Ormai è ufficiale. Purtroppo. Anche per l’anno scolastico 2024/2025, che partirà a settembre, la scuola elementare ‘Vittorio Alfieri’ di Multedo non avrà la classe prima, esattamente come era accaduto nel 2022/2023. La prima campanella dopo l’estate, quindi, suonerà per una classe seconda, per una quarta e una quinta: e questo significa che si va verso il progressivo e tristissimo spegnimento dell’unico servizio scolastico (e quasi dell’unico servizio in generale) rimasto nel quartiere.
Già due anni fa il caso era esploso, con iniziative anche in Consiglio di Municipio e in Consiglio Comunale. Poi, nel 2023/2024 la classe prima è stata formata, e questo aveva fatto tirare un sospiro di sollievo. Ma, adesso, è arrivata nuovamente la doccia fredda. Nonostante tre open day, nonostante l’impegno delle insegnanti, nonostante la promozione della scuola sia stata fatta praticamente porta a porta, quando c’è stato da calcolare il computo delle iscrizioni, non si sono superate le tre unità.
Questa volta, però, non c’entra il calo demografico, ma questa situazione è figlia di un sistema molto più perverso. Lo spiegano le maestre della ‘Alfieri’: “I bambini e le bambine ci sarebbero pure stati, per fare la nuova prima. E questo perché da stradario ne avevamo contati diciassette. Ma poi le famiglie hanno preferito iscriversi a scuole elementari di Pegli, e noi siamo rimaste con tre alunni. Nei giorni scorsi, a queste famiglie è stato comunicato di spostare altrove la loro iscrizione. Alla ‘Alfieri’ sarà un altro anno senza prima”.
E se nella prima occasione poteva esserci un margine in più di speranza, questa seconda annata senza la prima classe fa già sentire da lontano le campane a morto per la scuola ‘Alfieri’. Un fatto triste, ma anche grave, che impone una serie di considerazioni.
- La prima: il fatto che su diciassette famiglie, solo tre abbiano scelto la scuola del quartiere, significa che il servizio non viene percepito ancor prima di tutti da quelle persone che ne hanno il diritto; passiamo le giornate a lamentarci della mancanza del servizio sotto casa, e poi quando il servizio c’è, maciniamo chilometri per andarlo a cercare altrove.
- La seconda: il disinteresse verso la scuola ‘Alfieri’ deriva da quella perdita di tessuto sociale che stanno patendo tutti i quartieri e questa cattiva influenza inizia ad arrivare anche laddove il tessuto sociale era più marcato, in zone come Multedo; le vecchie generazioni stanno scomparendo, alle nuove questi discorsi non importano, così come a tutti quei ‘nuovi italiani’ per i quali un posto vale l’altro; qualcuno si è accorto che non c’è neanche più un parroco titolare e che le Sante Messe sono celebrate solamente grazie al parroco di Pegli che fa letteralmente i salti mortali?
- La terza: la logica secondo cui un posto vale l’altro è agghiacciante, perché la scuola ‘Alfieri’ è un fiore all’occhiello per la qualità dell’insegnamento, per la proposta formativa, per l’ambiente sano e protetto, per i numeri adatti a una buona didattica, senza le classi pollaio, per gli spazi esterni, per la sua collaborazione con il tessuto associativo del quartiere, per la sua storicità (ha quasi cento anni).
- La quarta: un tempo lo stradario era la condizione, nella scelta del percorso scolastico; se eri residente in una zona, quella era la tua scuola di riferimento; con la decadenza di questa norma e con la liberalizzazione, anche in questo campo, tutto il sistema scolastico è stato mercificato; scegliere la scuola è diventato ormai come scegliere il supermercato più conveniente, in barba al livello dell’insegnamento; bella porcheria.
- La quinta: la questione dei depositi chimici a cinque metri dalle case (e quindi a venti dalla scuola), in attesa di dislocamento da almeno trent’anni, non fa una bella pubblicità al quartiere; ma a chi deve contrastare scelte alternative decisamente più congeniali e meno impattanti, evidentemente tutto questo non importa; però la domanda le persone se la fanno: “Perché devo iscrivere i miei figli in questo ambiente dove si parla di rischio d’incidente rilevante?”.
- La sesta e ultima: quando venne chiusa la materna ‘Contessa Govone’, dal quartiere tutto questo scenario odierno era stato chiaramente anticipato; non ci voleva una scienza, del resto; ora che i richiedenti asilo non ci sono più, la materna che era un fiore all’occhiello è completamente devastata, con il risultato che per alienare un servizio in favore di un altro, ora si sono persi due servizi, sia l’asilo che il centro di accoglienza (il secondo era evidentemente più redditizio, ma la narrazione secondo cui i bambini per tenere in piedi l’asilo non c’erano, si è nel tempo rivelata infondata; anche qui, però, le famiglie hanno preferito portarli altrove).
Questo il quadro attuale, e adesso? “E adesso - spiegano le maestre - bisogna che si venga seriamente incontro alla ‘Alfieri’, e non a parole come è stato fatto sino ad ora”. Ci vorrebbero dirigenti scolastici un po’ meno burocrati e un po’ più legati al territorio (molto spesso non ne sanno nulla, né comprendono, perché arrivano da fuori regione), ci vorrebbe un progetto serio e concreto per formare un ‘serbatoio’ di bambine e bambini in modo da poter alimentare la ‘Alfieri’.
Come? È dibattito aperto, in Comune, come manchi in tutta la delegazione di Pegli (e quindi anche Multedo) un servizio 0-6 comunale. Perché non pensare proprio alla ‘Alfieri’? Gli spazi ci sono, purtroppo. Ora che sono stati creati per anni di politiche ottuse, trovate seriamente il sistema di riempirli. Dai, che con un po’ di impegno e un po’ di sano buon senso ce la potreste pure fare.