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Attualità | 26 gennaio 2024, 16:25

Fantozzi, eroe tragico per imparare a ridere dell’eterna sconfitta

Il Teatro Ivo Chiesa riapre con lo spettacolo sull’iconico personaggio nato dalla mente di Paolo Villaggio. Una commedia dell’arte per scoprire come tutto sia solo una questione di prospettiva. Livermore: “Momento storico per la cultura italiana”

Fantozzi, eroe tragico per imparare a ridere dell’eterna sconfitta

‘Ma lo fai davvero? È bellissimo’.

Questo si è sentito ripetere da attori, registi e addetti ai lavori Davide Livermore, direttore del Teatro Nazionale di Genova, non appena è iniziata a circolare la notizia di uno spettacolo sul ragionier Ugo Fantozzi, il personaggio creato da Paolo Villaggio che, come pochi hanno saputo fare, è stato in grado di raccontare le contraddizioni e i paradossi della società italiana.

Il palco del teatro Ivo Chiesa con ‘Fantozzi. Una tragedia’ torna così a riaccogliere il pubblico dopo a chiusura necessaria alla realizzazione di intervento di efficientamento energetico e rinnovamento, e lo fa con una prima nazionale.

 

Quattro atti, coro ed epilogo compongono la struttura dello spettacolo basato sui primi tre libri che Villaggio ha dedicato al celebre ragioniere: Fantozzi (1971), Il secondo tragico Fantozzi (1974) e Fantozzi contro tutti (1979).

L’adattamento è curato da Gianni Fantoni, che darà volto e voce all’interpretazione del protagonista, e da Davide Livermore.

Nella visione del direttore del Teatro nazionale, la tragedia greca torna facendo da fil rouge alle vicende di Fantozzi che si concludono con la disfatta in un meccanismo che ricalca la Commedia dell’Arte.

“Quella di Fantozzi - spiega Livermore - è una maschera tragica proprio perché si ride e si ride della nostra resistenza alla sconfitta eterna attraverso di lui che diventa un eroe tragico. Fantozzi è un eroe tragico, è la vera maschera della nuova commedia dell’arte e portarla in teatro santifica, regala i crismi definitivi al fatto di poter essere non solo replicabile, ma interpretabile. La cosa straordinaria di una maschera come questa, e questo è il senso profondo dell’operazione, è che da adesso in avanti il ragioniere Ugo Fantozzi,  matricola eccetera eccetera, può essere interpretato. Paolo Villaggio ci ha regalato questo, e in questo senso abbiamo un grande attore e non un imitatore, perché non si imita Ugo Fantozzi si interpreta. Gianni Fantoni interpreterà il suo Fantozzi, così come in tutti questi secoli si sono interpretati e si sono succeduti tantissimi Arlecchini o Pulcinella. Ci troviamo esattamente in un’interpretazione ed è un momento, mi viene da dire, veramente storico per la cultura italiana”.

A proposito dell’adattamento teatrale, il direttore aggiunge: “Abbiamo attinto dai primi tre libri organizzando il tutto sull’architettura formale della della tragedia classica, quattro atti con prologo epilogo con i cori alla alla fine dell’atto. Abbiamo raggruppato in maniera tematica: Fantozzi le donne, Fantozzi e la coscienza di classe, Fantozzi lo sport, eccetera; questi episodi sono raggruppati e sono messi insieme da queste narrazioni tematiche. Ci sono poi momenti in cui scopriamo quanto possa diventare eterno Paolo Villaggio quando il ragioniere, con tutta la sua corte di personaggi, si ritrova a interpretare Eschilo, Sofocle, lo si ritrovava in monologo shakespeariano piuttosto che nella scena dei becchini dell’Amleto”.

Per Gianni Fantoni, lo spettacolo ‘Fantozzi. Una tragedia’ è un sogno che si realizza grazie propri all’incontro con Livermore. Fantoni nella sua carriera ha incrociato più volte Paolo Villaggio e, come ha raccontato, è stato proprio lui a insegnargli a ricostruire la voce di Fantozzi diventandone poi il naturale erede.

Prima parte del pubblico generico, poi fan, imitatore e infine ‘erede’ designato proprio dallo stesso Villaggio, come lui stesso racconta, Fantoni non nasconde l’entusiasmo e l’emozione: “Solo un matto poteva mettersi a cercare di convincere prima Paolo Villaggio cedergli i diritti per far Fantozzi a teatro, e poi a cercare di interpretarlo, naturalmente in una maniera a completamente inedita. Per la prima volta Fantozzi si distacca dal suo creatore e suo unico interprete per cui è una bella sfida; ma è successo anche con Arlecchino che è un certo punto potesse essere interpretato anche da altri. Lo stesso ragionamento abbiamo fatto io e Davide Livermore, è una sfida importante, rischiosa però plausibile”.

Fantoni prosegue: “Fantozzi è una maschera tragica, ma la tragedia, vista con una certa lontananza, è anche comicità. È una questione di distanza: se tu ti fai male e lo guardi da vicino, è una tragedia. Se lo vedi un po’ con una certa distanza, diventa comico. Fantozzi, naturalmente, racchiude entrambi i mondi: la tragedia, anche classica, e soprattutto, lo scoprirete se venite vedere lo spettacolo, la più alta forma di comicità”.

Fantozzi è ancora attuale, come ricorda l’attore, perché “È l’archetipo del perdente, dello sfruttato. Purtroppo la società è molto peggiorata in questo perché Fantozzi aveva una casa di proprietà, una famiglia stabile, riusciva andare in vacanza e aveva la pensione praticamente garantita. Questa oggi è tutta roba da fantascienza, però l’archetipo dello sfortunato, a cui ne succedono di ogni e che è vessato, non solo dal destino, ma anche dai compagni di lavoro, dai dirigenti beh questo purtroppo è un modello che non tramonterà mai, anzi”.

Seicento i self tape di attori visionati dalla produzione, di questi cinquanta hanno preso parte alle audizioni tra Genova, Torino e Roma, fino ad arrivare al cast: Paolo Cresta, Cristiano Dessì, Lorenzo Fontana, Rosanna Gay, Marcello Gravina, Simonetta Guarino, Ludovica Iannetti e Valentina Viraldo diventeranno Pina, Mariangela, i collegi Filini, Calboni, la signorina silvani, la contessa Serbelloni Mazzanti, Vien dal Mare, l’Onorevole Cavaliere Conte Catellani e gli altri memorabili personaggi.

Saranno loro ad alternarsi sulle scene, tratte e geometriche, firmate da Lorenzo Russo Rinaldi. Una scenografia ‘acustica’ come l’ha definita Livermore che darà ordine alla mitica Bianchina o si tramuterà in palle da biliardo, impreziosita dalla scenografia sonora e amplificata dalle luci di Aldo Mantovani.

I costumi di Anna Verde saranno poi la ciliegina che caratterizzerà i personaggi a cui si aggiunge l’elemento evocativo dato dalle musiche di Fabio Frizzi, autore della colonna sonora dei primi tre film che, per l’occasione, ha rimasterizzato alcuni dei brani originali.

Appuntamento al 30 gennaio con la prima assoluta per lo spettacolo che resterà in scena fino all’11 febbraio.

Isabella Rizzitano

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