Attualità - 15 maggio 2024, 08:15

La parola a Disco Club, le uscite della settimana - Kings of Leon, avere vent’anni

Il classic rock della band del Tennessee torna per celebrare due decadi di musica. Spazio anche al sound anni Sessanta dei Lemon Twins, alle sonorità dark wave degli Arab Strap e al genio compositivo di John Carpenter

Prosegue questo mercoledì, e andrà avanti per tutti i mercoledì successivi, il rapporto di collaborazione tra ‘La Voce di Genova’ e Disco Club, il celeberrimo negozio di musica di via San Vincenzo, tra i più antichi in tutta Italia e tra gli ultimi rimasti in attività a livello di impresa indipendente. Ogni settimana, nel ciclo ‘La parola a Disco Club’, Gian, Dario e i numerosi altri esperti di questo impagabile ‘covo’ di appassionati ci accompagneranno tra le ultime uscite, qualche curiosità, le ristampe e le chicche da non perdere. Buona lettura e buon ascolto! 

Tanti auguri Kings of Leon che con ‘Can we please have fun’ festeggiano i vent’anni di carriera.

Questo è il nono disco per quelli che sono stati definiti gli ‘Strokes del sud’. La band del Tennessee ha avuto alti e bassi ma con il precedente album ha tracciato la sua strada che qui riprende con sonorità classic rock che non mancheranno di incontrare il favore dei fan.

Fratelli D’Addario da New York, aka Lemon Twigs, con ‘A dream is all we know’ rendono pubblico il loro quinto album. Una vita a cavallo tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta per il duo che suona molto californiano e inglese tanto da coniare il termine ‘Mercy Beach’, composto da Mercy Beat, ondata farlocca i Liverpool che seguivano i Beatles e i Beach Boys. Grandi melodie e grandi atmosfere, strumenti d’epoca per un disco che sembra uscito dal ’68.

Arab Strap, dopo il ritorno del 2021, confermano la loro voga con titoli strampalati come dimostra ‘I’m totally fine with it, I don’t give a fuck anymore’, disponibili in Yellow Emoji e non solo. Un disco dove il duo scozzese riprende le atmosfere synth pop, dark wave che li hanno resi noti.

Infine, quarto volume dei temi perduti di John Carpenter, leggendario regista di horror e non solo che ha quasi sempre firmato le colonne sonore dei suoi film.

Il quarto volume di Lost themes è completamente slegato dai film però con un rock noir che ammicca al metal.

Un disco molto cupo, ma molto bello.