“Com’era bello arrivare a casa dei nonni…Il profumo dell’arrosto ci accoglieva prima di tutti e mi guidava dritta in cucina, dove sotto al canovaccio lievitava la focaccia con la salvia e sulla madia riposavano gli gnocchi che nonna ‘Terre’ girava sul dito contro la grattugia, per decorarne la superficie”.
Quando parli con la chef Margherita Olivieri ti arriva addosso tutta la sua passione per la cucina. Una passione che sapeva di avere fin da bambina e che ha saputo trasformare nel sogno della sua vita con l’apertura di un ristorante tutto suo, “L’insolita Zuppa”, a Santa Margherita Ligure.
“La mia passione nasce banalmente come tante bambine che passano molto tempo con la nonna e la nonna fa sempre da mangiare - ci racconta - È stata lei a darmi l’imprinting per la cucina, mi ricordo la sua focaccia con la salvia e, ancora oggi, faccio quella stessa focaccia nella stessa teglia che usava mia nonna. Guai a chi la tocca”.
La cucina è sempre stata l’unica strada che Margherita avrebbe voluto intraprendere:
“Da bambina non avevo un piano b, volevo già fare la cuoca. Da più grande poi cercavo una scuola dove non ci fosse la matematica e ho scelto il corso tradizionale di cucina che aveva anche 17 ore di pratica. È stato la mia salvezza perché alle medie andavo male e i miei genitori erano dispiaciuti per questo. Ho trovato la mia dimensione all’alberghiero e devo dire che mi ha salvato la vita perché lì andavo bene, ero brava e i miei genitori erano soddisfatti”.
Da qui nasce la sua vita professionale. Già a 15 anni i primi lavori in cucina e oggi, a 45 anni, la chef Margherita può vantare già un’esperienza trentennale nel settore.
“Ho iniziato poi a lavorare da subito, avevo 15 anni e quest’anno sono trent’anni che lavoro in cucina. Nonostante i miei genitori facessero due lavori completamente diversi perché mia mamma aveva una merceria e mio papà un negozio di componenti elettronici, io ho sempre avuto questo amore per la cucina”.
Margherita gestisce il suo ristorante a Santa Margherita con cui ha un legame speciale essendo il luogo di nascita di suo padre e la residenza dei suoi nonni.
“Il 1° marzo L’insolita Zuppa ha compiuto 15 anni d’attività, il mio sogno era proprio questo: aprire un mio ristorante a Santa Margherita Ligure. Ho trovato questo posticino che mi è piaciuto fin dall’inizio. Ho aperto nel 2009, nel pieno della crisi economica, tutti mi davano per spacciata e pensavano che in sei mesi avrei chiuso tutto invece sono ancora qui”.
Ma la fama e le attività della chef Margherita non si fermano alla cucina di Santa Margherita:
“Tra i prossimi appuntamenti partecipo a Evoè Festival che si svolge a Recco il prossimo 25 marzo. È già il secondo anno che vado a fare lo show cooking. Lì parliamo di cucina, di prodotti liguri tipici, insomma il mio mondo”.
Nel 2017 poi ha partecipato alla quarta edizione di Hell's Kitchen Italia, il cooking show su Sky Uno, dove è stata una delle protagoniste e ha potuto confrontarsi con uno degli chef più famosi d’Italia: Carlo Cracco. Un'esperienza intensa per Margherita Olivieri, che ha portato a una crescita personale e alla valorizzazione del suo talento culinario.
“Mi hanno scelta inaspettatamente, non ci volevo neanche andare. È stato bellissimo e mi sono divertita tantissimo. Un’esperienza indimenticabile che mi ha aiutato molto a togliermi gli ultimi rimasugli della paura della gente. Avevo paura dei giudizi, se qualcuno criticava un piatto tendevo a evitare quella persona, non uscivo dalla cucina. Adesso quando mi fanno una critica la vivo tranquillamente e mi confronto di più con i clienti. Non ho più la paura di fare errori in cucina”.
Se da una parte è forte il legame con la tradizione e la cucina ligure, dall’altra alla chef piace sperimentare, viaggiare e da quesi viaggi portare a casa e nella sua cucina sempre qualcosa di nuovo.
“A me piace la contaminazione: ogni anno vado in una parte del mondo, quest’anno sono stata in centro America, e in ogni posto in cui vado prendo e porto a casa qualcosa. Nel mio menù, oltre alla tradizione ligure, è facile trovare sapori, spezie particolari. Non viaggio solo per andare ma per portare qualcosa a casa”.