Attualità - 17 febbraio 2024, 08:00

Gli GnuQuartet diventano ‘maggiorenni’: “Ora inizieranno le sfide complicate”

Il quartetto genovese festeggia domenica sera con un concerto a La Clacque. Raffaele Rebaudengo: “Peccato non aver suonato al Festival a causa del maltempo. In estate avremo impegni internazionali”

Un concerto evento per festeggiare un traguardo importante, quello dei diciotto anni di carriera.

Sarà una grande festa quella del prossimo 18 febbraio al teatro La Claque per gli GnuQuartet, che ‘diventano maggiorenni’ e celebrano l’anniversario nel migliore dei modi: salendo sul palco e raccontandosi attraverso la loro musica.

Il quartetto d’archi e flauto genovese formato da Roberto Izzo al violino, Raffaele Rebaudengo alla viola, Stefano Cabrera al violoncello e Francesca Rapetti al flauto, per l’occasione sarà accompagnato da Lorenzo Ottonello alla batteria, una spinta che strizza l’occhio al rock.

Una storia iniziata nel 2006 che li ha visti impegnati in sette album con brani originali o con rielaborazioni; ma il quartetto vanta diverse collaborazioni, in varie fasi, per tantissimi lavori discografici, colonne sonore e sigle televisive.

L’ultimo lavoro in studio, pubblicato nel 2022, è stato ‘Paganini - The Rock Album’ per OrangeHomeRecords/Believe, un omaggio al violinista in cui i quattro ricreano la suggestione di avvicinare l’opera del maestro dell’Ottocento al rock.

“Sì, diventiamo maggiorenni - racconta Raffaele Rebaudengo - anche se in realtà siamo nati il 17 febbraio festeggiando un compleanno mancato da Fabrizio De André con la PFM sul palco del Nazionale di Milano. Da allora, ogni anno cerchiamo di festeggiare il nostro compleanno e molto spesso lo abbiamo fatto dalle parti di Genova, casa nostra, cercando anche di gettare luce su luoghi come, per esempio, piazza Lavagna quando era stata da poco ‘aperta’. Insomma, cercando a volte di dare un valore anche di festa, non di concerto vero e proprio”.

Idee sempre diverse che quest’anno vedono l’intervento della batteria, che si aggiunge al quartetto e darà una sferzata più rock alle musiche degli Gnu.

Il violista prosegue: “Sul palco della Claque vedremo alcuni dei nostri brani rivoluzionati dall’intervento della batteria, saranno rifacimenti di brani in cui non mancherà Frank Zappa e dove non potremo esimerci dal rock prog, uno degli elementi su cui abbiamo iniziato a spostare la nostra attenzione di musicisti classici quando eravamo più piccoli, tanto che al genere abbiamo poi dedicato un ep. Ci saranno anche brani popolari, un po’ più famosi, ma soprattutto ci saranno piccole sorprese che non sveleremo fino al concerto”.

Si sa, gli anniversari importanti portano con sé un inevitabile bilancio, ma nel caso degli GnuQuartet questo non può che essere positivo: “Sono capitate tante cose, a volte anche in modo concomitante. Tolta la parentesi Covid che è stata una facciata piena mentre avevamo l’auto che stava correndo particolarmente veloce, devo dire che fino ad adesso le cose stanno funzionando”, continua Rebaudengo. 

“Siamo reduci da un non Sanremo. Siamo arrivati per suonare con Arisa ma la pioggia ha reso il palco impraticabile, i tecnici non si aspettavano che succedesse e la Rai non ci ha fatto esibire. È accaduto lo stesso con Tananai. Questo è l’unico piccolo neo di questo periodo perché ci avrebbe fatto molto piacere festeggiare il nostro diciottesimo anno anche a Sanremo, mettendo uno dei nostri zampini al Festival. Non ci siamo riusciti ma si stanno profilando anche proposte interessanti, collaborazioni internazionali per l’estate. Insomma, se dobbiamo fare un bilancio, a diciotto anni ci siamo arrivati bene, ora inizieranno le cose complicate”.

La carriera degli Gnu è caratterizzata da una poliedricità di stili che si declinano per gusto e momento, rendendo le loro composizioni una continua ri-scoperta che ha caratterizzato i primi diciotto anni di attività.

“Se chiedessero agli Gnu ‘qual è il tuo genere preferito’, troveremmo tutti una scusa per scappare e nessuno saprebbe rispondere - scherza Rebaudengo - In questi anni ci sono stati tanti momenti che portiamo nel cuore, ognuno per un motivo diverso. C’è stata la tournée con Ermal Meta, forse una di quelle col maggior successo, ma anche la più ‘pulita’ perché eravamo da soli con lui sul palco. È stato un incontro incredibile, come è stato incredibile quello con Nicolò Fabi. Siamo stati vicini a Nicolò anche nei momenti più tragici e problematici della sua vita, lo abbiamo frequentato molto. Ci sono rapporti umani che vanno al di là di tante cose. Ogni incontro, poi, ha avuto un suo significato. Anche per questo, forse, tutti e quattro siamo un po’ allergici alle classifiche o alle preferenze. Nella nostra musica originale sono finiti tutti gli artisti con cui abbiamo collaborato. Ogni incontro lascia una traccia che torna nella musica, in una sonorità. È molto difficile isolare da un contesto e da un insieme di storie quello che potrebbe essere un momento significativo. Forse, l’unica volta che abbiamo pensato che ci saremmo spaventati un casino è stato prima di salire sul palco del concertone del Primo Maggio a Roma. Lì ricordo di aver pensato ‘Questo è il momento buono, ci sono ottocentomila persone, quando si girerà il palco ci verrà la strizza dei ragazzini’. Invece, niente. Ci siamo divertiti come matti”.

Diciotto anni di concerti in giro per l’Italia e per il mondo, dal Messico alla Francia passando per la Corea; partecipazioni in tv con Che tempo che fa e X Factor - solo per citarne due tra i tantissimi -; partecipazioni a festival internazionali e collaborazioni con orchestre e artisti come Francesco De Gregori, Subsonica, Bloody Beatroots, Diodato, Afterhours e tanti altri. 

Uno scambio continuo che ha contribuito a rendere gli Gnu quello che sono oggi: una bellissima sinfonia di elementi che giocano tra loro per emozionare e raccontare la ricchezza delle contaminazioni.

Buon compleanno GnuQuartet.