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Cultura | 11 maggio 2024, 08:00

Giuly GamerTV: tra le star del gaming online c'è anche una ragazza genovese di tredici anni

La giovanissima, seguita passo passo dalla mamma, ha deciso di raccontare la sua esperienza in un libro: "Non bisogna mai spegnere il bambino che vive dentro di noi"

Giuly GamerTV: tra le star del gaming online c'è anche una ragazza genovese di tredici anni

Dagli animi gentili e positivi possono nascere idee bellissime: questa è la filosofia di Giuly GamerTV, un'adolescente nata e cresciuta a Genova, studentessa al primo anno di Scienze Umane, che vuole contagiare con il suo ottimismo e la sua determinazione i suoi coetanei.... e non solo.

Tutto è nato durante la pandemia: essere costretti a rimanere a casa è stato sicuramente complesso per chiunque, ma i ragazzi hanno senza dubbio dovuto digerire qualche difficoltà in più. La didattica a distanza, l'allontanamento dai propri compagni, la mancanza di una valvola di sfogo esterno ha reso necessario 'aguzzare l'ingegno' di molti di loro per trovare qualcosa in cui incanalare le proprie energie. Ecco allora che Giulia entra in possesso di un computer, che prima non aveva, e inizia a entrare nel mondo dei giochi online. La passione e l'entusiasmo aumentano, finché non inizia ad avere intorno tanti ragazzi che come lei sono appassionati di gaming (sono Minecraft e Fortnite i giochi che vanno per la maggiore, ma non solo), fino a creare una vera e propria community che oggi conta circa settecento iscritti, oltre a 23.500 follower su Tik Tok.

Per questa ragione è nato 'Il successo arriva a 13 anni', il libro che Giulia ha scritto, disponibile su Amazon sia in versione cartacea sia per Kindle. "L'idea del libro è nata da mia madre, che mi ha suggerito di raccontare la mia storia dal lockdown a oggi. C'è voluto un anno di lavoro, è un po' una sorta di biografia, ma sono contenta perché è un modo per far conoscere il mio progetto da più persone possibili" racconta l'autrice. "La passione per il gioco è nata proprio durante la pandemia. Prima ero piccola per avere un mio tablet o un mio computer, ma con la didattica a distanza è diventato indispensabile averne uno per poter seguire le lezioni scolastiche. Ho iniziato a giocare a Minecraft, che era un po' il game che spopolava in quel periodo fra i ragazzi più giovani, e ho conosciuto tante persone online che poi ho continuato a frequentare su Discord, una piattaforma che consente di parlare con chi si conosce online senza però scambiarsi numeri di telefono o indirizzi email: basta un tag".

Proprio su Discord è iniziato il percorso di creazione della community di Giuly, chiamata 'ITzoomers': "Inizialmente mi occupavo di serie tv e videogiochi, poi ho deciso di volermi far conoscere come persona e ho così cominciato a fare delle live dove giocavo in diretta o in cui parlavo di vari argomenti. Con il tempo la community è cresciuta, selezionando le persone tra coloro che sono rispettose e non volgari, che sono elementi fondamentali per me. Oggi siamo circa settecento membri, e ad ogni live che faccio questo numero aumenta sempre un po': con le persone che mi seguono condivido tanti progetti, che a fatica riesco a portare avanti con le persone che conosco qui a Genova".

Parla di progetti Giulia, di successo, e a soli quattordici anni sembra quasi impossibile avere già le idee così chiare: "Ho capito a tredici anni di avere del potenziale per avere successo, come spiego nel libro - continua a raccontare -. Ho una buona parlantina, riesco a socializzare bene con le persone e vedo che piano piano sto iniziando ad avvicinarmi a mondi che prima pensavo non fossero raggiungibili, come andare a parlare in tv del mio libro. Tutto questo mi porta a far conoscere sempre di più il canale e le mie idee”. Una su tutte è quella di proporre a Elon Musk di finanziare una delle iniziative che a Giulia e ai suoi contatti è venuta in mente: “Presto il mio libro sarà tradotto anche in inglese e in francese per arrivare a quante più persone possibili. Uno dei motivi è quello di riuscire a incontrare Elon Musk e di dargliene una copia, per poi convincerlo ad ascoltare la mia idea: vorrei creare un villaggio medioevale tecnologico: quindi avere le conoscenze che abbiamo oggi in campo tecnologico ma vivendo in case medioevali. Mi piacerebbe che fosse al confine con la Svizzera, e Lugano sarebbe il posto perfetto”.  

Nonostante la giovane età, le idee di Giuly sono chiarissime, e il merito è anche della mamma che la accompagna in tutte le fasi di questo sogno in costruzione: “Il segreto è non spegnere mai il bambino che c’è in ognuno di noi. Sono riuscita a instaurare con mia figlia un rapporto sereno e propositivo, non ho spento le sue idee. Quello del genitore non è un mestiere semplice, non si può pensare di mettere in castigo i ragazzi togliendo loro il cellulare perché serve che lo abbiano con loro quando escono senza di noi. Non ha ancora l’età di fare le cose da sola, e cerco di accontentarla senza precluderle niente a priori, come quando da piccoli si portano i bambini al parco per giocare e andare a caccia di avventure”. 

Nel corso delle sue live, Giulia ha il sostegno di tanti amici che sono impegnati a moderare i commenti degli utenti in modo che non ci siano elementi di disturbo: “Di solito mi collego intorno alle 21 e sto online un paio d’ore. Il pubblico ha in media tra i dieci e i diciotto anni, anche se ci sono anche persone un po’ più giovani e un po’ più grandi. Chi entra a far parte del gruppo condivide con me le idee e l’approccio alla vita: siamo persone gentili, abbiamo voglia di fare tante cose e di stare insieme rispettandoci a vicenda. Credo che la felicità sia qualcosa che abbiamo dentro, ma che sia anche una scelta: essere positivi aiuta a costruire cose insieme agli altri”. I rapporti più stretti sono proprio con le persone conosciute virtualmente: “Nella mia classe nessuno condivide i miei interessi: in tanti mi fanno i complimenti per il mio percorso ma ancora per tanti è fuori dal normale che una ragazza giochi online. Sui social ho invece trovato tante persone che la pensano come me, che hanno voglia di creare progetti e di farne parte: alcuni sono ancora minorenni come me e hanno già l’esigenza di avere qualcosa, di costruire”. 

Chiara Orsetti

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