Una satira pungente, una denuncia sociale a cui si affianca il bisogno di riscrivere una nuova iconografia che, tramite la visione a distanza ravvicinata, diventa capace di distruggere lo stereotipo dell’immagine del politico di turno.
Non ci sono fraintendimenti o dubbi negli scatti di Luca Santese e Marco Valli, fotografi e membri del collettivo Cesura, che in queste settimane, dopo numerose esposizioni in giro per l’Italia, proporranno la loro mostra 'Realpolitik 2018 -2023’ a Palazzo Grillo, in vico alla Chiesa delle Vigne.
Un progetto lungo sei anni, iniziato all’alba della ‘Terza Repubblica’, come racconta Valli: “Il progetto nasce nel 2018 quando io e Luca abbiamo unito le forze. Entrambi ci occupavamo già di politica singolarmente ma in vista delle elezioni, intravedono la possibilità di seguire una nuova era della politica italiana, abbiamo realizzato una serie di ritrati a tutti i politici in ‘gara’ dei vari partiti”.
Sono così iniziate le serie di pubblicazioni in cui grottesco e satira, a braccetto, hanno messo alla berlina le contraddizioni dei candidati e degli schieramenti.
“Da lì - prosegue Valli - non abbiamo più potuto tirarci indietro rispetto a questa ‘missione’ e abbiamo iniziato a seguire i momenti salienti della politica italiana raccontandoli in volumi i cui capitoli ricalcano la storia”.
Una rivendicazione del ruolo dei fotografi, spesso snaturato dalla prassi che vede i politici capaci di auto-rappresentare loro stessi saltando il rapporto con i media. A proposito, Valli aggiunge: “Cerchiamo il nostro rapporto solo attraverso questo tipo di linguaggio, restituendo un’iconografia che sia totalmente opposta a quella che invece viene diffusa”.
Così, le fotografie diventano novelle composizioni in cui sembrano ritornare i canoni dell’Espressionismo con l’esasperazione delle ombre e l’esaltazione delle luci, in un gioco pirandelliano di maschere.
“Queste immagini così forti - conclude - hanno sicuramente un effetto satirico ma per noi in questi sei anni è stato essenziale creare una sorta di iconografia alternativa rispetto a quella tradizionale dei media”.
Immagini ravvicinate in aperto contrasto con le rappresentazioni delle campagne elettorali che hanno il chiaro compito di mostrare un altro volto del potere come aggiunge Luca Santese: “Il significato più interessante per noi è quello di mostrare qualcosa di diverso, caratterizzato dal gatto di essere molto vicini e di fotografare questa superficie che è la teatralità della politica, evidenziata da queste luci, proprio quella teatralità che separa l’elettore dalle pratiche politiche che si vedono meno. Il nostro interesse è quello di porre attenzione sulla maschera, lo show politico, oggi più forte che mai, perché è proprio quello che nasconde la verità”.
A osservare le immagini l’impressione di molti è che si tratti di composizioni posate realizzate in studio quando, in realtà, questi scatti avvengono in tutt’altro modo: “Cerchiamo di andare molto vicino - racconta Santese - usiamo luci artificiali e questo fa pensare a scatti posati. La foto di Berlusconi, per esempio, è una foto fortunata. Ero a Monza per un comizio elettorale a supporto di un candidato sindaco, mi sono avvicinato e nell’istante in cui ho scattato ha guardato in macchina, questo fa pensare a una complicità che non c’è. È stato un caso”.
Scatto fortunato, ribadiscono i due fotografi, anche per quanto riguarda il ritratto di Matteo Salvini, scelto poi da Time Magazine per la copertina di un numero dedicato al segretario della Lega: “È la prima foto iconica del progetto. Dopo la copertina - racconta Valli - io e Luca ci siamo diretti a una manifestazione nazionale della Lega in piazza del Popolo a Roma. Nella tenda per la stampa ci hanno dato un volantino in cui, al centro, c’era questa copertina del Time quasi volesse eleggere Salvini a politico internazionale. Da quel giorno, avendo visto questo boomerang, abbiamo deciso di fare un lavoro incentrato soldante alla figura di Salvini che è diventato un libro ‘Il corpo del capitano’. Abbiamo capito che la satira non bastava, che dovevamo fare qualcosa di più come creare un linguaggio che non fosse sfruttarle dai politici in loro favore”.
Il risultato si può ammirare nelle trentaquattro stampe di vario formato e nel materiale allestito nel percorso espositivo che permettono ai visitatori di ‘imparare’ questa nuova iconografia per giocare con l’immagine sovversiva che, negli scatti di Valli e Santese, raggiunge un culmine artistico straordinario, in quella che si può definire ‘democrazia di rappresentazione’.
Il progetto espositivo sarà visitabile – a ingresso libero e gratuito – dal 4 maggio al 30 giugno 2024 nelle seguenti giornate: giovedì – venerdì dalle 16 alle 20 e sabato - domenica dalle 14 alle 20.