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Attualità | 19 febbraio 2024, 18:00

“Folgorata dall’arte durante la pandemia e le quarantene”: così Martina Grasso ha fatto il suo miracolo

La giovane artista genovese racconta la sua esperienza, dopo la partecipazione ad ArteGenova: “La pratica dello yoga mi ha portato a toccare determinate emozioni, che poi esprimo attraverso la pittura”

“Folgorata dall’arte durante la pandemia e le quarantene”: così Martina Grasso ha fatto il suo miracolo

Ognuno, per cercare di ‘sopravvivere’ alla vita, cerca il giusto nutrimento per la propria anima. Martina Grasso, poliedrica artista genovese che per la prima volta ha esposto un suo dipinto all’edizione appena conclusasi di ArteGenova, lo ha trovato nel colore. Un lungo percorso che parte fin da bambina, avendo in famiglia gli esempi del nonno e della mamma, entrambi con la passione per la pittura, che prosegue tra i banchi di scuola, avendo scelto di frequentare il Liceo Artistico, e che trova la sua massima aspirazione durante il periodo pandemico, quando l’impossibilità di avere una vita al di fuori delle mura domestiche era, perché chi fortunatamente non si è ammalato, praticamente impossibile. È proprio in lockdown che l’arte, per Martina Grasso, è diventata un richiamo a cui sembrava impossibile non rispondere: “Ho ereditato la passione per il mondo della pittura fin da piccola, ma nel periodo in cui ci siamo tutti fermati per il Covid-19 l’ho sviluppata ulteriormente. Avevo tanto tempo a disposizione e mi sono posta tante domande, come tutti del resto, e per me è stato importante riscoprire questo entusiasmo, perché è quello che mi piace e che mi fa stare bene”.

Dal 2020 a oggi tante cose sono cambiate: accanto allo yoga, disciplina che Martina insegna e porta avanti con passione, si è affiancato il mondo fatto di tele e pennelli: “Da anni studio lo yoga e lo pratico con costanza e con sempre più interesse. Mi sono resa conto che la pratica costante mi ha portato a cercare e a trovare determinate profondità, a toccare emozioni che riesco poi a esprimere attraverso l’arte. Per me sono un unico mondo. Quando pratico yoga è il momento in cui faccio ritorno a me stessa: è un percorso che ti porta all’interno, almeno per come lo vivo e lo esprimo io. Attraverso questo percorso interiore riesco poi a vedere determinate cose dentro di me, che tiro fuori dipingendo”. 

Ad ArteGenova ha scelto di portare ‘Fremiti’, una tela 80x40 con tecnica mista dipinta nel 2019 dove il colore è il vero e assoluto protagonista: “Ho studiato tanto arte, quindi mi diletto con diverse tecniche e tipologie espressive, ma attraverso il colore ho trovato la mia personale lettura e il modo per tirar fuori le mie emozioni. Il risultato poi può essere morbido o tagliente, ma dipende molto dall’emozione e dal sentimento di quel preciso momento in cui inizio a creare. Una delle mie fonti d’ispirazione è sicuramente Jackson Pollock, un artista fantastico per me, ma non è neanche qualcosa da cui prendere spunto in realtà: è più un ritrovarsi a fare determinate opere che si riconoscono in quello stile. Non è che un artista ne copia un altro prendendo spunto, soprattutto quando si tratta di astratto. Io spesso inizio avendo un’idea, un colore, una forma in testa e mentre lo sviluppo diventa qualcos’altro, è sempre tutto in divenire”.

Prima di esporre ad ArteGenova insieme ad altri colleghi, uniti grazie alla critica d’arte milanese Mattea Micello, le opere di Martina Grasso sono state a Roma, a Milano, a Perugia e anche in Portogallo, a Fatima e a Viera de Leiria. E per il futuro, l’artista genovese sogna di portare avanti le sue due anime in maniera parallela: “Il mio sogno sarebbe quello di continuare ad avere nella mia vita entrambe le mie passioni, e magari creare una realtà con queste mie attitudini… chissà magari si aprirà un centro yoga e arte (ride). Riflettendoci, io pratico Hatha Yoga, una forma veramente lenta e profonda di esercitare: potrebbe essere un modo per tornare alla calma con queste due attività. Oggi siamo tutti di fretta e nel perenne caos, e questo aiuterebbe a concentrarsi su noi stessi… Non penso all’elasticità del corpo, che sicuramente è una cosa importante e anche molto bella, ma c’è molto, molto altro”.

Chiara Orsetti

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