Una folla ordinata che, sin dalla mattina, sta affollando i banchi di rose attorno alla chiesa della Consolazione di via XX Settembre.
Come ogni anno, nel giorno di Santa Rita da Cascia, centinaia di persone si ritrovano per pregare la Santa dell’impossibile, in un momento di devozione sempre molto sentito.
Così, anche oggi, non sono mancate le file di fedeli e l’altare dedicato alla santa di Cascia si sta arricchendo del suo fiore simbolo.
LA STORIA
Margherita Lotti nacque a Roccaporena, in provincia di Perugia, nel 1381. Figlia unica, sin da bambina coltivò il sogno di diventare suora consacrandosi a Dio ma fu destinata a sposarsi con un uomo, forse ufficiale di guarnigione di Collegiacone.
Il marito, Paolo Mancini si rivelò essere un uomo violento ma, secondo l’agiografia della santa, fu proprio lei con l’amore e la pazienza a piegare il carattere dell’uomo da cui Rita ebbe due figli.
La vita della santa fu segnata dalla perdita del marito prima, ucciso, e da quella dei figli, colpiti da gravi malattie.
A quel punto, solo dopo aver convinto la famiglia del marito a non vendicare la morte dell’uomo, Rita scelse di seguire la sua vocazione entrando nel monastero dell’Ordine di Sant’Agostino da Cascia.
Qui ricevette la compartecipazione diretta alle sofferenze di Cristo, da lei desiderata: mentre si trovava in preghiera davanti al Crocifisso, Rita venne colpita da una delle spine della corona di Gesù, una ferita che non guarì mai.
L’episodio divenne poi nel tempo uno dei principali tramandati tanto da costituire l’iconografia della santa.
Sulla data di morte di Santa Rita vi è incertezza, secondo alcuni morì nel 1447, secondo altri, tra cui papa Leone XIII che la canonizzò nel 1900, dieci anni dopo.
L’USANZA DELLE ROSE
Santa Rita, come testimoniato ancora una volta dalla tradizione, è strettamente collegata alle rose, soprattutto a quelle da donare.
Questo si ricollega a un episodio della sua vita. Si racconta, infatti, che la santa, oramai a letto e prossima alla morte, chiese a una parente andata a farle visita di poter avere una rosa dalla sua terra.
Alla richiesta dell’anziana, la parente, una cugina, rimase senza parole sostenendo l’impossibilità di trovarla in pieno inverno. Rita insistette così la donna andò a cercare la rosa e con suo grande stupore trovò una rosa tra la neve, la raccolse e la portò in dono alla santa che, a sua volta, diede alle consorelle.
LA SANTA DELL’IMPOSSIBILE
Alla morte della santa, avvenuta il 22 maggio, iniziò immediatamente una devozione popolare che portò il corpo a non essere mai inumato.
Divenne da subito la ‘santa degli impossibili’ perché, dal giorno della sua morte, sarebbe scesa a sostenere i bisognosi realizzando miracoli prodigiosi, altrimenti irrealizzabili.
Il suo culto, oltre che in Italia, si è diffuso in Spagna, Portogallo e America Latina.