Classe 1996, Tommi Scerd, al secolo Tommaso Borsarino, è uno di quegli artisti che sa catturare l’attenzione con quella punta di dissacrante genialità che solo chi attinge dal suo bagaglio di esperienza può mettere nei propri brani.
Finalista al Premio Bindi e vincitore del Premio Live Musica da Bere, Tommi qualche settimana fa ha saputo di essere tra il gruppo dei finalisti a Musicultura.
‘Pizza boy’ è un po’ il manifesto del mondo di questo cantautore che per qualcuno sembra rispecchiare l’anti eroe ma per tutti, più semplicemente, è capace di fotografare la vita quotidiana con un’anima profonda capace di toccare chiunque.
Chi è Tommi Scerd?
Sono un cantautore e produttore. Queste due cose insieme cerco di metterle in un colpo solo nelle mie canzoni, a volte anche per altre.
Produttore significa che compongo la parte musicale dei miei brani.
Utilizzando il computer e dei software e lavoro a stretto contatto con altre persone.
Quando ti sei avvicinato al mondo della musica?
La prima canzone accettabile è arrivata a diciassette anni. Per due anni ci ho provato quindi l’intenzione è partita a quindici.
C’è gente che inizia molto prima.
Poi è stato un percorso che pian piano ti ha portato a diventare uno dei finalisti di Musicultura…
Così è. Recentemente ho avuto la notizia con mia grande contentezza. È arrivata all’improvviso, inaspettata. Mi sono organizzato con musicisti per ampliare un po’ lo spettacolo che porteremo il 25 aprile a Recanati.
La canzone in gara si chiama ‘Mela 5’.
Di cosa parla?
È un po’ un flusso di coscienza su cosa significa sognare e sulle conseguenze che può avere. Sognare significa un po’, dal mio punto di vista, considerare anche le possibilità più remote, ovviamente quelle favorevoli perché se sono sfavorevoli sono incubi. A volte vuol dire vivere senza avere i piedi per terra e si rischia di andare a sbattere contro il muro. Il sogno è fondamentale un po’ per tuti: senza speranza, senza prospettiva, non ha tanto senso fare niente.
Hai accennato del tuo lavoro come produttore, c’è qualche talento in particolare che hai scoperto in questo periodo?
Ho lavorato in coppia con Francesco Ciapica dei Cartabianca su tanti progetti tra i quali NOITE, Michael, in un progetto assieme a Mattia Cominotto del GreenFog e di Pioggia Rossa dischi, etichetta sotto il quale siamo sia io che Michael, e abbiamo portato avanti questo album insieme. Recentemente è uscito il primo singolo, ‘Diventano bosco’.
Poi ci sono tante altre persone con cui ho lavorato o sto lavorando che mi piacciono molto a livello artistico e livello imano. Potrebbe essere che esca qualcosa con Matsby, e sarei li in qualità di produttore. Mi piace artisticamente, mi trovo umanamente quindi è perfetto
Hai in programma di far uscire qualcosa di nuovo?
Sì. Non so bene quando dovrei dirlo, probabilmente avrei già dovuto iniziare, però l’11 maggio uscirà l’album e il 19 aprile, tra pochissimo, uscirà Mela 5.
Come mai sei a Genova, che cosa ti ha fatto rimanere in città?
Sono ben contento di essere qua a Genova, è una mia scelta. Il motivo non mi è ben chiaro, non ce n’è stato uno specifico ma tanti piccoli. Prima vivevo a Bologna, ho conosciuto la mia ragazza, con cui convivo, io lavoravo e lei studiava. Entrambi volevamo cambiare città e andare al mare. Nel frattempo ho conosciuto Lorenzo e Rachid di Pioggia Rossa. Lorenzo mi ha fatto vedere che qui vicino c’era il mare e ho pensato ‘qui si arriva con l’autobus a fare il bagno’.
Quando sono tornato a Bologna ne ho parlato con la mia ragazza, lei c’era già stata e le era piaciuto molto.
Ormai siamo qua da tre anni. Ci sono stati tanti eventi diversi, ho lavorato, poi mi sono dedicata solo alla musica, poi la mia ragazza si è laureata e siamo andati in Cina a conoscere la sua famiglia.
Ultima domanda, live in programma?
L’11 maggio ci sarà un live al Tiqu.
L’album si chiama i mirabolanti racconti di Tommi Scerd, mi piacerebbe tra una canzone e l’altra raccontare qualcosa come, per esempio, del viaggio in Cina.