È comparsa all’orizzonte, nelle acque di Pra’, e poi successivamente all’interno del porto, proprio al Sesto Modulo, mettendo tutto il Ponente in allarme, la chiatta destinata alla realizzazione dei cassoni della nuova diga foranea.
L’imbarcazione è arrivata nel porto per quello che sembra essere un ormeggio provvisorio, prima di riprendere il mare e raggiungere Vado Ligure, dove avverrà la costruzione dei blocchi.
Condividendo una foto della chiatta, Claudio Chiarotti, capogruppo del Partito Democratico del Municipio VII Ponente, riferendosi all’ormeggio temporaneo e alla ripartenza della stessa, ha aggiunto: “Monitoreremo che ciò accada, ma naturalmente la preoccupazione resta anche perché il presidente Barbazza e la sua maggioranza non hanno mai voluto votare un documento che chiedesse la revoca a costruire i cassoni nel porto di Pra’”.
“Tenuto conto che Bucci non ha mai fatto mistero della sua idea di Pra' quale sito idoneo - conclude Chiarotti - non vorremmo mai dover ricordare che ‘a pensar male si fa peccato, ma qualche volta ci si azzecca’”.
Intanto, gli occhi di tutti sono puntati sul porto e la cittadinanza continua a tenere alta la guardia. È stata proprio la mobilitazione di massa dei mesi scorsi, con manifestazioni che hanno portato in strada oltre cinquemila cittadini, a ribadire il no del ponente a ulteriori servitù, portuali e non.
Il 30 settembre 2023 un lungo corteo era partito dalla stazione ferroviaria di Genova Pra’ marciando in direzione Pegli e invocando un miglioramento nel rapporto tra insediamenti produttivi e abitazioni, oltre a ribadire il grande disappunto per le modalità di realizzazione della nuova diga.
Tra i temi toccati dagli organizzatori della manifestazione (Comitato Pegli Bene Comune, Comitato Pegli Lido, Comitato Noi per Pra’, Associazione Comitato di Quartiere di Multedo, Comitato Palmaro, Comitato Val Varenna, Comitato Cornigliano per la Rinascita, Comitato Lungomare Canepa e Comitato Voltri) anche la contrarietà allo sversamento dei fanghi in mare, ai cantieri per la Gronda, alla presenza dei depositi chimici a Multedo, contro i progetti per l’espansione portuale a Sampierdarena e a Voltri e per la difesa e la salvaguardia delle spiagge del Ponente.
“La battaglia contro i cassoni, contrariamente a quanto dice qualcuno, non è ancora vinta”, avevano scritto i comitati. “Infatti, Pra’ e Pegli (zona del cosiddetto Sesto Modulo) restano abilitate alla costruzione dei cassoni per la nuova diga. Inoltre, qui ad oggi è previsto un cantiere logistico per lo stoccaggio di massi di grandi dimensioni, con notevole movimento di terra e bettoline, compresi i trasporti su strada: quindi smog, traffico, inquinamento. E, all’interno della diga foranea, è previsto lo stoccaggio dei cassoni grandi della nuova diga di Sampierdarena”.
Lo scorso 24 novembre, poi, era arrivata l’ufficialità dell’assegnazione a Vado Ligure per la costruzione dei cassoni. Ad autorizzare la realizzazione nel porto della provincia di Savona era stata la Conferenza dei Servizi assegnando la costruzione alla piattaforma multipurpose delle opere propedeutiche alla costruzione della nuova diga foranea di Genova.
Ma i fatti di oggi continuano a non far dormire sonni tranquilli ai cittadini del ponente che chiedono spiegazioni immediate e chiarimenti puntuali.
Il capogruppo della Lista Rossoverde Filippo Bruzzone, intanto, ha chiesto alla Guardia Costiera e all'Assessore Maresca informazioni circa la nave al momento nel bacino portuale di Pra' e quali siano le finalità della stessa.