C’è una discrepanza tra le valutazioni di Regione Liguria e le decisioni del Comune di Genova che solleva dibattiti e critiche riguardo alla costruzione di nuovi crematori.
La bozza del Piano regionale di coordinamento per la realizzazione di forni crematori, discussa in commissione regionale, ha giudicato adeguato il numero attuale di impianti crematori in Liguria.
“La presenza di almeno un tempio crematorio per provincia fa sì che la regione sia sufficientemente coperta da questa tipologia di attività, offrendo un servizio agevole e vicino alle esigenze del cittadino”, si legge nel piano.
Tuttavia, nonostante questa valutazione e le obiezioni dell'opposizione, il Comune di Genova ha recentemente dato il via libera per la costruzione di un nuovo crematorio a Staglieno.
Il Piano però parla chiaro e sulla questione suggerisce piuttosto un riorientamento verso la ristrutturazione degli impianti esistenti anziché la costruzione di nuovi. Una discrepanza ha sollevato critiche da parte di alcuni consiglieri regionali (Gianni Pastorino di Linea Condivisa, Pippo Rossetti di Azione e Paolo Ugolini del Movimento 5 Stelle), che accusano la mancanza di efficienza e trasparenza da parte della Regione nel non rendere definitivo il piano.
Si sospetta che il ritardo nella definizione del piano sia dovuto alla reticenza nel contrastare le decisioni del sindaco che potrebbero vedere nei nuovi crematori un vantaggio economico, nonostante le preoccupazioni riguardanti la salute pubblica.
“Il ritardo nell’emanazione del Piano sembra, a quanti si stanno interessando della materia in relazione ai progetti di costruzione di un nuovo forno crematorio nell’area del Cimitero di Staglieno, come una mancanza di efficienza e trasparenza dell’operato della Regione stessa perché appare evidente che la costruzione di un nuovo impianto sarebbe decisamente in contrasto e in contraddizione con la legge regionale e con il Piano di coordinamento”, si legge in una lettera inviata dal consigliere Pastorino agli assessori regionali Giacomo Giampedrone e Angelo Gratarola.
“La causa di questa inadempienza è da ricondurre al non voler né contraddire né regolamentare le attività dei sindaci, che vogliono i forni crematori per un vantaggio economico - aggiunge Pippo Rossetti - Potremo cremare salme di altre regioni incrementando ulteriormente un’attività che il tribunale ha definito assimilabile agli inceneritori. Chiediamo che la Giunta porti il piano previsto per legge a tutela della salute dei cittadini, altrimenti la Regione Liguria avrà una mobilità passiva, pazienti mala- ti che vanno a curarsi nelle altre regioni, e avremo una mobilità attiva del caro estinto da cremare”.