"Cosa avrebbe potuto fare alla fine degli anni Cinquanta un giovane nottambulo, incazzato, mediamente colto, sensibile alle vistose infamie di classe, innamorato dei topi e dei piccioni, forte bevitore, vagheggiatore di ogni miglioramento sociale, amico delle bagasce, cantore feroce di qualunque cordata politica, sposo inaffidabile, musicomane e assatanato di qualsiasi pezzo di carta stampata? Se fosse sopravvissuto e gliene si fosse data l’occasione, costui, molto probabilmente, sarebbe diventato un cantautore. Così infatti è stato ma ci voleva un esempio”.
Il 18 febbraio 1940, a Genova Pegli, in via De Nicolay 12, nasce una leggenda della musica italiana: Fabrizio De André.
La leggenda dice che Giuseppe De André, suo padre, alleviava le doglie della moglie mettendo sul grammofono il Valzer campestre di Gino Marinuzzi. Anni dopo, Fabrizio si sarebbe ispirato a questo brano per creare uno dei suoi primi capolavori, "Valzer per un amore”.
Attraverso le sue parole e melodie, Faber ha tessuto storie di emarginati, prostitute e ribelli, rivolgendosi non solo agli ultimi ma a chiunque avesse orecchie per intendere. Le sue composizioni sono diventate un linguaggio condiviso di emozioni, attraversando generazioni e unendo nonni, padri e figli.
In una carriera lunga 40 anni, De André ha regalato al mondo tredici album in studio, combinando racconti originali con rielaborazioni di materiali esistenti. Il cantautore genovese ha incarnato la Scuola Genovese, contribuendo in modo significativo al panorama artistico nazionale. Da "La canzone di Marinella" nel 1967 a "Anime Salve" nel 1997, De André ha segnato indelebilmente la musica italiana.
Il suo ultimo album, "Anime Salve", sembra quasi un testamento musicale, con "Smisurata preghiera" come preludio al distacco. In questo brano Fabrizio si rivolge a chi ha sempre amato, lasciando dietro di sé un'opera intatta e senza tempo, un ponte musicale tra generazioni che solo i grandi sono in grado di costruire. La voce di Faber continua a echeggiare nei caruggi di Genova e nelle piazze centrali italiane, poesie che rimarranno vive per sempre.