Attualità - 18 aprile 2024, 17:42

Nuovo percorso museale e spazi mai visti prima: così il Castello D’Albertis festeggia i vent’anni di attività e aperture al pubblico

Un ricco calendario di appuntamenti sarà la costante di questo anno di celebrazioni per il Museo delle Culture del Mondo

Un giardino romantico che entrerà a far parte del percorso museale e il riallestimento della sezione musicale.

Con queste due importanti novità il Museo delle Culture del Mondo Castello d’Albertis festeggia i suoi primi vent’anni di attività celebrando la bellezza della conoscenza del patrimonio culturale dei popoli.

Un compleanno importante che ha visto una crescita in termini di pubblico, segno dell’interesse sempre maggiore verso un luogo affascinante che al suo interno, tramite materiale etnografico e archeologico, racconta i cinque continenti. 

“I festeggiamenti vedono anche i lavori in corso per la ristrutturazione e la manutenzione, indice del desiderio di rinnovarsi, dopo due decenni - racconta la conservatrice responsabile Maria Camilla De Palma - Quando le impalcature saranno smantellate, a settembre, continueremo a festeggiare con una serie di appuntamenti che presenteremo più avanti”.

L’intento della curatrice, e lo dimostra anche il progetto messo in atto per queste importanti celebrazioni, si basa sulla forza della cooperazione che non si limita solo all’ambito locale ma abbraccia anche quello internazionale, confermando la vocazione della casa museo che fu di Enrico D’Albertis.

Il riallestimento della sezione dedicata agli strumenti musicali e al benessere, curata da Echo Art sin dal 2004, parte da una totale rigenerazione degli spazi che si ampliano per accogliere strumenti  e immagini che ne raccontano il percorso e l’utilizzo. Ogni teca permette ai visitatori di gettare lo sguardo su fenomeni migratori, anche distanti nel tempo, e di scoprirne le influenze sulle culture, imparando a conoscere le radici di tradizioni, credenze e rituali.

De Palma aggiunge: “Si tratta di un’esposizione più interattiva, esteticamente accattivante, con spazi che possono accogliere seminari e laboratori proprio vicino agli strumenti, a differenza di quanto accadeva prima”.

Il nuovo spazio mette al centro la cultura e il benessere a servizio dei visitatori che, oltre all’area etnomusicale, potranno trovare qui un’area di rilassamento.

Davide Ferrari, che con il fratello Michele ha curato questa parte, non manca di ribadire l’importanza dello spazio pensato per sedersi e sdraiarsi: “Permettere questo, vuol dire prendersi cura delle persone, allestendo un’area accogliente che si potrà utilizzare per diverse attività”. Il grazie va a progettisti e realizzatori che vorrei nominare: Arianna Sortino, Federica Torre, Elio Micco Stefano Gualtieri. Una squadra di lavoro che fa miracoli perché siamo in un cantiere aperto”.

Sedendosi così su Sitos - Sit On Sound, sarà possibile provare l’esperienza di una poltrona sonora sperimentando così i benefici della musicoterapia in prima persona, il tutto mentre le teche con esposti gli strumenti musicali dialogano con le foto di Michele Ferrari, scattate nei suoi viaggi in giro per il mondo.

La riapertura dei giardini, detti finora segreti perché non accessibili, vuole riconsegnare ai visitatori uno spazio il più possibile simile a quello immaginato dal Capitano in un gioco di eclettismi che disegna una struttura neo gotica in cui si incontrano quegli elementi ‘medievali’ o di visione medievale che sono il fil rouge della proposta culturale genovese per questo 2024.

De Palma, a proposito, prosegue: “Il giardino è subito a ridosso delle mura, ai piedi della torre rotonda, facilmente accessibile dal giardino pubblico attraverso un portale che sembra giocare con rimandi al duomo di Modena, creando un collage architettonico unico, tipico del castello. Questa parte è la punta dell’iceberg di un percorso che, un po’ più scosceso e un po’ meno sicuro in questo momento, nasconde ancora manufatti da restaurare e, al momento, non sarà accessibile al pubblico. Quella parte inizia in piazza Ferreria poi, attraverso corso Ugo Bassi, arriva fino all’ingresso su corso Dogali. Noi ne vediamo la porzione finale che è più accessibile, pianeggiante, che contiene un piccolo lago con un isolotto al centro. Il cinguettio degli uccelli, la scelta delle specie arboree fanno di questo spazio un piccolo paradiso. Sarà aperto due volte al mese ma a partire da sabato è aperto alla città dalle 10 alle 13 su prenotazione con visite ogni trenta minuti”.

Lo ricorda anche Orietta Veronesi, vice presidente della cooperativa Solidarietà e Lavoro portando i saluti del presidente: “Quando siamo arrivati qui nel 2004, la nostra cooperativa aveva quindici anni di esperienza, nella parte culturale eravamo consolidati ma qui la parte fondamentale è arrivata grazie all’unità di intenti nata con la mission del museo che si sposava perfettamente a quella della cooperativa: attenzione e cura verso persone, altri popoli e civiltà, la parte sinergica è fondamentale per sviluppare gentilezza nei confronti dell’altro”.

Carlo Mazza, presidente dell’associazione Amici del Castello, raccontando la storia e l’impegno del gruppo, a proposito del giardino ribadisce come questi siano dati una “folgorazione. Ci siamo buttati dentro questa avventura per ridare i giardini alla città. Sabato si inizieranno le prime visite sulla parte superiore. Abbiamo attivato un profilo di interesse scientifico, con la Ohio State University e altri studiosi di architettura del paesaggio italiani. Si è dovuto andare fisicamente su questi giardini, prima chiamati giungla. Piante infestanti hanno invaso. CI siamo ritrovati con una sfida al di sopra delle nostre possibilità e abbiamo cercato collaborazioni con chi sapeva come affrontare. Abbiamo trovato appoggio nelle Serre di San Nicola e gli Amici di Staglieno, che hanno dato un bell’impulso per riuscire a disboscare e fare percorsi accessibili. Abbiamo stipulato un patto di collaborazione con il municipio, tramite raccolte fondi vorremmo realizzare un rilievo per un progetto di restauro. È un percorso lungo che inizia con un primo passo. Non volgiamo più che si dica ‘bello ma non ci sono mai stato.


Stella Boi, presidente delle Serre di San Nicola, ha poi ricordato come la presenza delle stesse all’interno del Castello D’Albertis non sia recente ma si debba ricercare già nel 2017 e che l’occasione di un rinnovato sodalizio, impreziosito dalla presenza degli amici del Castello e di altri volontari.

“Sono felice di annunciare il ventesimo compleanno di Castello D’Albertis, che verrà festeggiato con una serie di eventi e attività che coinvolgeranno la cittadinanza – commenta l’assessore alle Politiche dell’istruzione Marta Brusoni - Questo museo è un luogo unico, concepito per raccontare le storie di oggetti provenienti da tutto il mondo e per creare un'esperienza partecipativa e inclusiva. Ringrazio tutte le associazioni e i volontari che hanno lavorato duramente per valorizzare il parco e per rendere possibile questa celebrazione speciale. Invito tutti a unirsi a noi nel corso dell'anno per esplorare il museo, partecipare agli eventi e festeggiare insieme la ricchezza culturale e storica che il Castello D'Albertis rappresenta”.

GLI APPUNTAMENTI 

Si inizia venerdì 19 aprile alle 18 con l’inaugurazione del nuovo allestimento della sezione dedicata a Musiche e Musicoterapie del Mediterraneo, con live music e djset, curata da EchoArt, mentre sabato 20 aprile alle 10 verrà aperta una nuova area del parco circostante il museo, una parte del giardino segreto del Capitano, fino ad ora non visitabile dal pubblico. Accompagnati da Sofia Lo Brutto, che ha condotto uno studio sull’analisi di questo spazio, i visitatori potranno scoprire le meraviglie di questo giardino e nel corso della primavera-estate ripeterà l’esperienza in ulteriori appuntamenti.

Proprio il parco e la sua valorizzazione sono il fulcro del patto di collaborazione siglato tra il Municipio I Centro Est, la Direzione Area Politiche culturali del Comune di Genova, l’associazione Le serre di San Nicola e l’associazione Amici del Castello D’Albertis: un lavoro in sinergia che, grazie al lavoro dei volontari, ha permesso di ottenere importanti risultati di abbellimento e di recupero, ma anche di ricerca e studio sull’area verde che circonda il museo, già oggetto di attenta cura e progettazione da parte del Capitano d’Albertis fin dalle prime ideazioni della sua dimora.

Domenica 21 aprile alle 17, appuntamento con Quattro passi nel parco, una visita accompagnata offerta dalla Cooperativa Solidarietà e Lavoro, che sin dall’apertura gestisce il museo e concorre con iniziative ed eventi alla sua promozione. Il percorso si snoderà nel parco tra mura cinquecentesche, maestosi leoni, false rovine, torri e affacci sulla città e svelerà la storia della costruzione del castello, all’interno di un parco urbano dalla vista mozzafiato, oltre a ripercorrere la vita avventurosa dell’eccentrico Capitano d’Albertis.

 

Sabato 18 maggio alle 18 è prevista una performance dedicata alle famiglie, a cura dell’artista giocattolaio Roberto Papetti, del cui pensiero e lavoro è in corso nel museo la retrospettiva Poetica del gioco, che sarà visitabile fino al 25 agosto. Si darà cittadinanza onoraria alla “balenottera comune”, un gioco cerimoniale ideato da Roberto Papetti che intende premiare una volta all’anno, enti di natura tra viventi e non viventi della Terra. Il borgomastro, ovvero il cerimoniere, consegnerà una medaglia, esporrà le motivazioni della scelta del premiato, animerà giochi, racconti e piccole attività manuali.

A seguire, sarà possibile visitare la Sala Colombiana, completamente restaurata e il ripristino dell’accessibilità alla Loggia di Colombo, punto di vista sempre molto amato sul mare e sulla città.

Il 23 maggio, giornata di inaugurazione dei giovedì estivi con apertura serale del museo dalle 13 alle 22 sarà l’occasione per un momento di riflessione e dialogo sul ruolo attuale dei musei con la presentazione, alle 18, del libro Il museo necessario, mappe per tempi complessi. Saranno presenti le autrici Simona Bodo, Anna Chiara Cimoli, Amina Gaia Abdelouahab.

Il 30 maggio alle 18 la serata inizia con la proiezione del docufilm GOMEO BOBELU, #giustiziapergomeo, che ritrae la vita straordinaria di un artista nativo americano che ha dedicato la sua vita a cause di giustizia sociale, di Jaima Chevalier, prodotto da Picture This Production Company, 2023.

La proiezione sarà accompagnata da un'esclusiva mostra di quattro opere della nota pittrice Roseta Santiago sullo stesso tema del film. La rassegna sarà esposta nella sala dedicata al popolo indigeno Hopi dell'Arizona del Castello D'Albertis fino al prossimo novembre, mese del Patrimonio Nativo Nordamericano, durante il quale il museo accoglierà anche alcuni scatti di AJ Goldman, iconico fotografo di origine Navaho.

Gli appuntamenti continueranno nel corso dell’intero anno, in un work in progress costante in cui non mancheranno occasioni per festeggiare, valorizzando ed attualizzando il patrimonio ed eredità del Capitano D’Albertis, attraverso una rilettura del suo sguardo sul mondo e aprendo sempre più spazi di dialogo con il pubblico, le popolazioni indigene e migranti e la cittadinanza intera.