Una surroga delle imprese mandatarie non colpite da interdittiva antimafia per far proseguire i lavori, oppure il subentro dell'impresa arrivata seconda o terza nella graduatoria di partecipazione all'appalto o, in ultima ipotesi, riandare a bando, fare una nuova gara con l'inevitabile dispendio di tempo necessario che potrebbero comportare ritardi tra i 6 e gli 8 mesi.
Sono i tre scenari possibili e ventilati in queste ore sul destino del cantiere dello Scolmatore del Bisagno a Genova dopo che la terza sezione del Consiglio di Stato ha accolto - e ripristinato nella sua validità - il ricorso contro l'annullamento dell’interdittiva antimafia disposta nei confronti del consorzio Research, che ha in carico la costruzione dell'opera.
In un intreccio di decisioni di tribunali diversi, diversi gradi di giustizia amministrativa, Regione Liguria e struttura commissariale stanno cercando di capire come muoversi per evitare che una disposizione, che pesa su una delle aziende - non liguri - del consorzio, scelto come aggiudicatario in un bando non curato in Liguria ma a Roma, misura scattata nell'ambito di un'inchiesta nata lontano da Genova e per fatti slegati dal territorio, possa invece compromettere la realizzazione di una delle opere più attese per la messa in sicurezza del territorio nel capoluogo.
Il governatore e commissario straordinario di Governo per la mitigazione del rischio idrogeologico Giovanni Toti ha già avviato l'interlocuzione con l'Avvocatura dello Stato per stilare un apposito atto rivolto alle imprese mandatarie non colpite dall'interdittiva antimafia intendano o meno subentrare a Research nei lavori.
"Questo cantiere un po' sfortunato - ha spiegato Toti - è già stato bloccato per un interruttiva antimafia che poi era stata a sua volta annullata e che oggi il Consiglio di Stato ha rivivificato con una sentenza; siccome c'è pendente il 20 di questo mese una ulteriore udienza di riabilitazione giudiziaria per il consorzio siamo ancora verificando anche se ad una prima lettura della pronuncia per le vie brevi la sentenza del Consiglio di Stato sarebbe insuperabile e definitiva come logico che sia".
Il ché significherebbe che il consorzio è definitivamente fuori liberando il campo da una possibile riabilitazione e rientro in corner alla guida dei lavori.
"Stiamo preparando un atto anche nella consapevolezza dell'importanza di questo cantiere - ha spiegato Toti - che oggi ha una variante approvata e una talpa in arrivo nelle prossime settimane dalla Cina, per attuare appunto lo scavo dalla Sciorba alla Foce della galleria e che dovrebbe consentire ovviamente di recuperare i tempi perduti".
A questo punto le altre imprese potrebbero continuare e subentrare nell'opera al consorzio avendo partecipato alla gara avendola vinta ma per la scelta avrebbero una finestra di 15 giorni di interlocuzioni per verificare che eventuali subentranti abbiano un piano finanziario che garantisce la stabilità dell’opera e le capacità tecniche per proseguire nella surroga.In caso non ci fossero invece aziende con la volontà di subentrare si andrebbe, sempre nelle ipotesi, alla convocazione delle seconde e terze ditte classificate in graduatoria di bando, per verificare anche in questo caso l'interesse eventuale, la sostenibilità tecnica e finanziaria per entrare al posto del consorzio nel cantiere.In ultima ipotesi, falliti i dialoghi, si dovrebbe tornare a gara, con un tempo di 6-8 mesi per bando e risultati.
Toti ha inoltre spiegato che se invece le imprese decideranno di surrogare nel giro di 15 giorni massimo "con la struttura commissariale faremo in modo che possano ovviamente subentrare", proseguendo nei lavori e prendendo in carico la nuova talpa in arrivo ad aprile.Fino al giorno in cui proseguirà il dialogo il cantiere resterà operativo per evitare nuovi start&stop.
Da domani inizieranno anche le convocazioni dei sindacati nell'ottica di garantire le tutele necessarie ai lavoratori e alla manodopera specializzata che opera nel cantiere.
"Quanto stiamo facendo - conclude il governatore - è la riprova che nessuno ha mai tergiversato un attimo sugli effetti della vicenda giudiziaria che riguarda il cantiere e questo atto ne è un’altra riprova seppure in una vicenda paradossale".