Attualità - 14 febbraio 2024, 16:48

Sciopero lavoratori Ivs Italia, a Genova presidio a oltranza: “Perso salario e potere di acquisto”

La società leader nel rifornimento dei distributori automatici di bevande ha prima deciso unilateralmente di variare al ribasso un’indennità riconosciuta alle figure professionali di caricatori e tecnici per poi toglierla dal mese di Gennaio 2024

IVS ITALIA SPA è la società di primario rilievo nel rifornimento dei distributori automatici di bevande calde e fredde e cibarie, in Liguria come in molte altre regioni e ha come clienti numerose committenze pubbliche e strutture di vario tipo. 

I lavoratori del capoluogo genovese, denuncia la UILTuCS Liguria, hanno in questi giorni perso salario e potere di acquisto perché l’Azienda, leader del settore vending con un fatturato molto rilevante, ha prima deciso unilateralmente di variare al ribasso un’indennità riconosciuta alle figure professionali di caricatori e tecnici per poi toglierla dal mese di Gennaio 2024. 

Le prime richieste di chiarimenti da parte di UILTuCS Liguria erano partite lo scorso anno, quando nelle assemblee con i lavoratori sono state riscontrate  alcune “rivisitazioni” al ribasso di queste indennità, che economicamente significano soldi per i lavoratori nelle proprie buste paga, in base a criteri non definiti, non condivisi e non dichiarati, per poi sparire definitivamente dal Gennaio di quest’anno. 

"Questi lavoratori, che sono in molti casi padri di famiglia e soprattutto professionisti onesti, caricano i prodotti nei distributori, li riparano, li installano e  gestiscono i clienti, e sono quindi il cuore pulsante e operativo dell’Impresa, si sono ad oggi impoveriti e hanno visto scendere significativamente il proprio stipendio il quale - dichiara Eugenio Iaquinandi della Uiltucs Liguria - era già fortemente eroso dai crescenti livelli inflattivi e dalla difficoltà di arrivare al rinnovare del contratto collettivo a loro applicato, il terziario distribuzione e servizi, scaduto ormai dal 2019.

"Inaccettabile una condotta così irrispettosa - prosegue il sindacalista - che condanna un comportamento aziendale probabilmente applicato oltre i confini regionali e finalizzato ad ottenere sempre più carichi di lavoro e ore lavorate, sottraendo al contempo una parte di quel salario fino ad oggi riconosciuto".

La mobilitazione dei lavoratori e le iniziative sindacali di rivendicazione proseguiranno in questa e altre modalità, fino a che non verranno garantiti i diritti retributivi dei lavoratori nel pieno rispetto delle persone, delle regole e della contrattazione collettiva.

Redazione