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Attualità | 17 marzo 2024, 09:00

Chiarotti: “La Genova del 2030? Salviamo il Ponente da questo ‘delirio’ del sindaco”

Parla l’ex presidente del Municipio VII e attuale consigliere di minoranza: “Il plastico presentato a Cannes non è stato condiviso con nessuno. A Ponente solo nuove servitù. Ogni aspetto è irricevibile, comprese le compensazioni”

Chiarotti: “La Genova del 2030? Salviamo il Ponente da questo ‘delirio’ del sindaco”

“Quel plastico non rappresenta la vera Genova, e soprattutto non è assolutamente frutto di un percorso condiviso”. Claudio Chiarotti, ex presidente del Municipio VII Ponente, oggi capogruppo del Partito Democratico in Consiglio Municipale e considerato tra i principali esponenti della minoranza, si esprime così a proposito del modello della città di Genova che il sindaco Marco Bucci ha illustrato prima alla stampa e ai consiglieri comunali a Palazzo Tursi nei giorni scorsi e che poi ha portato in Francia, a Cannes, nel corso del Mipim (Marché international des professionels de l’immobile), una delle principali manifestazioni fieristiche a livello mondiale dedicate al mercato immobiliare e al real estate. 

“Ho riscontrato un interesse verso Genova anche superiore alle aspettative della vigilia”, ha commentato Bucci, ma siccome quel plastico riguarda molto il Ponente, e in particolare mostra un assai preoccupante ampliamento del Porto di Pra’, ecco che non si può rimanere in silenzio. “È un disegno fatto in totale autonomia - ribadisce Chiarotti - e non è frutto di alcun confronto, né nelle aule consiliari, che Bucci non ama frequentare, né tantomeno con la cittadinanza. Nessuno controlla Bucci e questa ennesima mossa ne è la dimostrazione. Non è controllato a nessun livello, men che meno dalla maggioranza che guida il Municipio VII Ponente, sempre silente rispetto a ogni progetto che viene presentato, compresi quelli che riguardano nuove servitù. Vogliamo ricordare la vicenda dei cassoni?”. 

Vicenda che, peraltro, non si è affatto conclusa, dal momento che nei giorni scorsi (come scritto da ‘La Voce di Genova’) la nave porta-cassoni è stata ormeggiata al Porto di Pra’. Ma non era destinata a Vado? E allora perché è stata attraccata a Pra’, proprio di fronte al Sesto Modulo? E, soprattutto, perché tutto è stato fatto, per l’ennesima volta, all’oscuro della cittadinanza? 

Se nessuno ha niente da nascondere, sarebbe bastata una semplice comunicazione: la nave porta-cassoni starà lì per un periodo, poi andrà a Vado per entrare pienamente in servizio. Ma il silenzio è il modus operandi, e il silenzio porta sempre con sé preoccupazioni, misteri, dubbi e tanti mugugni. 

Su questo tema, Chiarotti commenta: “Monitoreremo che ciò accade, ma naturalmente la preoccupazione resta anche perché il presidente del Municipio Guido Barbazza e la sua maggioranza non hanno mai voluto votare un documento che chiedesse la revoca a costruire i cassoni nel Porto di Pra’. Tenuto conto che Bucci non ha mai fatto mistero della sua idea di Pra’ quale sito idoneo, non vorremmo mai dover ricordare che ‘a pensar male si fa peccato, ma qualche volta ci si azzecca’”. 

Tornando al plastico della Genova del 2030, Chiarotti sottolinea: “Le idee di Bucci sono irricevibili sotto ogni profilo. Se vuole fare qualcosa per il Ponente, c’è già l’affresco di Renzo Piano, non c’è bisogno di andare oltre. Quello sì che era stato un percorso condiviso, mentre tutto il resto sono soltanto favori ai privati. E sono irricevibili anche le compensazioni”. 

Quali? “Il sindaco parla di spiaggia e di area per le barche a vela. Dove? Dentro al porto? Con questa acqua del canale di calma? E chi ci andrebbe a mettere soltanto i piedi. E poi c’è la questione di Multedo, dove vorrebbe eliminare una parte del Porto Petroli per mettere le Riparazioni Navali. Ma che cavolo di vittoria è? Tra l’altro, non si dice che cosa si vorrebbe fare al posto di Carmagnani e Superba. Non c’è un interesse cittadino in questo piano. Si pensa solamente a lasciare pezzi di città in mano ai privati. Non vedo tracce di aspetti sociali, di attenzione all’ambiente. Questa operazione di Cannes mi è parsa tutta un voler vendere un prodotto, puramente una questione di marketing. Ma Bucci non è un amministratore delegato, è un sindaco. E Genova è una città, non un oggetto da vendere”. 

Secondo Chiarotti, è sempre più vero quando si sente dire “che tutto il bello è a Levante, mentre a Ponente finisce tutto quello che non si sa dove mettere. Si continua a smentire questo fatto, ma in realtà va avanti così da un bel pezzo. Il Ponente è completamente asservito, lo sarà sempre di più e il Municipio cosa fa? Tace, nella maggior parte dei casi, quando non assume posizioni ambigue, come quelle del presidente Barbazza, che danno ancora più fastidio. Il territorio subirà le conseguenze di questo ‘delirio’, a meno che il Municipio, con forza e finalmente unito, non trovi il modo di rigettare questa roba qui. È l’unica strada che abbiamo. Dire che siamo fermamente contrari, senza se e senza ma”. 

Alberto Bruzzone

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