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Attualità | 30 marzo 2024, 08:00

Carenza di risorse e criticità nella gestione del verde pubblico a Genova, Italia Nostra: “Si investe solo 1 euro per metro quadro”

Giorgio Scarfì fa il punto della situazione: le risorse finanziarie destinate sono insufficienti a fronte di città europee simili che spendono molto di più

Carenza di risorse e criticità nella gestione del verde pubblico a Genova, Italia Nostra: “Si investe solo 1 euro per metro quadro”

Nei giorni scorsi abbiamo affrontato il tema della gestione del verde pubblico nel Comune di Genova. 

Giorgio Costa, responsabile della Divisione Verde di Aster, ha evidenziato la situazione riguardante la presenza di alberi a rischio di caduta a Genova, sottolineando che ci sono almeno duecento alberi che rappresentano un pericolo imminente e devono essere rimossi con urgenza.

Giorgio Scarfì dell’associazione Italia Nostra ha svolto numerose attività volte alla tutela e alla valorizzazione degli spazi verdi cittadini, mantenendo un rapporto collaborativo e di confronto con l'amministrazione comunale. Un impegno che ha coinvolto non solo parchi e viali, ma anche aree come giardini di quartiere e ripe erbose, evidenziando la necessità di attenzione e cura per ogni spazio verde.

“A Genova il regolamento del verde pubblico è del marzo 2012 - dice Scarfì - In questi anni questo regolamento è stato disatteso in molti suoi punti qualificanti. Ad esempio si dice che per ogni albero tagliato ne va ripiantato un altro, si dice che ci sono sanzioni per i privati che non fanno le cose secondo il regolamento, si dice che dovrebbe esserci un registro degli alberi di particolare pregio.

È stato segnalato da più parti, anche da noi, che questo regolamento potrebbe aver bisogno di cambiamenti e aggiornamenti. Mi domando perché non sia proprio Aster a proporre certi cambiamenti: loro hanno affermato in incontri pubblici e in Consiglio Comunale che è impossibile seguire questo regolamento. Bene ma allora da chi deve partire la prima iniziativa di cambiamenti se non da Aster stessa?" 

Cosa andrebbe cambiato?
“Va sicuramente adeguato perché nel tempo ha mostrato degli aspetti da migliorare: penso ad esempio alle sanzioni troppo basse ai privati che fanno delle irregolarità sul verde. Alla fine conviene fare delle irregolarità, se ti beccano e vieni sanzionato spendi meno che fare le cose in regola. C’è poi la questione del riequilibro tra alberi tagliati e piantati: è importante lavorare da un punto di vista della qualità e non solo della quantità. Che cosa si reimpianta al posto della pianta tagliata?”.

Aster ha spiegato che vengono effettuati circa 2000 controlli approfonditi ogni anno sul territorio comunale, con circa 200 alberi identificati come necessari da rimuovere urgentemente. Non è un dato sufficiente?
“Questa metodologia ed equilibrio quantitativo è valso solo negli ultimi due/tre anni, solo dopo una fortissima pressione non solo di associazioni ma anche di cittadini, indipendentemente dal colore politico. Devo dire che negli ultimi anni Aster numericamente sta bilanciando questo fenomeno però dobbiamo andare a vedere quello che è successo negli anni precedenti quindi lo sforzo di tagliare e reimpiantare è insufficiente perché c’è da recuperare tutto il pregresso. La qualità degli alberi reimpiantati non sarà mai equivalente a quella delle piante tagliate. Cito un esempio su tutti: nel 2016 una tempesta si è abbattuta sui parchi di Nervi dove sono caduti a causa del vento 200 alberi. Oggi, nel 2024, ne sono stati reimpiantati una parte minima e il Comune non è in grado di dire quando terminerà il progetto di reimpianto”.  

Una delle principali preoccupazioni sollevate da Scarfì riguarda la carenza di risorse per la gestione del verde pubblico. Attualmente, il Comune di Genova dispone di circa 2 milioni di metri quadri di verde accessibile, ma le risorse finanziarie destinate al verde sono palesemente insufficienti, con solo 1 euro per metro quadro, a fronte di città europee simili che spendono molto di più per la gestione del verde.

“Fondamentalmente siamo in presenza di una forte carenza di risorse che progressivamente di anno in anno sono sempre meno e gravemente insufficienti - aggiunge Scarfì - Nel Comune di Genova abbiamo circa 2 milioni di metri quadri di verde accessibile, Aster ha un’integrazione ogni anno di circa di circa 2 milioni di euro per il verde, quindi siamo a 1 euro a metro quadro. È una cifra ridicola, in certe città come Monaco di Baviera si spendono 12/15 euro a metro quadro, a Londra lo stesso. È una carenza evidente di risorse che va avanti da anni e si riflette anche nei controlli. Qualche settimana fa è caduto un grosso albero secolare sulla strada di Sant’Alberto a Sestri Ponente ed è stato dichiarato che nessuno è mai andato a controllarlo perché non dava problemi. Penso che se c’è un albero di 150 anni sia fondamentale fare dei controlli. 

Si fa quello si può con i mezzi che hanno stabilito loro perché la tecnologia oggi ha portato a nuovi tipi di controlli e verifiche dello stato di salute di una pianta. Aster non utilizza proprio tutte le più recenti tecnologie e quindi, molto spesso, nel dubbio di un rischio crollo si taglia, talvolta senza aver fatto ulteriori controlli di stabilità. L’albero può essere malato ma non se ne verifica la stabilità: esiste la cosiddetta prova di trazione che, attraverso carichi e funi sull’albero, può calcolare la propensione al rischio caduta. Questa è una prova molto scientifica che a Genova non viene fatta. Un esempio su tutti: l’abbattimento dei grandi cedri a margine di Scalinata Borghese, nei pressi di piazza Tommaseo. In questo caso sono stati identificati tre alberi per l’abbattimento, noi abbiamo mandato un nostro tecnico che giudicava uno di questi tre cedri sanissimo. Abbiamo allora proposto di pagare noi una prova di trazione su questo albero ma non ci è stato permesso”.

C’è poi la mancanza di trasparenza nei dati riguardanti il verde pubblico. Nonostante sia stato effettuato un censimento degli alberi, i dati non sono accessibili al pubblico sul geoportale del Comune, mancando quindi un controllo diretto da parte dei cittadini.

 

“Un altro elemento è che si sono un mucchio di alberi morti in città che non sono censiti e non vengono tagliati perché non sono pericolosi, perché tagliarli è costoso e perché, una volta tagliati, andrebbero reimpiantati nuovi alberi in quello spazio. Manca dunque un censimento dettagliato degli alberi in città, fermo al 2020. Inoltre è vero: sono stati censiti gli alberi, la posizione, l’altezza, la dimensione del tronco e la dimensione della chiama. Sicuramente un grande lavoro ma manca ogni riferimento allo stato di salute delle piante. A questo aggiungiamo che questi dati sarebbero dovuti essere pubblici sul geoportale del Comune ma, ad oggi, non ci sono quindi i cittadini non hanno modo di controllare e verificare direttamente. Manca un po’ di trasparenza”.

Inoltre Scarfì evidenzia la differenza nella gestione del verde pubblico e privato, con una maggiore attenzione alla normativa per il primo e una carenza di controlli per il secondo.

“Il regolamento si applica sul verde pubblico ma anche su quello privato. Nella gestione del verde privato, altrettanto importante dal punto di vista dell’equilibrio naturalistico della città, non ci sono controlli. Ogni tipo di attività su questa fascia di verde viene svolto dall’ufficio dell’urbanistica che segue le richieste di abbattimento e di reimpianto, spesso non possono fare controlli per mancanze di risorse e soprattutto le sanzioni ai privati sono talmente basse che è conveniente trasgredire al regolamento. Ecco perché si preferisce abbattere la pianta sotto casa senza troppi problemi”. 

Nonostante i progetti futuri per incrementare il verde pubblico a Genova, come piazzale Kennedy, il Waterfront e il parco della Lanterna, le criticità legate alla carenza di risorse e alla mancanza di trasparenza rimangono da affrontare per garantire un ambiente urbano sicuro e sostenibile per tutti i cittadini. 

“Come si fa a non essere contenti. Ci sono tanti progetti di nuovo verde pubblico. Il problema rimane quello delle risorse: se allo stato attuale si fatica a gestire il verde esistente come si può pensare di incrementare di circa il 30% il verde fruibile in città. Sicuramente il nuovo verde sarò progettato in maniera più coerente dal punto di vista tecnico, manutentivo, con impianti di irrigazione, con le giuste distanze per permettere le potature in maniera agevole  ma sarà sicuramente lavoro in più".

Marco Garibaldi

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