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Attualità | 18 marzo 2024, 14:39

Un secolo a servizio dei più fragili: il piccolo Cottolengo Genovese di Don Orione compie cento anni

Fondato da San Luigi Orione il 19 marzo del 1924, l’ente celebra il centenario raccontando una storia di solidarietà e assistenza verso i più fragili. Domani via ai festeggiamenti

Un secolo a servizio dei più fragili: il piccolo Cottolengo Genovese di Don Orione compie cento anni

In cento anni, il Piccolo Cottolengo Genovese è passato dall’essere una piccola realtà con una decina di letti, all’essere un ente benefico che oggi coinvolge diverse strutture sul territorio e dà lavoro a quasi novecento persone, il tutto sempre mantenendo fede ai principi di San Luigi Orione rivolti all’assistenza ai bisognosi.

Il 19 marzo sarà trascorso esattamente un secolo da quando Don Orione inaugurava la sua prima casa di carità a Genova, in via del Camoscio 2, a Marassi.

Era stato l’ingegnere Gustavo Dufour a suggerire a Don Luigi di prendere in affitto il piccolo immobile dove accogliere i malati, gli orfani e chi ne avesse bisogno. Tredicimila lire all’anno, tanto costava il canone di locazione, venivano garantiti dall’amico e benefattore Giuseppe Gambaro.

Qualche camera e una decina di posti letto: era nato il Piccolo Cottolengo Genovese.

Ora, a un secondo di distanza, il Piccolo Cottolengo ripercorre la sua storia e apre i festeggiamenti per questo particolare compleanno.

La solenne concelebrazione presieduta da don Tarcisio Vieira, Direttore Generale della Congregazione della Piccola Opera della Divina Provvidenza si svolgerà nella chiesa di Santa Margherita a Marassi, a pochi passi da via del Camoscio.

Al termine, sarà scoperta una targa celebrativa in memoria della nascita dell’ente e dei suoi primi cento anni.

“Un secolo è un traguardo importante – racconta Don Dorino Zordan, Direttore del Piccolo Cottolengo Genovese di Don Orione – un momento di gioia, e un’occasione di riflessione non solo sul passato che con il suo esempio e insegnamento continua a guidarci e a stimolarci, ma anche sul presente e sul futuro, sulle sfide di oggi e su quelle di domani. In questi 100 anni il Cottolengo è rimasto fedele allo spirito del suo Fondatore, ma si è saputo adattare ai bisogni della società contemporanea, alle nuove fragilità e alle nuove povertà”.

Dopo Via del Camoscio, affidata alla guida della genovese Suor Maria Stanislaa e chiusa definitivamente l’11 dicembre del 1933, Don Orione apre a Genova molte altre case di carità offrendo accoglienza ai poveri, ai disabili fisici e mentali: il Conservatorio di San Girolamo a Quarto nel 1925, via Bosco e Salita Angeli nel 1928, via Palazzo a Quezzi, la casa di Paverano nel 1933, la casa della Castagna a Quarto nel 1936, Villa Santa Caterina a Molassana nel 1939. 

Anche dopo la morte di Don Orione, la Congregazione della Piccola Opera della Divina Provvidenza prosegue la grandiosa opera di carità del suo Santo: il Villaggio della Carità di Camaldoli nel 1940, l’Istituto Famiglia Moresco a Bogliasco nel 1950, e l’Abbazia San Nicolò al Boschetto nel 1957. 

Più recentemente si aggiungono il Poliambulatorio Von Pauer, centro polispecialistico e di riabilitazione, e il Centro Boggiano Pico, polo specializzato nel trattamento dei disturbi del neurosviluppo.

“Da quel 19 marzo – continua Don Zordan– è trascorso ben un secolo, e come aveva profetizzato proprio Don Orione nel 1923 ad una riunione dell’UNITALSI, il suo Piccolo Cottolengo è oggi una costellazione di case e di istituzioni che brilla sulla scia del bene che ha reso Genova città della carità”.

I contatti di Don Orione, piemontese di nascita (Pontecurone, 1872), con Genova iniziano quando è ancora chierico, studente nel seminario di Tortona. A Genova Don Orione coltiva importanti amicizie, relazioni strategiche che coltiva epistolarmente anche quando è lontano, nei tre anni in aiuto ai terremotati di Messina dal 1908 al 1911, e quando parte per il primo viaggio missionario in Brasile e Sud America nel 1921.

“Il rapporto tra Don Orione e Genova è solido fin da subito – spiega ancora Don Zordan – Don Orione invia a Genova a studiare alcuni suoi chierici già nel 1894. Tommaso Canepa, suo amico e benefattore, mette a disposizione la propria casa in Salita Angeli per Don Orione e i suoi religiosi, quando sono di passaggio a Genova. E così, a seguire, fanno altri benefattori, come la famiglia Gambaro. Da Genova, poi, partono nel dicembre 1913 i primi missionari inviati da Don Orione in Brasile e parte lo stesso Don Orione nel suo primo viaggio missionario in Sud America”.

Il Piccolo Cottolengo Genovese continua oggi ad essere al servizio dei genovesi, offrendo assistenza socio-sanitaria e riabilitativa a persone anziane, persone con disabilità e persone con patologie di natura psichiatrica in convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale. Nelle sue case accoglie e si prende cura di più di 1500 persone fragili e fornisce ogni anno oltre 50.000 trattamenti riabilitativi e 25.000 visite specialistiche.  

“La storia del Piccolo Cottolengo Genovese – conclude il Direttore – non è solo quella dei suoi luoghi, ma è soprattutto la storia delle tante persone che ne hanno saputo tradurre ed interpretare valori fino ai nostri giorni: storie di impegno, di sacrificio, di umana sofferenza, di amore, di accoglienza e di cura, le storie di tutti noi. Il Piccolo Cottolengo Genovese è un esempio vivo di carità, un cammino centenario attraverso la storia della città di Genova, dei genovesi e la storia dell’umanità stessa.” 

 

Il Piccolo Cottolengo è impegnato nel campo della ricerca e dell’innovazione e collabora stabilmente con università, società ed enti a carattere scientifico, tra cui l’Istituto Italiano di Tecnologia con il quale ha sviluppato un progetto di ricerca sull’impiego della tecnologia umanoide nel trattamento dei disturbi dello spettro autistico, riconosciuto a livello mondiale. 

La Congregazione di Don Orione ha istituito tanti Piccolo Cottolengo, oltre che a Genova, in tutta Italia e nel mondo, da Napoli a Milano, da Sanremo a Seregno, e ancora in Polonia, Romania, Argentina, Paraguay, Uruguay, Brasile, Venezuela, Cile e Filippine.

I.R.

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