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Politica | 30 gennaio 2024, 17:08

Dimensionamento scolastico, arriva l’ok in consiglio regionale ma l’opposizione attacca: “Un pasticcio della giunta Toti”

Discussione burrascosa, l’assessora Ferro: “Dibattito politicizzato dalla minoranza che lo ha trasformato da una questione amministrativa a una politica”

Dimensionamento scolastico, arriva l’ok in consiglio regionale ma l’opposizione attacca: “Un pasticcio della giunta Toti”

Giornata di duro scontro politico in coniglio regionale sull’integrazione del piano di dimensionamento della rete scolastica ligure 2024/2025.

Una discussione riaperta in regione dopo la richiesta a livello nazionale. La minoranza ha criticato le decisioni del centrodestra e contestato un emendamento relativo alla provincia di Savona dove la giunta Toti ha modificato l'accorpamento tra due istituti puntando su un'altra fusione.

LE NOVITÀ

Nella Città Metropolitana di Genova si procede con tre accorpamenti: 1) Istituto secondario superiore Rosselli (489 iscritti nell’anno 2023/24) con l’Istituto professionale statale servizi alberghieri Bergese (963 iscritti nell’anno 2023/24in quanto le due scuole hanno avviato da oltre 5 anni uno stretto rapporto di collaborazione; 2) Istituto comprensivo San Gottardo (520 iscritti nell’anno 2023/24) con l’Istituto comprensivo Staglieno (704 iscritti nell’anno 2023/24) inquanto i due istituti sono contigui e i plessi sono situati in zone contigue e, inoltre, nell’istituto San Gottardo non è presente un dirigente titolare da oltre 5 anni ed è quindi offerto in reggenza; 3) Istituto comprensivo Burlando (504 iscritti nell’anno scolastico 2023/24)con l’Istituto comprensivo Montaldo (783 iscritti nell’anno scolastico 2023/24) in quanto i due plessi sono molto vicini e si situano all’interno di un perimetro inferiore ai 2 km. e sono situati in 7 edifici; inoltre nell’Istituto Burlando negli ultimi 5 anni, non è stato presente continuativamente un dirigente titolare ed è attualmente offerto in reggenza. 

“Sindaci, docenti e famiglie avevano richiesto un nuovo incontro, ma a fronte delle richieste alcuni consiglieri di maggioranza hanno presentato un emendamento che prevede l'accorpamento di due istituti diversi da quelli indicati dal territorio - ha commentato in aula Davide Natale (Partito Democratico) - Come se la logica da seguire fosse riferita solo ai numeri da presentare al Ministero e non alla ricerca, seppur difficile, di soluzioni che migliorino l’offerta formativa nell’interesse dei ragazzi”.  

Il consigliere ha, inoltre, criticato la scelta di concentrare la riduzione degli accorpamenti concessa per il prossimo anno scolastico dal decreto legge 215/23 sull'area metropolitana di Genova e sulla provincia di Savona: 

“Sono quattro accorpamenti in meno di cui avrebbe potuto beneficiare equamente l'intero territorio regionale”.

Pippo Rossetti (Azione) ha descritto il dimensionamento come un atto imposto dall'alto, basato su logiche e equilibri politici e partitici:

Un dimensionamento determinato dalle prossime elezioni amministrative di giugno, dai rapporti all’interno del centro destra che governa la Regione. Le scelte del dimensionamento non sono state determinate – ha detto - dalle esigenze e dalle potenzialità didattico-formative, dalle progettualità delle singole autonomie scolastiche, dalle caratteristiche sociali e culturali dei territori, dal numero di alunni o dalle distanze tra i plessi dei comprensivi”.

Gianni Pastorino (Linea Condivisa) ha criticato la mancanza di tempi congrui e di dialogo con i territori:

“È del tutto insolito che il piano venga approvato in due tranche, che non si sia riusciti a farlo entro il 31 dicembre e che sia stato, in seguito, impugnato dal Governo in carica: forse un caso unico in Italia. Il piano - ha commentato Pastorino - ha sollevato molte proteste e causato disagi sia dentro il Consiglio regionale che, soprattutto, nel territorio, tra comuni, dirigenti scolastici, famiglie e associazioni che si occupano di processi educativi e formazione. Insomma un vero e proprio caso politico che da tempo è andato oltre i confini stessi della nostra regione”.

Roberto Centi (Lista Sansa) ha infine sottolineato gli errori nella gestione del processo, inclusa la sottovalutazione della componente didattico-formativa a favore di quella amministrativo-finanziaria e tecnologica:

“Gli errori - ha proseguito - non sono errori in senso tecnico, ma semplice incompetenza, applicazione di favoritismi macro territoriali in particolare nei confronti di Genova, applicazione micro-territoriali di logiche di potere amicali tra sindaci, con una emarginazione dalle sedi decisionali di sindaci non amici, procedure assolutamente fuori da una normale dialettica istituzionale e democratica. Ne è conseguito – ha concluso - un grave squilibrio territoriale a vantaggio delle aree di Genova e di Savona”.

Nel frattempo, all'interno della maggioranza, si è aperto un altro fronte caldo con Angelo Vaccarezza, ex capogruppo della Lista Toti, che ha giurato battaglia per il dimensionamento scolastico nel Savonese. Tuttavia, nonostante le dimissioni di Vaccarezza e il suo scontro personale con la giunta Toti, la maggioranza non ha rischiato sbandamenti o scivoloni numerici in aula: con 17 voti a favore 10 contrari è stato approvato il piano.

“Il dibattito sul piano è stato politicizzato dalla minoranza trasformandolo da una questione amministrativa a una politica - L’assessore regionale alla scuola, Simona Ferro, risponde così alle critiche delle opposizioni in consiglio regionale - Il dimensionamento scolastico nasce dal Pnrr approvato nel 2021 dal governo Draghi con azionista di maggioranza il Pd, nasce da un'azione europea, in base alla popolazione studentesca in evidente riduzione. I criteri sono stati sempre usati dal 2007 senza contestazione fino ad oggi. Il confronto ci deve essere sempre, ma occorre farlo sui contenuti e, invece, abbiano assistito esattamente all’opposto”.

Redazione


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