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Attualità | 06 aprile 2024, 08:00

Valpolcevera, raddoppiata la richiesta di accesso a mense sociali e pacchi alimentari

L'appello del presidente di Municipio Romeo: "La rete sul territorio c'è, ora coinvolgere la grande distribuzione"

Valpolcevera, raddoppiata la richiesta di accesso a mense sociali e pacchi alimentari

"Come Valpolcevera siamo in prima linea e a disposizione, abbiamo già firmato una dichiarazione di intenti perché abbiamo una rete ormai collaudata sul territorio, con mondi che vanno dal volontariato parrocchiale all'associazionismo laico, della cooperazione a realtà del terzo settore e mettendo tutti insieme si possono fare grandi cose".

Ne è certo Federico Romeo, il presidente del Municipio V Valpolcevera a Genova, che ha già lanciato un appello all'amministrazione comunale per sedere tutti intorno ad un tavolo e discutere di spreco alimentare e crescita verticale delle richieste di aiuto da parte delle famiglie che, strette nella morsa dei rincari, sempre più spesso non riescono a far fronte a necessità primarie, essenziali, come quella di mettere in tavola un pranzo o una cena.

Nella Genova post Covid sono più che raddoppiate sul territorio della vallata del Polcevera le richieste di assistenza e accesso ai servizi pubblici come le mense sociali o i pacchi alimentari.

All'ombra della Lanterna ne sanno qualcosa i volontari che, dalla mensa di San Quirico ai progetti di aiuto devono far fronte a numeri sempre più alti, richieste sempre più urgenti, e che non riguardano più fasce sociali sommerse ma famiglie esposte alla crisi e alla vulnerabilità sociale.

Lo dicono, oltre all'esperienza diretta, gli indici di povertà in crescita delle famiglie, non solo liguri, che dipingono una realtà dove anche fare la spesa rischia di diventare per fette sempre più ampie della popolazione un 'lusso'.

Da qui si parte con l'appello lanciato da Romeo e dal suo municipio diretto a Palazzo Tursi: sedere a uno stesso tavolo tutte le realtà della grande distribuzione - in una città che per metri quadri dedicati alla vendita si posiziona tra le prime in Italia per maggiore presenza di supermercati in proporzione agli abitanti - e mettere mano all'invenduto per coinvolgere tutti e destinarlo a chi ha realmente necessità di assistenza.

"È aumentata - dice Romeo - la percentuale di persone che accedono ai servizi, che hanno bisogno di questo aiuto; nel rapporto portato dalla Caritas al nostro ultimo convegno emerge che a chiedere l'accesso sono sempre più famiglie, persone separate, famiglie magari numerose o anche non numerose ma dove a lavorare è soltanto un genitore, tanti anziani che non riescono ad arrivare con la pensione a fine mese. La percentuale è metà italiani e metà stranieri, in rapporto quasi paritario. I costi sono aumentati tutti, pensiamo alle bollette, e le persone hanno sempre più bisogno".

Gli accessi sono cresciuti, anzi raddoppiati sia rispetto al servizio mensa di vallata, che ha ottantotto posti, sia rispetto alla richiesta di pacchi alimentari.

"Prima del Covid erano numeri più bassi - continua il presidente del Municipio - I pranzi venivano fatti in presenza, insieme ai volontari in un ambiente di comunità. Dopo il Covid è aumentato il numero e quindi si va sull'asporto, viene preparato un pasto nelle confezioni chiuse e viene consegnato".

Ora l'idea è quella di coinvolgere tutte le realtà della grande distribuzione per poter creare una rete più ampia gestendo l'invenduto tra i prodotti alimentari in modo da poter rendere più agevole questo servizio adeguandolo alle richieste e anche abbattendo lo spreco alimentare.

"Si vorrebbe una dimensione ampia - continua Romeo - dove tutti i marchi possano entrare. Dopo la rivoluzione della legge Gadda del 2016 su questo aspetto a livello nazionale è possibile ora anche il recupero del prodotto fresco e sarebbe di grande aiuto. Tra l'altro sono previste delle premialità dal punto di vista della tassazione per chi partecipa".

Valentina Carosini

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