Attualità - 09 maggio 2024, 16:39

I depositi chimici a Multedo per altri cinquant’anni, tra chi esulta e chi prende in giro i cittadini: il trionfo dell’ipocrisia

Alla politica interessava solamente che Carmagnani e Superba non andassero a Ponte Somalia: a vittoria ottenuta, adesso spariranno tutti. Mentre il sindaco Bucci ha portato a spasso i residenti per sette anni e mezzo

I depositi chimici resteranno a Multedo per altri cinquant’anni, come minimo, con buona pace della gente che esulta, di quella che si commuove, di quella che plaude, di quella che esprime una solidarietà ipocrita, di quella che non parla per non far irritare il sindaco. E con tutti gli errori e la superficialità posti in essere dal sindaco stesso, che ha portato a spasso la gente del quartiere per sette anni e mezzo. Sette anni e mezzo lunghi, interminabili, sempre più pieni di disincanto e vuoti di speranze.

Ci sono tre parole che detesto, sul vocabolario della lingua italiana: due sono roba e cosa, perché ritengo che ci siano sempre i termini più appropriati per evitare le definizioni generiche; e poi c’è quella che detesto più di tutte: gente. Perché esprime una marmaglia informe, descrive il pensiero omologato, il mainstream, la pochezza a tutti i costi.

Ebbene: chi si commuove e chi esulta alla decisione del Tar Liguria che boccia il trasferimento dei depositi chimici di Superba Carmagnani da Multedo, dove sono a cinque metri dalle case, a Ponte Somalia; chi plaude alle osservazioni del Ministero della Cultura dentro un comunicato stampa; chi inserisce Multedo dentro le proprie note solo perché è un inciso di un discorso nel quale, in realtà, di questo quartiere non frega nulla a nessuno; chi si volta dall’altra parte, chi si scatena sulle chat, chi parla senza nessun titolo a nome di questo quartiere (un assessore della Giunta Bucci che non si è mai visto qui, a parte in campagna elettorale), tutti questi sono gente. Gente della peggior specie.

Tra poco, i riflettori su questa vicenda si spegneranno, e si spegneranno così: i depositi chimici non andranno a Ponte Somalia, un’altra soluzione non è stata individuata, il sindaco avrà fallito nel suo obiettivo e nessuno avrà da dire più nulla, nessuno farà osservazioni, nessuno farà ricorsi al Tar e nessuno scriverà note e comunicati stampa.

Diciamoci la verità: la vittoria della politica è sempre stata (sempre e soltanto) che i depositi non andassero a Ponte Somalia. Se ora rimangono a Multedo, amen: sono sempre stati lì e chi se ne importa.

La politica è mai stata in grado di proporre una soluzione alternativa, oltre a dire dei no? La politica è mai stata in grado di schierarsi dalla parte di Multedo senza se e senza ma? La politica è mai stata in grado di ragionare anche a difesa dei più piccoli e dei più deboli, lasciando indietro la considerazione del bacino elettorale (tremila abitanti a Multedo, cinquantamila a Sampierdarena)? La risposta è: No. 

La politica tornerà bellamente a sbattersene di questo quartiere, una volta che si spegneranno i riflettori sulla vicenda. Fatemi il favore, e fateci il favore: prima iniziate a chiamarli depositi urbani, e non depositi costieri, visto che stanno in mezzo alle abitazioni; e poi restate in silenzio una volta per tutte.

Vi risparmierete tanta ipocrisia e, soprattutto, tante cazzate. Oppure, per chi ci sta, facciamo un gioco: facciamo che si organizza, tutti insieme, una manifestazione, per dire che i depositi chimici a Multedo non ci devono stare, senza se e senza ma, e tutta la manica di quelli che esultano, si commuovono, plaudono e festeggiano viene qui, in queste strade, in questa nostra puzza, a metterci la sua bella faccia? Lo facciamo questo gioco e poi ci contiamo?

Qui nessuno sta dicendo che i depositi andavano messi a Ponte Somalia, senza se e senza ma. Qui si sta dicendo che l’esultanza di una parte è la morte stessa di un’altra parte della città. E allora, forse, un po’ più di stile sarebbe stato gradito.

I cittadini di Multedo, e il comitato del quartiere (quello vero, non lo pseudocomitato di amici del sindaco), hanno sempre solidarizzato con Sampierdarena, hanno sempre detto che i depositi non dovevano andare in casa d’altri, hanno sempre manifestato ai cortei collettivi (e lo faranno anche sabato): non per far numero, come dice qualcuno, ma perché nei principi della forza comune e dell’unità d’intenti ci credono davvero.

Che cosa hanno ottenuto in cambio? Che sono stati accusati di fare flanella sull’opzione zero (a Superba e Carmagnani lavorano le famiglie di tanti di noi) e che il sindaco Bucci li ha accusati di non prendere una posizione su un progetto che era nato monco in partenza, che aveva tutto e tutti contro, che mostrava mille lacune e scopriva il fianco a mille contestazioni (come in effetti è andata a finire).

Già, il sindaco Marco Bucci: noi avremmo dovuto difendere un progetto di dislocamento sul quale non credono più neanche le aziende stesse, mentre lui ha portato i multedesi a spasso per sette anni e mezzo. E come non parlare del Municipio VII Ponente: di questa e della precedente gestione. Il confronto con la gestione del Municipio II Centro Ovest è impietoso: da una parte c’è un presidente, Michele Colnaghi, che ha combattuto fianco a fianco con i propri concittadini, seguendo la vicenda passo dopo passo, lasciando in secondo piano la politica, le strategie e i giochetti, e lavorando di pancia, come andava fatto; dall’altra c’è stato un presidente, Claudio Chiarotti, e ce n’è uno, Guido Barbazza che, a diverso titolo, non hanno mai fatto lo stesso. 

Barbazza è abituato a defilarsi ogni volta che si alza il livello della tensione, Chiarotti e il suo gruppo hanno votato contro, di recente, a una mozione che chiedeva il trasferimento dei depositi in porto. Questi sono i fatti, il resto sono chiacchiere. Tante e sempre più insopportabili.

Mercoledì prossimo, 15 maggio, sarà l’anniversario dei morti di Carmagnani (15 maggio 1987) e, come sempre, non se ne ricorderà nessuno. Nel frattempo, a Multedo ci si appresta a perdere per sempre l’unico spazio aggregativo (quei Giardini John Lennon sacrificati a una galleria dell’autostrada, anche questa a cinque metri dalle case), ci si appresta a veder chiudere dopo quasi cento anni la scuola elementare ‘Vittorio Alfieri’(unico presidio e servizio rimasto sul territorio), ci si appresta a tenersi compagnia per altri cinquant’anni con Carmagnani e Superba (che hanno tutto il sacrosanto diritto di lavorare e di dare lavoro e meritano spazi più adeguati e consoni al loro sviluppo, altro che opzione zero). 

Però certo, è giusto esultare. Bravi, avete vinto tutti. Noi però vi aspettiamo. Ci contiamo. E, se e quando sarete qui, vi conteremo pure. Garantito.