Attualità - 22 maggio 2024, 08:00

Inchiesta Liguria, le ombre sul porto sotto la lente. Toti domani in Procura

In queste giornate di vigilia per la posa del primo cassone, la lente si stringe anche sulla nuova diga foranea del porto di Genova, l'opera più grande del Pnrr e finita nelle carte dell'inchiesta e definita come 'la diga di Spinelli'

È sul filone della corruzione che si è concentrato il lavoro della procura di Genova in queste prime settimane dall'inchiesta che ha sollevato il velo sui rapporti opachi tra politica e imprenditoria in Liguria.

Sarà quasi certamente uno dei primi temi oggetto del colloquio tra il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e gli inquirenti che coordinano le indagini, fissato per domani, quando il governatore Ligure, agli arresti domiciliari dallo scorso 7 maggio, comparirà in procura davanti ai pm Luca Monteverde e Federico Manotti.

Un incontro non scontato e non un atto obbligato da parte della procura, che negli ultimi giorni ha concluso una prima fase di audizioni delle testimonianze di persone non indagate ma informate sui fatti per avere maggiori elementi di dettaglio circa le posizioni dei singoli.

Toti stesso aveva dato disponibilità già nel corso del primo interrogatorio di garanzia quando, avvalendosi della facoltà di non rispondere davanti al gip Paola Faggioni, aveva chiesto di poter leggere le carte e poi essere sentito in una seconda fase.

Convocato per la mattinata Toti dovrà con ogni probabilità circostanziare i rapporti con Aldo Spinelli, terminalista e patron del porto di Genova, circa tutta una serie di opere che lo avrebbero visto in posizione favorita rispetto a un controllo sempre maggiore di aree.

Operazioni come il rinnovo trentennale delle concessioni del terminal Rinfuse, rincorso e poi ottenuto da Spinelli stesso, accusato di aver 'oliato gli ingranaggi' con Regione e Autorità portuale - guidata dall'allora presidente Paolo Emilio Signorini, unico in carcere - per portare a casa il dominio assoluto su aree di suo interesse diretto.

E in queste giornate di vigilia per la posa del primo cassone, la lente si stringe anche sulla nuova diga foranea del porto di Genova, l'opera più grande del Pnrr e finita nelle carte dell'inchiesta e definita come 'la diga di Spinelli'.

L'ipotesi di operazione per chiudere la quale Spinelli è accusato di aver finanziato illegalmente la politica avrebbe però poco senso, in termini economici, e il dubbio da fugare è quello che potesse nascondesse altro.

Il tema centrale è soprattutto legato al rinnovo trentennale e alla permanenza delle rinfuse che danno il nome al terminal del porto di Genova, con gli accertamenti legati alla società che lo gestisce e ai suoi bilanci - l'ultimo in particolare con utili mai così alti - e ai soggetti legati alla società, anche il socio di minoranza.

Nelle intercettazioni telefoniche e ambientali finite agli atti c'è un dialogo, legato al terminal Rinfuse. A parlare è il governatore Toti che scherza con Spinelli sul fatto che sarebbe palese come le rinfuse non possano rimanere l'attività principale di quel terminal per trent'anni.

"Non ci crede nessuno, ma neanche Pinocchio".

"Ma era chiaro, (...)..logico. Se noi non diciamo che facciamo rinfuse l’hai capita chi abbiamo contro? Abbiamo contro tutto il mondo".

Chi e perché spetterà all'inchiesta spiegarlo.