Il cinema teatro San Pietro di Quinto rischia di chiudere: a fine giugno, infatti, il proprietario dei locali ha stabilito che il contratto di locazione degli spazi non sarà rinnovato. La notizia ha scosso gli animi dei residenti: la piccola sala dedicata agli spettacoli è stata per anni un punto di riferimento per l’intero quartiere, e pensare che potrebbe lasciare spazio a un supermercato o un parcheggio ha scosso nel profondo tanti genovesi, a partire dal presidente del Municipio Levante Federico Bogliolo.
Tante sono le iniziative messe in campo per evitare la chiusura del cinema San Pietro: da una raccolta firme, che ha visto il coinvolgimento delle scuole, a un’incontro con il vicario dell'arcivescovo Tasca per la carità e gli affari economici, monsignor Andrea Parodi, passando per l’intervento dell’amministrazione municipale.
Il cinema teatro San Pietro aveva già avuto difficoltà durante il periodo della pandemia: se se il parroco, don Gianni Guastavino, afferma di non voler chiudere il cinema, è un volontario della chiesa che prende la parola, come riportato dal Secolo XIX: stando a quanto affermato, la volontà sarebbe proprio quella di non rinnovare il contratto in scadenza per liberarsi di “un peso”, e la decisione sarebbe nell’aria già da anni. Le spese sono alte, e la parrocchia ha invece bisogno di fondi per sostenere le proprie attività pastorali: nella sala, oltre alle proiezioni di film venivano proposti eventi di compagnie teatrali, scuole o altre associazioni culturali, che spesso subaffittavano i locali e i macchinari presenti. Dal 2005 gli attuali gestori portavano quindi avanti un’attività commerciale pagando però un affitto non proporzionato alle spese.
Il canone di locazione, afferma il parrocchiano, è di circa milleduecento euro al mese, con spese condominiali a carico della parrocchia. E a poco è servita la decisione di chiedere un contributo di sostegno di cinquanta euro a famiglia per tenere in piedi il San Pietro. Per questo la decisione di vendere.
Dal canto suo il gestore del cinema, Savino Colagiacomo, sembra essere interessato a proseguire la propria attività, anche rilevando i locali, cercando un accordo sulla cifra e sulle modalità. Il quartiere sta però continuando a cercare di trovare soluzioni possibili: il timore è quello di vedere il levante privato dell’unico spazio culturale del quartiere, magari per lasciare spazio a grigi parcheggi.
Il prossimo step sarà proprio nei prossimi giorni, durante la seduta del consiglio del Municipio Levante, grazie all’interrogazione presentata dal consigliere Nicholas Gandolfo.