Attualità - 21 febbraio 2024, 08:00

Luciano Rosselli, l’Indiana Jones dei luoghi abbandonati in Liguria: “Sin da piccolo mi infilavo ovunque, poi è diventato anche un lavoro”

Il suo libro ‘Urbex – La seduzione dell’abbandono’ è scritto insieme a Valentina Cresta e Simonetta Mazzi ed è uscito nei giorni scorsi. Il 16 marzo verrà inaugurata una mostra al Centro Civico Buranello di Sampierdarena

Edifici abbandonati, grotte e gallerie non hanno segreti per Luciano Rosselli, fotografo genovese e grande appassionato di ‘Urban Exploration’. Fin da giovanissimo ha iniziato a coltivare il suo hobby di avventurarsi alla scoperta di luoghi prima abitati dai nostri antenati e poi dismessi, che nel corso del tempo hanno acquisito un fascino antico, fatto di polvere accumulata, di vegetazione che ha cercato di riappropriarsi dello spazio originariamente sottratto dall’uomo alla natura, di macerie che vanno a creare nuove forme e nuove architetture. 

 

L’Urbex, questa l’abbreviazione dell’attività che esiste da sempre ma che ha trovato una propria definizione solo in tempi recenti, riesce ad affascinare e coinvolgere tanti appassionati che impiegano il proprio tempo libero andando alla scoperta di luoghi abbandonati: a raccontare parte di queste avventure ci pensa il nuovo libro pubblicato da Luciano Rosselli insieme a Valentina Cresta e Simonetta Mazzi, intitolato ‘Urbex - la Seduzione dellAbbandono(Erga Edizioni) e pubblicato proprio lo scorso 15 febbraio. Si tratta di un volume polisensoriale, cioè dove il testo si accompagna a fotografie, e con la possibilità di accedere a contenuti multimediali esclusivi. “Abbiamo scritto questo libro a sei mani, e il 16 marzo inaugureremo anche una mostra al Centro Civico Buranello di Sampierdarena dove esporremo le nostre foto e saranno visibili gratuitamente. Inoltre, grazie all’applicazione pensata dalla casa editrice, si potranno vedere interi album fotografici realizzati da me” spiega Rosselli. Ma da dove nasce questa passione? “Fin da piccolissimo mi infilavo sempre in ogni casa abbandonata, in ogni grotta, andava bene tutto. I miei genitori si preoccupavano, ma mi piaceva moltissimo. Crescendo, sono riuscito ad abbinare il lavoro di fotografo con l’Urbex”. 

 

‘Armato’ di trapano, ganci, corde e viti, l’Indiana Jones genovese ha visitato moltissimi edifici abbandonati nel corso dei suoi sessantasette anni: “Non ho una tecnica precisa, ho imparato per conto mio da ragazzo ma oggi esistono dei veri e propri corsi per avvicinarsi a questo mondo. Mi hanno aiutato gli amici che mi seguono in queste avventure: con il gruppo di amici ‘Sottosuolo di Genova e oltre’ organizziamo diverse uscite per andare alla scoperta di posti nuovi, e grazie a loro ho imparato anche tecniche nuove”. 

 

Tra le imprese più affascinanti portate a termine in città da Luciano Rosselli non si può non ricordare il viaggio nella ‘pancia’ del Palazzo del Principe: “Avevamo ottenuto un’autorizzazione, siamo entrati e abbiamo anche trovato delle gallerie che non conoscevano nemmeno i proprietari. Abbiamo scoperto la galleria che consentiva ad Andrea Doria di avere lo sfogo al mare: dimenticata e riempita in parte di detriti ormai, oggi finisce con un muro che delimita l’area dove oggi passa la metropolitana. Questa parte non è visitabile per le vie tradizionali, all’interno ci sono ancora i resti di antiche fontane ed è veramente un luogo affascinante”.

E poi ancora l’Albergo dei Poveri, edificio che svetta sulla cima di Castelletto e che custodisce al suo interno innumerevoli meraviglie: “Ho visitato sia il sottosuolo sia gli interni: anni fa mi sono infilato all’interno entrando da una finestra e ho fatto un po’ foto. Dentro c’erano due gruppi che stavano facendo una visita guidata, e ricordo che mi hanno rimbalzato da uno all’altro perché non facevo parte di nessuno di questi. Alla fine sono riuscito a fare le mie foto e sono uscito per conto mio. Ancora più affascinante è la parte sotterranea, dove scorre il rio Carbonara, un torrente che è stato coperto e che passa sotto albergo dei poveri. Lì sono stato insieme al gruppo che frequento, abbiamo scoperto molte gallerie comunicanti: è stato davvero interessante”. 

 

Tra gli edifici esplorati nel nord Italia ci sono tantissimi luoghi che, oggi, non esistono più: se alcune ville resistono ancora nonostante l’intervento e la presenza dell’uomo manchino da anni, molte fabbriche sono state demolite nel tempo. “Sono stato all’interno la fabbrica della Miralanza, nel vecchio Palasport, all’Aura di Nervi dove facevano il cioccolato, in alcuni edifici abbandonati del porto… tanto di quel che ho visitato negli anni è stato ormai demolito, ma sono comunque ricordi che porterò con me. Diverso è per le ville: dentro alcune si trovano ancora gli oggetti degli antichi proprietari, e per questo talvolta preferiamo non rivelare da dove vengono le immagini che pubblichiamo: attirerebbe l’attenzione anche di malintenzionati. Noi entriamo, guardiamo, e andiamo via senza toccare nulla, lo facciamo per passione. Quello che mi permette ancora oggi di affrontare queste sfide è proprio l’amore per questa attività, senza probabilmente avrei smesso già da tempo”. 

Mille avventure, ma pochi momenti di paura: “Ricordo solo un episodio in una villa di Modena in cui mi sono davvero spaventato: mentre stavo camminando all’interno è crollato il pavimento sotto ai miei piedi, per fortuna mi sono solo incrinato una vertebra e in un mese è passato tutto, ma mi sono spaventato e ora sto un po’ più attento”. Anche perché a casa, la moglie di Luciano Rosselli continua a portare avanti la preoccupazione che originariamente fu dei genitori: “Per un periodo ha condiviso con me tante avventure, ora si sta reinventando e ha più tempo per preoccuparsi (ride)”.  

Autore di ben tredici libri sulla storia di Genova, Rosselli ha anche due pagine Facebook che aggiorna con le sue avventure: per seguirlo e lasciarsi coinvolgere dal ‘fascino dell’abbandono’, basta cercare ‘Il Sottosuolo di Genova e Oltre. Ricerca e Studio’ e ‘PhotoUrbexWork quello che non ti aspetti’.