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Attualità | 13 marzo 2024, 18:31

Processo ultrà Genoa, Leopizzi: “Mai ricattato o estorto denaro”

Il capotifoseria ha reso dichiarazioni spontanee per oltre due ore facendo più volte irritare i giudici

Processo ultrà Genoa, Leopizzi: “Mai ricattato o estorto denaro”

Nessun ricatto né estorsione: respinge le accuse al mittente Massimo Leopizzi, uno dei leader della tifoseria del Genoa e principale imputato nel processo agli ultrà rossoblu accusati di aver estorto denaro al club in cambio della cosiddetta ‘pace del tifo’.

Oggi, all’udienza nel corso della fase istruttoria, Leopizzi, dopo aver specificato che si sarebbe voluto far interrogare, ha reso spontanee dichiarazioni. Il capo della tifoseria ha parlato per oltre due ore ma in più di una occasione ha fatto irritare i giudici che gli hanno ricordato come lui, secondo il codice, "può dire quello che vuole, ma prima che le crediamo ce ne passa. Abbiamo studiato le carte e abbiamo il suo certificato penale". 

Leopizzi ha esordito dicendo di non avere precedenti penali nonostante sulla sua fedina penale figurino diverse condanne definitive. Ha poi proseguito ricordando l'episodio della registrazione segreta del 2005 fatta a Preziosi. Secondo l'ex presidente del Genoa sarebbe servita a ricattarlo, secondo il capo ultrà "era solo per fargli dire pubblicamente che voleva vendere la squadra visto che c'era un imprenditore interessato ma che avrebbe comprato solo se lui avesse detto pubblicamente che vendeva". Ha ribadito "di non essere un capo, di non avere imposto niente a nessuno" perché all'interno della tifoseria "le cose si decidono in maniera più democratica che a Montecitorio". Per quanto riguarda le presunte estorsioni, Leopizzi ha detto "che non c'era nessuna triangolazione di società. Se avessi voluto fare una estorsione andavo da solo, chiedevo 100 biglietti ogni domenica e me li rivendevo. Fate i calcoli quanto ci avrei guadagnato". Ha negato di essere socio occulto della Sicurart ma di avere interessi solo perché la sua compagna di allora era la titolare. Ha poi negato contestazioni violente, ma anzi di essere stato sempre chiamato "in caso di partite critiche per evitare problemi con le tifoserie". Al massimo contestazioni "sberleffo", come quella che avrebbe voluto fare con il drone che calava davanti al patron con lo striscione "Preziosi Vattene". "Sarebbe stata una figata pazzesca. E' stata .la mia grande incompiuta".

Redazione

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