Il restauro del roseto che si trova nell’ottocentesco cimitero di Murta, sulle alture della Valpolcevera, è l’oggetto di una mozione firmata dalla consigliera comunale Cristina Lodi (Azione) e Umberto Lo Grasso (Liguria al Centro). La richiesta al sindaco e alla giunta è di valutare insieme alla Soprintendenza le restaurazioni necessarie per evitare che la frequentazione del luogo diventi non sicura e di destinare le risorse necessarie nell'anno 2024.
Allo stato attuale “il cimitero monumentale necessita di interventi di restauro” spiegano i consiglieri, “come è stato evidenziato da un sopralluogo avvenuto alla presenza dell'assessorato competente e dal presidente del Municipio Valpolcevera con le volontarie a cui è affidata la gestione del Roseto e del cimitero attraverso un patto di sussidiarietà”.
Questo luogo, con le sue sepolture antiche, “è un gioiello dell’arte funeraria e del patrimonio architettonico della Valpolcevera e di tutta Genova, e il Roseto è noto in tutto il mondo grazie ad articoli scritti su pubblicazioni internazionali e sulla rivista Gardenia. Inoltre, un regista sta girando un docufilm sulla collezione di rose ospitata nel camposanto che contribuirà ulteriormente al prestigio di Genova in Italia e non solo” continuano a raccontare i consiglieri nel testo della mozione.
La lunga storia del cimitero di Murta iniziò il 4 settembre del 1835, quando fu benedetto dal prevosto Marchese, anche se la prima defunta venne seppellita nel mese precedente: si trattava di una villeggiante, Chiara Rossi, che perse la vita a causa della terribile epidemia di colera che aveva colpito la città. Nel 1873 si potevano contare già milletrecentotrentadue sepolture, e l’attività è proseguita fino agli anni Novanta. “Tra la data delle ultime sepolture e il momento del recupero, iniziato a gennaio 2019, il cimitero ha visto un lungo periodo di abbandono durante il quale la vegetazione lasciata libera lo ha inghiottito e ci sono stati episodi di profanazione da parte di vandali che, pur avendo rovinato irreparabilmente molte tombe, non hanno potuto cancellare il fascino del nostro piccolo ‘giardino dell’eternità’ - spiegano ancora Lodi e Lo Grasso -. Dopo anni di abbandono, il cimitero è stato recuperato dal lavoro di appassionati volontari che lo conservano per aprirlo ai visitatori in occasioni speciali, raccontandone la storia e illustrando la collezione botanica di Rose chinensis che il cimitero custodisce: oltre settanta varietà che rendono unico in Italia questo giardino, un vero e proprio percorso nella storia della rosa dalla fine del 1700 a oggi”.
Durante l’odierna seduta del Consiglio Comunale, l’assessora Marta Brusoni ha dato parere favorevole a nome della Giunta e la mozione è stata approvata all’unanimità.