Politica - 09 maggio 2024, 09:03

Bucci parla sulle inchieste: "Giusto incontrare gli imprenditori, ma le mazzette non si prendono"

Il sindaco di Genova interviene dopo gli arresti di Toti, Spinelli e Signorini: "Gli spot di Esselunga? Non erano per me, ma per la Lista Toti. Genova non si ferma, noi dobbiamo andare avanti"

Il telefono di Marco Bucci, sindaco di Genova, non smette di squillare da ormai due giorni, da quel 7 maggio che ha sconvolto la città e la regione intera. L’inchiesta sulla corruzione in Liguria, che ha portato ai domiciliari il governatore Giovanni Toti, l'imprenditore e terminalista Aldo Spinelli, il capo di gabinetto della Regione Matteo Cozzani e in carcere l'ad di Iren (ora sospeso) ed ex presidente dell'Autorità portuale Paolo Emilio Signorini e che sta spargendosi a macchia d’olio verso altri personaggi dell’ambiente portuale e imprenditoriale (tra cui il commissario del porto di Genova Paolo Piacenza), sembra per ora non turbare lo spirito propositivo del ‘Sindaco del fare’, come spesso Bucci ama definirsi. 

Non mollare e andare avanti” è il motto del primo cittadino, che ribadisce anche a mente fresca di non aver mai preso soldi e che “parlare con gli imprenditori si deve, prendere mazzette o fare scorciatoie no”. E, in merito alle dimissioni che secondo alcuni dovrebbero essere presentate dal governatore, commenta senza sbilanciarsi che “È una cosa che deve decidere lui”, confermando però la vicinanza umana dopo tanti anni di lavoro insieme. 

Alla luce delle vicende che hanno travolto la regione, il timore di tanti cittadini, e non solo, è quello che ci si trovi impantanati in uno stop ai tanti progetti di cui la città di Genova e la Liguria intera sono coinvolti, ma Bucci sembra non essere, per il momento, preoccupato: “Non vedo ripercussioni, non vedo nessuna paralisi e se ci saranno rallentamenti li recupereremo da altre parti, ma Genova non si ferma e non si può fermare per queste cose. Le cose andranno fatte con sempre più energia e più grinta. In Regione c’è un vice che porta avanti le cose quando non c’è un numero uno”. Il vice in questione è Alessandro Piana, che nella giornata di ieri ha assunto le funzioni di Giovanni Toti ribadendo la necessità di far andare avanti le cose vista l’importanza dell’ente. 

Lo sguardo si allarga poi verso il porto: “Sullo yatch di Spinelli ci sono andato anche io” è il commento di Bucci, che continua “il giorno dopo che c’era andato qualcun altro”, riferendosi a Claudio Burlando. “Io parlo con migliaia di imprenditori in città ed è giusto parlare con gli imprenditori, il che non vuol dire prendere mazzette o fare le cose con scorciatoie: se devo prendere venti pareri non posso prenderne solo cinque. Ci sono incontri operativi? Sì, si lavora anche a pranzo” prosegue a spiegare. E su Signorini? “Io non ho mai visto cose che non andavano bene altrimenti lo avrei detto”. Da alcune intercettazioni, durante un colloquio con il presidente Toti, il sindaco avrebbe fatto riferimento al suo lavoro in Emilia con i maiali, paragonandoli agli imprenditori portuali: “Voi avete mai provato? Si danno tutti addosso l’un l’altro per accaparrarsene un pezzo. In porto è così, qual è l’imprenditore che non vuole un pezzo? Io ho decine di richieste, ma le decisioni le prende il Comitato portuale”.

Tra i progetti in cantiere ci sono la nuova Diga e il Tunnel subportuale: “Sul Tunnel non abbiamo più passaggi autorizzativi da fare, sulla Diga c’è la variante da fare e quella ormai è in mano a Roma. È importante andare in gara il prima possibile, vorrei veramente farlo prima di giugno. E quella variante fa in modo che la Diga non aiuti solo Msc e Spinelli perché si arriva sino alla foce del Polcevera”. 

Altro tema caldo è la vicenda Esselunga, i messaggi pubblicitari e i finanziamenti per la campagna elettorale: “Non erano per me, erano per la lista Toti. Chi dice che erano per me prende una cantonata. Io non ho favorito nessuno: Consiglio di Stato e Tar hanno detto che è tutto regolare e nessuno mi ha accusato di avere favorito nessuno, a parte l’opposizione che può dire ciò che vuole”. E rispetto alla richiesta di Ascom e Confesercenti di rallentare sulla Conferenza dei servizi dell’Esselunga: “Non vedo motivo per rallentare alcunché e peraltro sarebbe scorretto e quasi illegale intervenire in tal senso su una procedura amministrativa. Velocizzare non è mai illegale, è nell’interesse dei cittadini. Illegale sarebbe bypassare qualche passaggio”. 

All’interno della maggioranza che sostiene Bucci c’è Umberto Lo Grasso, consigliere comunale della Lista Toti, indagato per favoreggiamento: “Io sono garantista al mille per mille, poi ognuno è libero di pensarla come vuole. Se uno è in grado di mantenere il suo ruolo anche se ha un avviso di garanzia, ben venga e lo faccia”. E fa sapere che il punto con la maggioranza sarà fatto in questi giorni: “Io ho una maggioranza di partiti che hanno accettato una visione di città e un progetto di città. Se qualcuno non ci sta più e non abbiamo la maggioranza andiamo a casa, le cose sono semplici, lo dico da sette anni”.

In merito all’appoggio dei riesini: “Riunioni se ne sono fatte tante, non ricordo che qualcuno abbia detto quelle cose, io questi tizi non li ho mai conosciuti e non sapevo nemmeno dove sia Riesi. Ma se ho imparato qualcosa dalle mie campagne elettorali è che non si fanno con le riunioni ma parlando con la gente, altrimenti non arrivi oltre il 50%”.

Paolo Emilio Signorini, al momento il solo indagato in carcere, per Bucci “era la persona giusta” alla guida di Iren. “Poi vedremo come saranno le cose quando la situazione si sarà chiarita”. 

In merito all’intercettazione in cui Aponte riferisce a Spinelli di aver parlato con Bucci per allungare la concessione del Terminal Rinfuse a 30 anni, il sindaco commenta: “Con Aponte credo di aver parlato al telefono 6-7 volte in sette anni, per gli auguri di Natale.  Io non ho nulla a che fare col Terminal rinfuse. Dico solo che quando chiesi a Marco Doria di dimettersi in quanto rappresentante della Città metropolitana in porto non lo fece nonostante tre lettere del sottoscritto. Se c’è un ente dove chi è nominato ha autonomia è quello”.

C.O.


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