Ha fatto il giro dei social anche a Genova la notizia - o presunta tale - di una app diffusa in Svezia, 'Scout Park', che permetterebbe tramite smartphone ai comuni cittadini di iscriversi, segnalare eventuali irregolarità stradali - tra cui auto posteggiate male, in doppia fila o in divieto palese - in cambio di una contropartita economica all'utente che ha effettuato la 'soffiata'.
Soldi, piccoli pagamenti, in cambio di una segnalazione: il link in queste settimane corre anche tra le pagine liguri e genovesi di Facebook, i gruppi di quartiere, dove più di un utente s'interroga pubblicamente sull'eventuale funzione di un'applicazione simile anche qui, anche in Italia, e soprattutto a Genova, patria della cronica carenza di posteggi con cui giornalmente si misurano gli automobilisti che nel tentativo di scampare la multa spesso si affidano alla sorte o alle quattro frecce accese per una sosta lampo, quando non nell'irregolarità.
Tra chi parla di 'spie', chi sostiene che l'applicazione potrebbe essere 'validissima', chi parla di 'aberrazione', c'è poi qualcuno che punta l'attenzione sulla rendita che potrebbe derivare dal rilevamento degli illeciti, senza il filtro diretto della polizia municipale. "In Italia - scrive qualcuno - rischierebbe di diventare un mestiere".
Ma in realtà, anche se non remunerata, una app con funzione di sola segnalazione esiste già a Genova. Non solo illeciti ma anche necessità di riparazioni o interventi, quello che i genovesi possono già segnalare, richieste che poi vengono filtrate dal Comune.
"Noi abbiamo la app 'Segnalaci', chi vuole può segnalare tramite quello, non per questo gli diamo dei soldi se ci segnala una macchina in divieto di sosta", avverte l'assessore alla Sicurezza Sergio Gambino.
"Funziona per qualsiasi segnalazione che un cittadino vuole fare - continua - in particolare su problematiche del territorio. È chiaro che per un divieto di sosta che magari blocca il traffico si chiama la polizia locale, non si può fare una multa a distanza tramite la foto di una persona. Non è consentito ma non sarebbe nemmeno corretto staccare un verbale da remoto senza un controllo da parte delle autorità".
Solo pochi giorni fa un posteggio vietato aveva scatenato la protesta a Genova con l'automobilista accolto tra cori e insulti per le ripercussioni sul traffico. Non l'unico, negli ultimi mesi.
"Lo strumento migliore resta sempre l'educazione - sottolinea Gambino - e gli aspetti culturali legati al rispetto delle regole e ad evitare di bloccare il traffico con comportamenti incivili. Ma lo strumento principe è poi la presenza sul territorio e il controllo su strada dei vigili".