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Videogallery | 21 marzo 2024, 08:00

Testimonial del dialetto - Rita Bruzzone e i segreti delle focaccette di Crevari (Video)

La consigliera comunale è delle poche persone che conosce la ricetta originale tramandata gelosamente da pochi fortunati: “Qui parliamo esclusivamente genovese"

Testimonial del dialetto - Rita Bruzzone e i segreti delle focaccette di Crevari (Video)

Continua il ciclo di servizi de ‘La Voce di Genova’ che abbiamo voluto chiamare ‘Testimonial del dialetto’. Ogni giovedì vi faremo conoscere, o riscoprire, persone e personaggi che promuovono la lingua e la cultura genovese, con orgoglio, impegno, passione e tanto amore. E lo fanno sia in televisione che sui libri, che sui palchi di un teatro, sui social, alle conferenze, con la musica e le canzoni. Mirabile è l’azione di chi spende il proprio tempo per conservare una tradizione, ed ecco perché ci fa enorme piacere raccontarla. Anche attraverso video… ovviamente in genovese! 

Dopo l'intervista a Gilberto Volpara (si può leggere qui), al professore Franco Bampi (si può leggere qui), ad Anto Enrico Canale (si può leggere qui), a ‘Cito’ Opisso (si può leggere qui), a Francesco Pittaluga, (si può leggere qui), ai Buio Pesto: Massimo Morini e Nino Cancilla (si può leggere qui) e al rapper genovese Mike fC (si può leggere qui), oggi parliamo con Rita Bruzzone.

Rita Bruzzone è una consigliera comunale del Partito Democratico. È una dentista molto conosciuta a Voltri ma, soprattutto, è una maestra di focaccette di Crevari.

Le focaccette di Crevari rappresentano un simbolo irripetibile della tradizione culinaria locale. La loro ricetta, avvolta dal mistero, è tramandata gelosamente da pochi fortunati, rendendole uniche e inimitabili. In occasione della Festa dell'Unità, i volontari si riuniscono per preparare queste delizie, dando vita a un'atmosfera di festa e condivisione. L'impegno e la dedizione dei partecipanti trasformano ogni focaccetta in un capolavoro gastronomico, ammirato e apprezzato da tutti.

“In realtà io sarei la figlia di una maestra di focaccette di Crevari. Io faccio le focaccette ma chi ha dato il via a tutto questo tanto da diventare famosi in tutto il mondo è stata mia mamma insieme a una sua cugina che di cognome era Patrone e l’ultimo compagno rimasto che è l’ultimo partigiano di Crevari, Gemino che è ancora vivo. Hanno iniziato quarant’anni fa a una festa dell’Unità perché gli sembrava di vendere poco, avevamo un bar. Erano seccati perché non guadagnavano abbastanza”.

‘Ascidiavan’ non so nemmeno io cosa significa.
“È un’espressione per dire che erano preoccupati, c’era qualcosa che li divorava dentro. Allora si sono dette: ‘Cugina, cosa ne pensi se facessimo un po’ di focaccette alla nostra maniera?’. Gemino, che già allora era il più anziano, ha detto: “Ragazze, portiamo patate, un po’ di pentolame, della farina e impastiamo’. Da lì è nata una storia che ci ha travolto”.

Siamo negli anni?
“Siamo negli anni ’80".

Dunque sono circa quarant’anni.
“Alla festa nazionale dell’Unità del ’78 avevamo il banco con la porchetta con cui vendevamo poco. Dall’anno dopo abbiamo iniziato con le focaccette”.

Ora non si fanno più alla festa dell’Unità si fanno due volte all’anno?
“No, le facciamo più spesso. Le facciamo per il 25 aprile, la prima festa della stagione, il 1 maggio, per ‘Crevari invade’ (lo devo dire in italiano), poi ogni tanto ci trasferiamo a Sant’Eugenio e ci trasferiamo nella zona un po’ più bassa, poi partecipiamo a diversi eventi e andiamo in diverse parti di Genova, dove chiedono la nostra presenza. Effettivamente siamo diventati troppo famosi però siamo anche tutti un po’ più vecchi".

Non c’è un ricambio generazionale?
“Un po’ di ricambio generazionale c’è. Per ‘Crevari Invade’ è pieno di giovani, per altre feste invece un po’ meno però noi abbiamo alcuni ingredienti segreti che non possiamo dire. Quindi non possiamo nemmeno dire tutti di venire perché poi…”.

Se uno parla genovese gliela fai?
“Se uno parla genovese potremmo fargliela però mentre la prepariamo non possiamo fargli vedere proprio che ingredienti usiamo. Abbiamo avuto innumerevoli tentativi di copiarci ma come le nostre non ce ne sono. Tant’è vero che a un certo punto abbiamo dovuto depositare il marchio perché c’era qualcuno che metteva in giro i cartelli con scritto ‘focaccette di Crevari’. Eh no, solo le originali”.

In quanti siete che sanno fare le focaccette?
“Direi pochi, io perché ho ereditato la ricetta. Poi abbiamo alcuni personaggio molto famosi che sono Lino ‘u supin’, Tonina, Rita moglie di Lino, Rocco, Carlone. Abbiamo Carlone e Carlo un po’ più piccolo perché Carlone è molto alto. Poi abbiamo qualche giovane a cui abbiamo iniziato ad insegnare. Ma la figura più carismatica è Antonio ‘Tubrin’. Lui è quello che ci ha dedicato più passione".

Ma di questa squadra tutti parlano genovese?
“Parliamo esclusivamente genovese". 

A Crevari parlano tutti il genovese?
“Sì, tutti quanti”.

Anche i più giovani?
“Certo anche i giovani, anche a scuola. Come si fa a stare a Crevari senza parlare il genovese. A scuola parlano il genovese, ogni tanto ci vado anch’io ma abbiamo proprio i nonni nelle elementari che insegnano il genovese. Poi tiriamo fuori i giochi di un tempo, i detti, i proverbi. A Crevari siamo particolari: abbiamo l’abitudine di dare sempre dei soprannomi: io per esempio sono Rita, la figlia di Anna ‘canaina’”.

Questa abitudine c’è anche a Multedo.
“E tutte le famiglie hanno un soprannome. Abbiamo gli ‘Unghie’, i ‘Merli’”.

In Comune si parla il genovese o sono tutti 'forestieri'?
“Qualche volta scappa qualche parola. Bucci ogni tanto qualche parola la dice ma io parlo un genovese stretto perché a Crevari parliamo un genovese stretto. Quelli di Nervi difficilmente lo capirebbero”.

Alberto Bruzzone

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