Accolto con grande entusiasmo e con curiosità, il progetto del Condominio Etico di Posta Vecchia, nel centro storico cittadino, torna al centro della discussione a proposito del futuro della proprietà della struttura con l’interrogazione del consigliere Filippo Bruzzone durante il Consiglio Comunale odierno.
Punto centrale delle domande poste al vicesindaco Pietro Piciocchi da parte del consigliere è stata la proprietà dell’immobile, disciplinata da una convenzione stipulata con il Comune della durata di venticinque anni.
“Sono iniziati i lavori sul Condominio Etico - ha esordito Bruzzone - come civica amministrazione abbiamo investito fondi pubblici ma, è importante saperlo: durante la convenzione, il privato potrà vendere il bene a un altro soggetto?”.
Ragionando dunque sull’aumento di valore dell’immobile una volta terminata la ristrutturazione (per la cui realizzazione è stato stimato un investimento di 3,81 milioni di euro di fondi Pnrr), il consigliere ha poi chiesto chiarimenti in merito alla destinazione d’uso dell’immobile una volta terminata la convenzione.
“Rassicuro - ha sottolineato Piciocchi rispondendo - si parla della misura PNRR [Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza] approvata dall’alta commissione che gestisce i fondi Pinqua [Programma Innovativo Nazionale sulla Qualità dell’Abitare], risorse che dal 2019 sono destinate alla rigenerazione urbana e inserite nella legge di bilancio. Nel centro storico siamo proprietari del cinque percento degli immobili. Se pensiamo alla rigenerazione dello stesso, dobbiamo avere regole di ingaggio, stabilite con il Ministero, che coinvolgano il privato”.
Il vicesindaco poi continua: “L’immobile in cui sarà realizzato il Condominio etico andava ristrutturato e la cittadinanza si è detta favorevole all’intervento. Il vincolo posto, della durata di venticinque anni, è disciplinato dalla convenzione per cui l’immobile avrà un uso sociale e i privati saranno estromessi dalla gestione, lasciando lo stesso in comodato d’uso gratuito. Al termine del restauro, dunque, sarà affidato alla gestione della direzione Politiche Sociali del Comune di Genova che lo utilizzerà per un progetto ancora in fase di costruzione ma senza che il privato abbia voce in capitolo. Cosa ci sarà tra venticinque anni non sono in grado di dirlo ma l’equilibrio delle risorse pubbliche e beneficio del privato è stato regolato dal legislatore”.
Ribattendo, Bruzzone ha ringraziato il vicesindaco per la risposta “parziale perché non risolve i dubbi. Voglio analizzare la convenzione definitiva non appena avrò l’accesso agli atti. Rimangono i dubbi sul fatto che il privato possa vendere il bene e non c’è certezza sul destino dell’immobile al termine della convenzione”.