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Attualità | 12 marzo 2024, 09:10

No Skymetro, ultima fermata: “Vogliamo il tram com’era stato progettato dall’Università”

Appuntamento nella chiesa dei Diecimila Martiri Crocifissi di via Canevari: “La città ha bisogno di vivibilità, non di promesse”

No Skymetro, ultima fermata: “Vogliamo il tram com’era stato progettato dall’Università”

Continua a tenere banco la questione Skymetro in Valbisagno e il gruppo Opposizione Skymetro - ValBisagno Sostenibile torna in piazza.

Lunedì 18 marzo, alle 20,45, nella chiesa dei Diecimila Martiri Crocifissi di via Canevari si terrà un incontro pubblico per informare i cittadini di quanto sta accadendo e discutere del sostegno ai ricorsi per cui il gruppo, in circa due anni, ha raccolto quasi quindicimila euro.

La Valutazione Impatto Ambientale, conclusa nei giorni scorsi, così come la Conferenza dei Servizi, per cui il Comune può indire la gara per affidare l’appalto integrato dei lavori, hanno fatto emergere sostanziali modifiche rispetto alla prima stesura su cui cittadini ed enti coinvolti erano stati chiamati a pronunciarsi: il primo tratto con il ponte sopra il Bisagno è stato cancellato.

Non solo: il progetto ha avuto pesanti critiche dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici da Roma, di diversi uffici regionali e comunali, della Soprintendenza e ha avuto anche altri pareri che non giustificano la scelta di portarlo avanti. Tra questi anche quello di Terna che, dopo aver comunicato che il progetto dello Skymetro è incompatibile con la presenza dei tragici dell’alta tensione, rimanda al Comune la copertura dei costi per l’eventuale spostamento delle linee.

“Pensiamo - fanno sapere dal gruppo di opposizione - che questo modo di progettare “liquido”, senza confronti, mirando alla partenza dei cantieri e posticipando costantemente una definizione seria del progetto sia una modalità che sprecherà buona parte dei 7 miliardi e mezzo, e oltre, che arrivano in città in questi anni costruendo progetti inefficaci ed inutili. Forse utili ad un turista di passaggio ma non a chi la città la vive.

Noi continuiamo a pensare che l’opera migliore per la valle non sia questa ma altre, come ad esempio quella che nel 2011 con la Facoltà di Ingegneria e Architettura si era scelta: il tram. Che era la prima proposta fortemente promossa dall’attuale Sindaco. E ci appelleremo anche agli strumenti che la legislazione prevede per fermarla.

Ma se partissero i lavori seguiremo gli oltre 200 cantieri giorno per giorno. Perché in questa città non si possono costruire enormi impalchi urbanistici inutili e poi dimenticarsene con una alzata di spalle. Se partiranno i cantieri per noi devono diventare un esempio, documentato, delle conseguenza di progetti calati da non si sa dove in una città che ha bisogno di vivibilità, non di promesse”.

Redazione

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