresentando una generazione meno rappresentata nelle istituzioni. Con Donatella stiamo costruendo un bel team, ci stiamo anche divertendo. Il clima è buono, mi sembra migliore di altre campagne europee. C’è disponibilità, non piena adesione ma interesse a capire se votare per noi vale davvero la pena. Ora siamo nella fase più calda della campagna delle Europee. Mi colpisce positivamente il trend che vede la crescita del nostro partito visto come unica solida alternativa per fermare la destra anche a livello europeo, per evitare una deriva”.
Non solo guerra ai confini dell’Europa, ma anche al tema dell’antifascismo: “Lo dico qua, a Genova, una delle città più importanti nella lotta al Fascismo, lo dico perché stanno avvenendo cose preoccupanti. In Germania un candidato è stato picchiato a sangue e mandato all’ospedale da forze neonaziste quando attaccava dei manifesti. Queste stesse forze dicono che il nazismo non ha fatto cose brutte, tanto che perfino Marine Le Pen ha dovuto prendere le distanze. Tutta gente con cui Salvini e Meloni si impastano. Noi vogliamo invece prendere le distanze, pensiamo che la nostra cittadinanza, anche sostenendo il Partito Democratico, possa fare la scelta di dire no a un inquietante e risorgente ritorno di certe culture politiche autoritarie”.
Accanto alle questioni legate al mondo del lavoro, Benifei vuole appoggiare due iniziative dei cittadini europei: “Una per il diritto all’interruzione di gravidanza, che sia davvero garantito in tutta Europa, lo dico mentre la ministra Roccella torna a mettere in discussione la libertà delle donne; e l’iniziativa dei cittadini europei per chiedere un contributo di tassazione straordinaria per i grandi patrimoni europei per la continuità del Next Generation EU”.
“Dobbiamo schierarci nelle battaglie giuste, serve convincere chi oggi non va a votare e che pensa che alla fine votare non conta e che non cambierà niente. Tantissime persone la pensano in questo modo, dobbiamo convincerle che invece la scelta di andare a votare è una scelta per proteggere le libertà democratiche che abbiamo e per dare un indirizzo chiaro al futuro dell’Europa e dei nostri territori”.
Benifei, a margine dell’intervento, ha sottolineato quelli che sono i temi del programma elettorale del Partito Democratico: “Il PD vuole un’Europa vicina alle persone, che vada avanti nella direzione dell’integrazione rispetto ai temi sociali, del lavoro, ambientali, dell’innovazione tecnologica”.
"Noi vogliamo una Unione Europea in grado di affrontare con forza le sfide dei cambiamenti in atto dal punto di vista del mondo del lavoro, dello sviluppo sociale - ha proseguito l’eurodeputato -. Stare vicini alle persone, mettere le risorse necessarie per sostenere le politiche sociali che oggi devono cambiare anche per essere in grado di tutelare davvero tutti. Oggi c’è troppo lavoro povero, troppe persone che lavorano e non arrivano alla fine del mese e credo che l’Europa, con politiche comuni più efficaci, possa dare risposte. Serve poi un’Europa di pace, capace di costruirla nel nostro vicinato europeo ed è qualcosa che oggi interessa molto alle persone perché si tratta del nostro futuro”.
Non è mancata poi una domanda sullo scandalo corruzione che ha colpito la Liguria con l’arresto del presidente della Regione Giovanni Toti. Sulla questione, Benifei non ha dubbi: “Credo che Toti debba dimettersi al più presto per togliere dall’imbarazzo la Liguria e i liguri. Il suo fallimento è politico prima che giudiziario. Dal punto di vista del processo, si difenderà li, a noi interessa quel che è emerso cioè un sistema di interessi, di amici che hanno favoritismi, aiuti legati alla vicinanza politica, anche al finanziamento in qualche modo dato alla politica che rompe completamente l’equilibrio che un’istituzione deve portare avanti nel perseguire il bene comune. Abbiamo capito cos’era il sistema Toti al di là delle vicende giudiziarie specifiche ed è un sistema che è contro gli interessi dei liguri, della loro stragrande maggioranza, dunque c’è bisogno di tornare presto al voto e dare un futuro della regione”.
Sui nomi, ancora è difficile indicare chi potrebbe essere il candidato per il Pd: “Ne discuteremo insieme, ci sono profili forti, autorevoli, che si sono fatti avanti e si faranno avanti. Dovremmo discuterne con gli alleati per capire il modo migliore in cui ci possiamo presentare”.