Centodiciannove anni di impegno sul territorio: oggi, 1° aprile 2024, la Croce Rosa Rivarolese festeggia un traguardo importantissimo, e non solo per il numero di ‘candeline’ da spegnere sulla torta. Dal 1905, infatti, non ha mai smesso di funzionare e di prestare i propri servizi alla comunità della Valpolcevera, e non solo, muovendosi in un territorio che ha cambiato decisamente volto nel corso degli anni.
Da borgo con campi coltivati e verde al boom economico, attraversando i conflitti mondiali e la resistenza, gli ‘Angeli Rosa’ (così vengono chiamati i soccorritori della pubblica assistenza) hanno continuato a portare avanti le proprie attività al fianco della popolazione.
“Siamo partiti con una manciata di volontari, ormai centodiciannove anni fa - racconta il presidente Riccardo Repetto, che ricopre l’incarico dal 2009 -. Negli anni Ottanta sono iniziate le assunzioni dei dipendenti, e andando avanti nel tempo i numeri sono cresciuti ancora. Oggi contiamo una ventina di dipendenti e un numero di volontari che varia tra le cinquanta e le settanta persone. Ovviamente qualcuno riesce a dare una mano più spesso, qualcuno addirittura tutti i giorni, mentre tanti riescono a prestare servizio una volta alla settimana o una volta al mese. Ognuno fa quello che può, come è normale che sia, ma i numeri si mantengono su quest’ordine”.
I servizi prestati dalla pubblica assistenza vanno dalla gestione delle chiamate di soccorso del 118 all’accompagnamento delle persone dializzate in ospedale, oltre alla nuova collaborazione stretta con Città Metropolitana di Genova e Comune per trasportare piccoli pazienti fragili a scuola o a eseguire le terapie necessarie. Le acque in cui la Croce Rosa Rivarolese ha navigato in tutti questi anni non sono sempre state tranquille. Oltre alle difficoltà che inevitabilmente si presentano a realtà come questa, un grande ostacolo è stato affrontato proprio in questi anni: “Il periodo della pandemia ha fatto registrare un calo nelle iscrizioni dei nuovi volontari, e alcune persone che prestavano servizio hanno preferito fermarsi per timore di prendere il virus e portarlo a casa ai familiari fragili. Fortunatamente nell’ultimo periodo c’è stato un importante riavvicinamento a questo modo: l’ultimo corso organizzato per la formazione dei volontari è stato pieno, con circa una ventina di iscritti, ed è la prima volta da quanto è scoppiato il Covid”.
Se è vero che in questi centodiciannove anni è cambiato il modo di soccorrere, i mezzi, le divise, è altrettanto importante sottolineare quanto invece sembra non sentire affatto il peso del tempo che passa: impegno, passione e determinazione accompagnano passo dopo passo volontari e dipendenti, che nonostante tutto vanno avanti con coraggio e volontà. Dal 1905.